San Marino. Il trattato di associazione con l’Unione Europea “minaccia” autonomi, professionisti e artigiani

Lo stato della trattativa per la definizione di un accordo al centro della riunione segreta della Commissione Affari Esteri tenuta ieri

E’ stato il percorso di “associazione” -che seppure il termine possa trarre in inganno nulla ha a che vedere con l’adesione- della Repubblica di San Marino con l’Unione Europea al centro della seduta di ieri della Commissione agli Affari Esteri. Una tematica delicata, questa, che ha gia? visto la Svizzera far saltare il banco del confronto ritenendo insostenibili alcuni aspetti presentati come “non trattabili” dalla delegazione europea e che sembrerebbero rivelarsi tali anche per il Titano.

Anche sul merito di questa riunione, a cui ha preso parte il Prof. Roberto Baratta -esperto di diritto internazionale e diritto comunitario, docente in prestigiose universita? italiane e da anni consulente dei diversi governi sammarinesi-, come nelle altre su cui si e? affrontato lo stato del confronto che dovra? portare alla definizione di un vero e proprio trattato di “affiliazione”, si e? steso il vincolo della segretezza. Ma, nonostante cio?, qualcosa e? ugualmente trapelato.

Il primo aspetto rilevante che e? emerso, prima di scendere nel merito delle questioni tecniche in discussione, e? la grande preoccupazione che caratterizza il mondo politico. Una preoccupazione trasversale, propria sia dei consiglieri di maggioranza che di quelli di opposizione, sia di quelli -sempre meno- che spingono per l’adesione a pieno titolo all’Ue, sia di quelli da sempre contrari… Una preoccupazione giustificata dai recenti fallimenti europei come la pessima gestione dei vaccini -della quale San Marino ha rischiato seriamente di pagare sulla sua “pelle” le conseguenze e si e? “salvata” solo grazie alla lungimiranza del governo nazionale, nel caso, guidato dai Segretari agli Esteri, Luca Beccari, e alla Sanita?, Roberto Ciavatta-, ma anche dalla crescita economica del Regno Unito successivamente alla Brexit. Del resto, gia? l’impatto di un semplice trattato di “associazione” sembrerebbe devastante per interi comparti economici sammarinesi. Facile immaginare come l’impatto di una adesione a pieno titolo avrebbe conseguenze maggiori. Ma questa e? un’altra storia, oggi sul tavolo c’e? la trattativa per definire un accordo di -come detto- “associazione”.

Le preoccupazioni maggiori, visto lo stato attuale della “bozza” di trattato su cui lavorano le diplomazie, sul fronte sammarinese, riguarda soprattutto il mercato del lavoro, oggi “governato” da una serie di norme “protezionistiche” che l’Ue appare determinata a “cancellare” nell’ottica della libera circolazione di persone, merci e servizi.

Se e? facile valutare le conseguenze nel mercato del lavoro -quello dei lavoratori dipendenti, per intendersi- che porterebbero all’equiparazione dei frontalieri con i sammarinesi e al superamento di tutte le norme a protezione dell’occupazione interna nell’ottica attuale del “prima i sammarinesi”, e? meno evidente alla massa, ma forse ancora piu? impattante sull’economia produttiva del Titano, la ricaduta che il superamento di ogni forma di protezionismo oggi vigente avrebbe sugli artigiani, sulle piccole imprese e sugli autonomi del Titano. Dall’avvocato al piastrellista, dal commercialista all’imbianchino, dal piccolo artigiano all’idraulico si troverebbero costretti a fronteggiare una concorrenza massiccia.

L’offerta di prestazioni, con ogni realta? italiana libera di operare e proporsi in Repubblica, supererebbe fortemente la domanda decretando un crollo dei prezzi e del Pil statale, nonche? la chiusura di tante piccole attivita? imprenditoriali o autonome biancazzurre, con immaginabili conseguenze anche in termini occupazionali.

Enrico Lazzari, La Serenissima