Dramma per fortuna solo sfiorato lo scorso 24 marzo a Galazzano durante un incontro “commerciale” fra due donne.
E’ un vero e proprio “giallo” quello che ruota attorno ai fatti accaduti, lo scorso 24 marzo -sembra- a Galazzano. Un “giallo” che non sarà facilmente districabile dagli inquirenti e che ha un solo punto fermo: una donna è rimasta ferita da un’arma da taglio e sarebbe ricorsa alle cure dei sanitari.
Sulla vicenda, negli ambienti inquirenti, regna il massimo riserbo e non trapela nulla, se non una non troppo chiara conferma di una indagine in corso.
Ma cosa è accaduto, quel giorno? Una domanda che, però, non trova risposta certa, almeno per ora… Da quel poco che è trapelato solo una non facile indagine potrà appurarlo… Tutto sarebbe iniziato quando la società sammarinese amministrata da Monica Bellavista, la Link Point srl appunto, avrebbe deciso di revocare un contratto in essere con la P.P. Group srl -con sede al civico 5 di via Benedetto Di Giovanni, in Serravalle- diretta da Marco Guarracino, italiano residente in Bulgaria e socio unico.
Secondo quanto sosterrebbe l’italiano, oltre a revocare il contratto, la società di spedizioni avrebbe trattenuto -si presume come forma di garanzia- una ingente somma di denaro incassata per conto della controparte.
Infatti, quest’ultima, attiva nella vendita online o telefonica, si sarebbe appoggiata alla Link Point per i servizi di logistica e spedizione. Ad un certo punto, però, sarebbero iniziati i problemi. Sembrerebbe che una non esigua parte degli acquirenti avrebbe contestato la non conformità all’ordine e alla descrizione del prodotto ricevuto e, non riuscendo a contattare la società venditrice, si sarebbero rivolti alla Link Point, tempestandone il centralino di reclami e intimandogli il rimborso di quanto pagato per l’acquisto.
Ovviamente, siamo nell’ambito delle ipotesi, delle indiscrezioni seppur di fonte attendibile. Un piccolo elemento di conferma, però, lo si trova sfogliando i reclami di “Altroconsumo”, dove un non meglio pubblicamente identificato O.L., lo scorso 8 febbraio, incaricava l’associazione della sua vertenza con PP Group.
“Buongiorno -si legge nella bacheca delle segnalazioni pubbliche di Altroconsumo.it- ho ordinato n.2 James Gps Form… Ne è arrivato uno solo e comunque non conforme a ciò che mi era stato detto al telefono (il mini cellulare è un giocattolo)”. Pertanto -conclude il reclamo- “chiedo il rimborso: 90 euro”.
Si sarebbe quindi creata, fra le due società, una profonda rottura e una crescente tensione culminata con la rescissione unilaterale del contratto e -sembra- il non versamento di diverse decine di migliaia di euro. Forse oltre 100mila euro incassati da Link Point per conto di PP Group, ma trattenuti dallo spedizioniere esasperato e preoccupato per le conse- guenze dei reclami degli utenti.
Una azione, questa, che avrebbe indotto l’italiano Guarracino ad avviare un confronto per riottenere quanto -secondo lui- lo spedizioniere gli doveva. E fin qui siamo di fronte ad una vertenza che possiamo inserire nelle “semplici” di- namiche dei rapporti commerciali, dove ambedue le parti rivendicano quelli che ritengono essere loro diritti accusando l’altra di adottare azioni illegittime…
Non è proprio di queste non rare dinamiche, invece, quanto sarebbe accaduto il 24 marzo a Galazzano, dove potrebbe essersi sfiorato il dramma…
Forse nel tentativo di risolvere bonariamente la vertenza fra il figlio, o meglio la PP Group, e la sua controparte contrattuale, la madre di Marco Guerracino si sarebbe recata, accompagnata da un’altra persona, ad un incontro a Galazzano, in “campo neutro”, dove avrebbe incontrato una dirigente o impiegata della Link Point.
Cosa le donne si siano dette non è trapelato, ma ad un certo punto la madre di Guerracino sarebbe rimasta ferita, a suo dire, “accoltellata” con un paio di forbici dalla controparte… Una versione, questa, fermamente smentita dall’accusata la quale, anzi, avrebbe asserito che la donna si sarebbe ferita da sola, volontariamente, con le forbici…
Un ruolo decisivo nelle indagini lo avrà certamente l’unico testimone che accompagnava la presunta vittima. Ma, visto il rapporto, che si presume stretto, fra la stessa presunta vittima e il testimone, gli inquirenti dovranno valutare con tanta attenzione l’attendibilità delle dichiarazioni.
E’ al momento impossibile, dunque, anche solo ipotizzare la fondatezza di una versione o dell’altra. L’unica certezza è che, in quel drammatico pomeriggio, fortunatamente un vero dramma non si è consumato, anche se la donna è dovuta ricorrere alle cure dei sanitari.
Sui fatti ora stanno indagando sia le autorità sammarinesi che, sembra su segnalazione della presunta vittima, gli investigatori italiani. Di certo se ne saprà di più nei prossimi giorni…
Enrico Lazzari, La Serenissima