Il governo dei 44 che non ha fatto niente? Che delude? È certo che non tutte le ciambelle vengono col buco, ma facciamo un giro a random su quanto è successo in un anno e mezzo di legislatura, il cambio di passo è evidente.
Non bisogna dimenticare infatti che è stato l’anno della pandemia, con tutte le attenzioni della politica a contrastare il contagio, ad organizzare l’ospedale per curare una malattia sconosciuta, a reperire i vaccini e allestire una campagna vaccinale di massa, come non è mai avvenuto nella storia.
In tutto ciò, è stata introdotta una serie importante di provvedimenti in aiuto alle famiglie, alle fasce sociali più disagiate, ai lavoratori e alle imprese, introducendo innovazioni come il lavoro agile e i servizi online, che saranno utili anche per il futuro. Non si parla più di sostegno alle attività economiche, segno che qualcosa sta arrivando in termini di soldi, di norme e di progetti.
Già questo, basta e avanza. Eppure c’è altro. Cominciamo dal Consiglio, i cui lavori sono diventati più snelli, efficienti e produttivi. Non è solo un risparmio di costi, ma un segnale di discontinuità con la passata legislatura, quando le sessioni consiliari duravano settimane e settimane, dove si parlava solo di banche, per altro facendo danni difficilmente rimediabili, e con continui assestamenti di bilancio sempre per dare liquidità a Cassa. Altro argomento parimenti gettonato, il tribunale, con lo stesso risultato.
In questi mesi si è parlato pochissimo di banche e sempre con interventi che hanno aiutato il sistema a riprendersi, nonostante la crisi congiunturale pandemica. IL tribunale ha infiammato il dibattito per alcuni mesi, la scorsa estate, poi gli interventi introdotti dal governo hanno colmato tantissime delle lacune create in precedenza. E già fervono i lavori per la tanto attesa riforma del processo e del codice di procedura penale, con un tavolo tecnico-politico in cui sono rappresentate le diverse istanze.
In quest’anno difficilissimo e con un pregresso fatto solo di scandali economici finanziari (non possiamo dimenticarlo) San Marino è riuscito a creare dei bond che sono andati a ruba sul mercato internazionale. Questo accade solo se uno Stato (e un governo) offrono sufficiente credibilità e serietà. Renzi, Zafferani, Celli, Zanotti e compagnia, non ci sono mai riusciti. La liquidità ottenuta ha permesso di affrontare le immense spese sanitarie e consentirà di finanziare (almeno in parte) la ripresa. Intanto, anche Cassa ha ripreso a camminare con le sue gambe.
L’ambiente è tornato tra i protagonisti della politica, con leggi e decreti che tutelano non solo acqua, terra e aria, ma anche flora e fauna. C’è una nuova rete sentieristica, che ha anche una valenza turistica. In vista del summit per l’agenda 2030, ci auguriamo che arrivino anche altri provvedimenti su questa scia. È stata messa mano alla Polizia Civile, alla valutazione sulla dirigenza pubblica, al riordino e trasparenza delle consulenze, e si sta lavorando sulla ICEE.
Sul fronte sanitario, non è bastato il contrasto alla pandemia. Si lavora al piano sanitario e al nuovo atto organizzativo; sono stati fatti interventi sulla violenza di genere, approvate le misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva; la legge sulla cannabis terapeutica e le buone pratiche cliniche. Sono partite le procedure per il nuovo ospedale e il dibattito sulla riforma delle pensioni. Contestualmente, è partito il dibattito sulla riforma del lavoro, perché lavoro e pensioni sono interdipendenti.
L’opposizione critica, ma i suoi rappresentanti non hanno fatto neanche questo. E non c’era il Covid. Ovviamente fanno sempre notizia le fibrillazioni dentro al governo. In particolare, quelle dentro NPR, che rimangono confinate nelle questioni di partito, perché i due rappresentanti nell’esecutivo hanno condotto un buon lavoro. Anche Motus attira attenzioni, perché molto spesso concentrato sul suo narcisismo. Ma gli sguardi sono diretti in prevalenza sulle due forze maggiori: DC e Rete. Gli strali tutti su Rete, anche se il rapporto è 1 a 2.
Due forze completamente diverse, nessuna delle due disposta a rinunciare alla propria identità e ai propri valori fondanti, ma entrambe impegnate a mantenere la difficile quadratura della mediazione che porti comunque al risultato. I vecchi giochi sottobanco, gli sgambetti, le ripicche, che non abbandonano mai la politica, alla fine, alla gente interessano poco. Molto opportunisticamente il cittadino guarda se le cose funzionano, se ci sono i soldi per gli stipendi e per le pensioni, se i lavori vanno avanti. Perciò, nonostante i distinguo, nonostante le mille cose ancora da fare, nonostante le scivolate, nonostante le campagne mediatiche impostate sull’odio, nei commenti della gente comune questo governo piace!
a/f