Le battaglie vanno fatte, sempre. Soprattutto quando sei convinto delle tue ragioni. L’ho già detto ieri, hai l’obbligo di farlo per chi viene dopo di te.
La mia battaglia sta portando alcuni risultati. Dopo sei anni finalmente si parla di variazione dello statuto di Banca Centrale, si sottolinea che l’autonomia può essere messa in discussione, nei casi più deviati e piegati ad una assoluta
autoreferenzialità.
E, udite udite, anche gli strenui difensori dell’autonomia intoccabile, di una certa autonomia, voluta dall’opposizione politica di oggi maggioranza di allora, concordano di rivedere alcuni passi dello Statuto. Benvenuti fra noi, dopo sei anni.
Gli stessi oppositori che magari pretenderanno ora di passare di là, addirittura ingessando la stessa Banca Centrale. Saremo attenti osservatori della situazione.
Non abbandonate troppo presto la lettura di questo articolo perché ci sono tanti casi nella vita, come e forse più gravi, di ciò che è accaduto nel mio caso. O meglio, quando nella vita ti capita qualcosa di molto traumatico, non esiste un grado di gravità.
La nomea di ‘Direttore Generale psicologo’ me l’avevano affibbiata nei primi anni della mia carriera, poi l’inverosimile figura di ‘Barbara Uomo’, della professionista spietata ha vinto ai rigori nella parte finale. ‘Direttore psicologo’ perché per molti clienti anche anziani vedere una giovane a quel livello, in quel ruolo, con il sorriso, significava che era certamente in grado di dare consigli, ‘visto dove era arrivata’.
Consigli richiesti con gli occhi rossi perché la figlia aveva lasciato il marito con due bambini piccoli oppure il figlio aveva abbandonato l’università. Qualcuno piangeva, con dignità. No. Non esiste una scala di gravità. Il famoso ‘esaurimento nervoso’ arriva indipendentemente dai fatti oggettivi che ti capitano. Ciò significa che parlarne fa bene, ad ogni livello. Chi ha assistito alla chiusura di Asset Banca seduto su certe poltrone, non facendo nulla per impedirlo, inneggiando alla assoluta autonomia di Banca Centrale, ora vuole i paletti, la variazione degli statuti, la creazione
di organismi parlando di pesi e contrappesi. Sei anni dopo. ‘E’ il trasformismo politico, bellezza. Ti stupisci?’ Si, mi stupisco e mi indigno. ‘Verso chi Barbara?’ Verso chi sa e anche verso chi mi scrive non sapendo neanche i fatti accaduti nella mia gestione della banca, all’insegna dell’assoluta trasparenza.
Ora cambiando purtroppo argomento dopo aver appreso la tristissima notizia della morte di Marino Ercolani vorrei fare un carissimo saluto ‘Ciao Marino, grazie di tutto, della tua amicizia, delle tue telefonate, delle tue visite in redazione, delle tue battaglie, del tuo sorriso e di quella sempre giovane voglia di fare e combattere. Buon viaggio!’
Barbara Tabarrini, La RepubblicaSM