San Marino. Il Nobel a due giornalisti rappresenta un monito per chi ci vuole colpire – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

“Freedom of expression and freedom of information help to ensure an informed public. These rights are crucial prerequisites for democracy and protect against war and conflict.” – Berit Reiss-Andersen

Maria Ressa e Dmitry Muratov hanno vinto il premio Nobel per la Pace 2021. L’annuncio è stato fatto oggi, venerdì 8 ottobre, a Oslo, dalla presidente della Comitato per il Nobel norvegese, Berit Reiss-Andersen. Le candidature, quest’anno, erano oltre 300.
I due hanno ricevuto questo riconoscimento per il loro impegno nel “salvaguardare la libertà di parola, una condizione fondamentale per la democrazia e la pace”. Lo scrive il Comitato sul suo account Twitter.

“Congratulations, Maria Ressa and Dmitry Muratov!”

Una notizia meravigliosa per tutta la categoria, almeno per quella che con fatica prova a fare questo mestiere libero e con la schiena dritta.

Lottando contro minacce, querele e a volte perfino servitori dello Stato che dovrebbero invece tutelare i cani da guardia della democrazia.

Vorrei cogliere l’occasione di questa ricorrenza per ringraziare l’Odine dei giornalisti dell’Emilia Romagna.

In generale devo dire che non sono mai stato entusiasta di un “Ordine” che debba o possa dare la patente a qualcuno per poter svolgere quanto espressamente garantito dall’art. 21 della Costituzione italiana.

Nel particolare invece l’Ordine italiano, cosa ben diversa da ordini o pseudo tali di altri Paesi, rappresenta realmente una barriera allo strapotere degli editori.

Non solo: ho sempre trovato nell’Ordine dell’Emilia Romagna un baluardo insormontabile per potere svolgere il mio mestiere libero da qualsiasi condizionamento.

Quando sono stato minacciato, querelato, inquisito ingiustamente, l’Ordine c’è sempre stato.

Quando sono finito in disciplinare, l’Ordine ha fatto tutte le verifiche possibili, ha indagato, si è informato e alla fine mi ha archiviato da accuse becere e senza né capo, né coda, peraltro censurate dalla stessa Corte Edu. 

I colleghi italiani si sono dimostrati persone perbene, privi di condizionamenti: professionisti esemplari che non avevo ancora avuto modo di ringraziare per avermi creduto, non avermi mai sospeso, né sanzionato, non dandola vinta a chi evidentemente voleva solo chiudermi la bocca.

Secondo la mia esperienza, in Italia, mai potrebbe esistere la professione senza Ordine.

Il Nobel ai due giornalisti assume per me un sapore ancora più dolce e rappresenta un monito per chiunque.

Da oggi lotterò con ancora maggiore vigore e sarò fiero e deciso megafono contro ogni ingiustizia che dovesse colpire la categoria.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”