San Marino. “Il Rapporto con l’Italia” …. di Augusto Casali

Augusto Casali

Nonostante si siano in questi ultimi tempi sprecate molte parole per la trattativa in corso con l’Unione Europea, anche per l’accelerazione apparentemente impressa nelle ultime settimane, io credo che il rapporto con l’Italia, per motivi facilmente intuibili, quelli geografici in primis, rimanga assolutamente centrale.

Il rapporto italo-sammarinese è costellato di Convenzioni e di accordi che via via sono stati aggiornati secondo le nuove condizioni politiche, finanziarie, economiche e sociali, venutesi a creare nel corso degli anni nei due Paesi.

Ad un periodo molto proficuo di collaborazione tra Italia e San Marino, con l’avvento della globalizzazione e dell’euro, a partire dagli anni 2000, il rapporto tra i due Paesi si è complicato.

San Marino è stato messo nel mirino della politica italiana, che a sua volta doveva mostrarsi coerente con la politica europea, dei media ed anche di alcuni magistrati. Così, con martellante azione, l’immagine di San Marino ne è uscita con le ossa rotte, a mio avviso ben oltre quanto avrebbe eventualmente meritato. Ogni occasione era buona per parlare della nostra Repubblica come di un luogo dove avvenivano cose inenarrabili, mai viste altrove, e San Marino era equiparato ad un “paradiso fiscale”. Peccato che proprio il Dott. Pier Camillo Davigo, nel corso di una conferenza tenuta presso il Teatro Titano, peraltro non troppo partecipata, ebbe a dire che i paradisi fiscali hanno confini ben diversi dalla piccola Repubblica di San Marino, completamente circondata dal gigante Italia. Lasciando anche intendere che nel nostro Paese, pur nel rispetto della sua entità di Stato, possono accadere fenomeni distorsivi solo se i vicini di casa lo permettono.

 E voglio ricordare anche la vicinanza al nostro Paese dell’ex Procuratore antimafia Piero Luigi Vigna che, in piena tempesta mediatica, accetto di venire a San Marino in occasione dell’ingresso dei Capitani Reggenti in qualità di oratore e nel corso della sua orazione disse solennemente, rivolto certamente all’Italia più che ai sammarinesi: “La Repubblica di San Marino non deve essere lasciata sola.”

Certamente errori ne sono stati commessi, sottovalutazioni e comportamenti di taluni che si sono poi riverberati negativamente su tutta la collettività ci sono stati, ma proprio in questi mesi si stanno diradando le nebbie su taluni procedimenti giudiziari italiani che dimostrano come siano andate le cose realmente e come il gigante Golia abbia in questo caso forzato la mano contro il piccolo Davide.

Dal 2007 ed in particolare dal 2008 ad oggi, San Marino ha comunque imboccato la strada dell’adeguamento legislativo rispetto alle norme internazionali, soprattutto Europee. E molti organismi internazionali ne stanno dando atto.

Questo dovrebbe tranquillizzare i nostri vicini e dovrebbe spingere la nostra politica estera, troppo timida e rassegnata, ad impostare un nuovo rapporto fiduciario che preveda sviluppo e rilancio della collaborazione tra i due Paesi, alla luce delle nuove opportunità createsi negli ultimi lustri. 

Occorre in definitiva un nuovo accordo forte, forse addirittura una nuova Convenzione tra i due Stati, ispirati alle nuove realtà venutesi a creare. In tale modo anche il viatico verso l’U.E. sarebbe più chiaro, più intellegibile e probabilmente più agevole. 

Anche se San Marino deve fare conoscere ai sammarinesi con esattezza a che cosa il Paese va incontro, in termini di sovranità, firmando un Accordo di Associazione all’Unione Europea che, lo dico per inciso, non mi pare sia del tutto in linea con gli ideali europei delle origini: il “Rapporto Delors, infatti auspicava una “unione tra diversi”.

Chi negozia per San Marino dovrebbe tenere bene a mente ed ispirarsi a ciò che diceva l’europeista K. Adenauer: “viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte”, al fine di affermare che il cielo europeo dovrebbe accogliere i tanti orizzonti differenti e ricomporli nel mosaico di una umanità molteplice nelle sue specificità ma unita.

Augusto Casali