San Marino. Il volo dell’angelo: i residenti dicono “no” … di Alberto Forcellini

Il sondaggio non è di quelli scientifici, ma ha una sua valenza empirica perché registra l’umore di persone di diversa estrazione e convincimento politico, donne e uomini, tutti preoccupati per il cosiddetto progetto “il volo dell’angelo”. Il giudizio unanime è: “NO”.

Le ragioni sono le più diverse e ciascuna con una sua validità. L’ex stand del tiro a volo, proprio sul crinale del monte è uno tra i più belli dal punto di vista paesaggistico. Tra l’altro inserito nel sito Unesco. Non solo, è usato frequentemente dai residenti per far giocare i bambini, per allestire stand e mostre mercato (ovviamente in tempi normali). Anche la Giunta di Città ha qui la sua sala, dove organizza spesso iniziative e progetti, quando è possibile anche all’aperto.

L’installazione dell’impianto per stendere il cavo d’acciaio, comporterà l’abbattimento di diversi alberi di alto fusto e, sicuramente, pian piano sarà affiancato da baracchini per la vendita dei biglietti, per distribuire bibite e gelati, tavoli e panche per fare merenda, una cucina per la piadina e i panini. Insomma, una grande occupazione di suolo pubblico, ben più vasta del semplice impianto. Come è successo nel parco del Cerreto, dove ogni anno l’occupazione di suolo si allarga sempre più e sempre più piante vengono violate con l’installazione di corde, cavi, scale, eccetera, per provare il brivido di volare a mezz’aria. E anche qui, continue aggiunte di impianti diversi per l’intrattenimento dei clienti. Tutto l’ambiente naturale è fortemente compromesso.

Altro problema è la sicurezza. Non tanto per chi vola aggrappato alla fune, ma per chi passa al di sotto. La fune infatti, dovrebbe passare proprio sulla nuova rotonda di Murata, sito stradale ad altissima percorrenza. Immaginiamo cosa può succedere se un automobilista ignaro si vede svettare sulla testa la sagoma di una persona. Come minimo inchioda e viene tamponato. Peggio se si tratta di un pullman di turisti o di un camion che scorge con la coda dell’occhio un oggetto volante non identificato e frena all’improvviso: l’incidente è assicurato.

L’ultima, ma solo per questioni di elenco, è la remora sul progetto industriale e sulle garanzie che deve prevedere, perché va tutto bene finché va tutto bene. Ma se succede qualcosa, a chi andrà la colpa: alla società titolare, allo Stato, alla Giunta, alla persona che magari non si è agganciata bene? Sono questioni delicate. Com’è delicato l’accordo Stato – società privata, che dovrà articolarsi tra privilegi, concessioni, sgravi fiscali e quant’altro. Per cui, alla fine, lo Stato è sempre soccombente e da tutto il progetto, che dovrebbe portare tanto turismo, non ricava un bel nulla.

Ma se il no al “volo dell’angelo” a Murata e a Fiorentino, è perentorio e inappellabile, da parte della gente, c’è comunque apertura verso altri siti. Infatti, questo nuovo intrattenimento a forte carica emozionale, ha sempre più estimatori, quindi perché non realizzarlo da un’altra parte, in un luogo che non sia una violazione allo skyline di un sito Unesco e non presenti indici di pericolosità come la rotonda di Murata? C’è la Valle del Toro (bellissima e selvaggia), Pietra Minuta, il monte Diodato, la Baldasserona, ad esempio. Volendo, se ne potrebbero trovare anche molti altri. Studiare un’alternativa, potrebbe essere la classica occasione per salvare “capra e cavoli”. Ovviamente, con massima trasparenza sul progetto e il relativo accordo.

a/f