
E’ un fronte davvero importante quello che, dagli scranni del Consiglio Grande e Generale, si evidenzia sulla necessità di fare piena chiarezza sullo scorso decennio, come più volte evidenziato su queste stesse pagine elettroniche, il più buio della storia moderna sammarinese.
Non so se questo nuovo fronte che avanza conseguirà l’obiettivo di arrivare alla costituzione di una apposita commissione parlamentare di inchiesta mirata a individuare, al fianco delle violazioni di carattere penale che sta accertando la Magistratura, responsabilità -se non addirittura complicità- morali e politiche in personaggi anche di spicco dell’attuale scenario politico e di alcuni operatori dell’informazione sammarinese, pubblica o privata che possa essere. Ma, credetemi, oggi -dopo lo scetticismo del periodo antecedente la sentenza di condanna in primo grado dell’ex Segretario di Stato del governo AdessoSm e del Commissario della Legge “padre” delle più eclatanti e devastanti inchieste giudiziarie dello scorso decennio -nonchè delle email che si scambiavano lo stesso Segretario di Stato e il finanziere lucano Francesco Confuorti, oggi imputato nel processo istruito sul “Caso Titoli”- ci spero fortemente. Molto fortemente, soprattutto perchè il fronte in questione è uno schieramento che inizia ad interessare diversi e importanti partiti, a cominciare dalla Democrazia Cristiana, arrivando ad Alleanza Riformista e passando anche. Più implicitamente, per il Psd-Md…
Infatti, tornando alla “feroce” discussione inscenata nell’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale, si evidenzia un neppure troppo velato richiamo alle proprie responsabilità che il Segretario di Stato alla Giustizia Massimo Ugolini (Pdcs) ha rivolto verso gli scranni di Repubblica Futura, già Alleanza Popolare; mentre dal Psd, dalla bocca del Segretario di Stato al Turismo Federico Pedini, giunge un nuovo e quanto mai sensato spunto di riflessione che si spinge addirittura oltre alle tematiche fino ad ora affrontate.
“Se uno è andato a processo con Buriani in questi anni –ha chiesto ai “Sessanta Pedini– e questi era nemico della Cricca sua amica (…). Io farei una riflessione di quello che è successo in tribunale anche su qualcosa del genere…”.
“Se uno” viene condannato perchè “ha rubato una gallina -ha rincarato Pedini-, ma magari era innocente, io vorrei contestare tutta la vita quella condanna e quel giudice…”. Che autorevolezza -interpreto- può avere oggi una qualunque indagine o condanna dove ha avuto un ruolo chiave un Commissario della Legge, giudicante o inquirente che sia stato, condannato per tentata concussione in una vicenda che fa dire ad un segretario di Stato che la “cricca” fosse “sua amica”?
Come escludere con certezza -continua ad interpretare le parole di Pedini- che una, due, cinque, dieci o tutte le azioni giudiziarie condotte durante il suo lavoro in Tribunale da questo Commissario della Legge potessero essere finalizzate a soddisfare esigenze o richieste della “cricca sua amica”?
Come escluderlo, poi, alla luce della testimonianza rilasciata in Commissione di Inchiesta da Federico D’Addario secondo la quale pochi giorni prima del provvedimento di custodia cautelare emesso nei confronti dell’ex Ministro Claudio Podeschi (che in quei giorni stava concludendo la mediazione per la cessione delle quote di Euro Commercial Bank ad un grande gruppo -se non erro- canadese) avrebbe ascoltato un arrabbiato Daniele Guidi, vertice gestionale di Banca Cis, intimare telefonicamente ad un misterioso interlocutore la frase “lo dovete arrestare”?
Bravo Federico Pedini… Quello sollevato è un tema delicato ma quanto mai sensato e che nessuno può oggi ignorare. Vanno cancellate tutte le condanne e tutte le indagini, tutti i provvedimenti dove il Commissario della Legge Buriani ha avuto un ruolo chiave? Se non erro -ma la mia cultura in materia è prettamente di fonte cinematografica- nella democrazia e nel Diritto statunitense, in casi simili, verrebbero liberati anche i condannati a morte…
Del resto, come ha snocciolato anche Ugolini in Aula, il Commissario della Legge Alberto Buriani è stato condannato in primo grado “per il misfatto di tentata concussione” e di “continuato abuso di autorità” e “rivelazione del segreto di ufficio”.
“Ora io credo che la questione di carattere giudiziario -ha spiegato lo stesso Ugolini in Aula- giustamente farà il suo corso, però colpisce che la delicatezza che è stata utilizzata nei confronti di questa pronuncia non sia utilizzata sempre nei confronti di tutti gli imputati che erano e sono presenti, magari, anche all’interno di quest’Aula”. Palese il riferimento a Repubblica Futura: “Vedere dei comunicati da parte di Repubblica Futura dove se da un lato si richiama all’assoluzione dei giornalisti, dall’altra, a fronte della stessa sentenza” si conferma la tentata concussione “e tutto quello che era ascritto al Commissario della legge Buriani”, si attacca “chi aveva tenuto la schiena dritta (Catia Tomasetti, Presidente di Banca Centrale; ndr) e non si è fatta intimidire da certi atteggiamenti posti in essere dal Commissario della Legge”, paiono prese di posizione da cui, “veramente prendere le distanze”.
“Ma d’altronde -conclude il Segretario di Stato alla Giustizia-, come ben sappiamo Repubblica Futura ha sempre fatto una difesa d’ufficio rispetto a quelle situazioni. Anche in Commissione Giustizia sappiamo bene le posizioni che ha tenuto Repubblica Futura rispetto a certe situazioni che da allora la maggioranza aveva sollevato rispetto a comportamenti imputati ad un Commissario della Legge che anche la Commissione di Inchiesta (la cui relazione finale è stata approvata all’unanimità; ndr) aveva sollevato”.
Dunque, nella ricerca di responsabilità che possono essere presenti e concrete anche senza che queste possano avere rilevanza penale -ma che potrebbero aver contribuito alla crisi economica e finanziaria dello scorso decennio, che necessariamente si è ripercossa sulla qualità della vita dei sammarinesi visti i milioni “bruciati” in quel periodo- c’è solo una strada da perseguire. Una strada che, a mio parere, non può prescindere dall’istituzione di una apposita Commissione Parlamentare di inchiesta che, oggi, finalmente, appare un epilogo possibile…
Enrico Lazzari