San Marino. Il governo accelera sui tagli. I SACRIFICI SARANNO A SENSO UNICO, “MANCA LA BUSSOLA DELL’EQUITÀ”

Sarà un bilancio di lacrime e sangue che andrà a colpire pensioni e dipendenti pubblici. Si apre una stagione di austerità che probabilmente sfocerà nella formalizzazione della richiesta di aiuto al Fmi.

Gianluca Montanari (Cdls) “Proposte che, ancora una volta, colpiscono in modo unilaterale il mondo del lavoro dipendente e il popolo della terza età, senza un credibile cambio di rotta sul fronte dell’emersione di tutti i redditi”.

Sin qui si è allungato il brodo di chiacchiere e tavolate molto spesso perditempo e si sono chiuse tutte le porte del confronto, rotti tutti i rapporti che ora si vorrebbero ricucire con lo scotch. Prova ne è il recente documento prodotto dalla delegazione di governo in cui si specifica la necessità di “dover compiere con urgenza alcune scelte e adottarle già all’interno del bilancio di previsione per l’esercizio 2019”.

Al centro il ragionamento sulle pensioni e il fatto che il governo conta di approvare il progetto di legge di riforma previdenziale nel mese di luglio 2019. Questi i principali contenuti della proposta che per il resto rimanda alle tavole a suo tempo pubblicate in esclusiva da Repubblica sm:

– mantenimento del metodo di calcolo retributivo con alcune necessarie modifiche e accordo prospettico su un percorso di avvicinamento al contributivo con un adeguamento delle aliquote, anche in considerazione di eventuali scelte derivanti dai rinnovi contrattuali;
– rafforzamento del contributo di solidarietà, da destinarsi a parziale copertura del disavanzo del fondo lavoratori dipendenti, stringendo di fatto un patto intergenerazionale;
– modifica dei criteri di accesso alla pensione di anzianità che dovrà passare a 103 con modalità e tempistiche da concordare insieme alla tutela delle carriere contributive più rilevanti.

C’è poi la proposta già a partire dal 2019 di

“sospensione triennale – parziale – pari a 19 milioni di euro del trasferimento da parte dello Stato del contributo in favore del Fondo lavoratori dipendenti”.

In materia di Igr “Si prevede un intervento di modifica dell’articolo 26 della Legge 166/2013 assimilando il trattamento scale ad oggi concesso ai lavoratori dipendenti a quello dei soggetti che percepiscono reddito da pensione. In sostanza, l’abbattimento forfettario sui redditi da pensione passa dal 20% al 7% e sino ad un massimo di €2.800,00”. Tagli si abbatteranno anche sulla pubblica amministrazione e sulle società partecipate dallo Stato verranno applicate ritenute di solidarietà.

Lo aveva annunciato il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa parlando durante la puntata di giovedì di Palazzo Pubblico “gira voce che nel prossimo bilancio non ci sarà nulla di sviluppo ma solo tagli, se così fosse preparatevi almeno a una lunga, lunghissima discussione in aula consiliare”.

Dal canto suo il Segretario generale della Cdls Gianluca Montanari ha commentato: “E’ chiaro il tentativo di imbrigliare il dialogo sociale dentro il percorso obbligato della Legge di Bilancio 2019, che è soggetto a precisi vincoli temporali. Così a fronte del rinvio della riforma pensionistica e dell’annuncio di non toccare le aliquote Igr, si vuole in poco più di due settimane discutere del taglio degli stipendi PA, del taglio della no tax- area per le pensioni e dell’ennesimo mancato trasferimento dello Stato, stavolta 19 milioni, al fondo pensione dei lavoratori dipendenti per tre anni.

Proposte che, ancora una volta, colpiscono in modo unilaterale il mondo del lavoro dipendete e il popolo della terza età, senza un credibile cambio di rotta sul fronte dell’emersione di tutti i redditi”. E sul metodo “Riaprire il confronto con le organizzazioni sociali per poi inserirlo nel percorso a tappe forzate della Legge di Bilancio è un errore di metodo che, di fatto, vanifica l’apertura di un vera stagione negoziale tra le parti. Presentare poi in Finanziaria nuovi tagli lineari agli stipendi pubblici mortifica ancora una volta la dignità dei lavoratori e il valore del contratto, il cui rinnovo è fermo da 10 anni”.

Proporre inoltre una pesante e indistinta decurtazione del bonus – fiscale ai pensionati, è il segnale che sul fronte tributario non esistono seri progetti anti-evasione”. “Ancora una volta, conclude Montanari, si chiamano le organizzazioni sindacali a un confronto dove manca la bussola dell’equità, dove i tagli e i sacri ci sono a senso unico e dove non c’è una concreta prospettiva di sviluppo per il Paese”.

La RepubblicaSM