Commissione Consiliare Permanente Finanze, Bilancio e Programmazione; Artigianato, Industria, Commercio; Turismo, Servizi, Trasporti e Telecomunicazioni, Lavoro e Cooperazione
Martedì 3 giugno 2025, sera
Iro Belluzzi (Libera): È necessario intervenire su alcune questioni e, soprattutto, favorire un confronto, così come è stato auspicato anche nella fase referente verso l’approvazione della legge che abbiamo licenziato oggi pomeriggio. Io esprimo una grande soddisfazione e una profonda vicinanza morale a tutti coloro che vennero colpiti dagli arresti, dalla sofferenza, dal pubblico ludibrio e dall’oggettivazione: mi riferisco ai dirigenti della Cassa di Risparmio, a chi si è visto rovinare la vita per quello che è accaduto, mentre stava portando avanti un progetto imprenditoriale serio. Probabilmente si trattava davvero di un progetto serio, ma non supportato da norme chiare, né da un quadro definito nei rapporti fra la Repubblica di San Marino e l’Italia. Quella vicenda è frutto, probabilmente, della mancata firma dell’accordo del 2005-2006. L’attività di Delta era stata sviluppata sulla base di un accordo, verbale o tacito, tra l’allora presidente della Banca d’Italia e l’amministrazione sammarinese. Ma poiché nulla era stato messo nero su bianco, la mancanza di chiarezza ha prodotto conseguenze pesantissime. E l’opacità, si sa, è sempre foriera di eventi negativi. Ricordo anche quella fase politica: purtroppo – ed è giusto quello che ha detto il collega Nicola Renzi – si deve fare pubblica ammenda per gli errori che sono stati commessi. Non si fece sistema. È il momento – e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza – di fare davvero sistema. Avrei avuto piacere che fosse presente un membro del Governo anche solo per raccogliere le riflessioni emerse all’interno di questa Commissione, luogo sicuramente protetto, non portatore di propaganda né di scontro.
Ritorniamo quindi al punto: anche l’accordo di associazione con l’Unione Europea passa attraverso la medesima richiesta, ovvero una condivisione delle attività di vigilanza tra Banca d’Italia e Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Vorrei riprendere un punto sollevato dal collega Santi: mi ha colpito profondamente sapere che nella Repubblica di San Marino operava – ed era iscritta tra le società autorizzate a svolgere attività assicurativa – una compagnia lussemburghese. Era iscritta nei registri di Banca Centrale da giugno 2019, quando già nel giugno-luglio 2024 erano state svolte le prime azioni nei suoi confronti. Considerando l’attuale struttura della vigilanza e l’operato del Direttore Vivoli, che ritengo esprima quanto di meglio il nostro Paese possa offrire in termini di professionalità, capacità e onestà, questa vicenda mi ha reso ancora più consapevole dei limiti del nostro sistema nel verificare efficacemente ciò che si affaccia sul nostro territorio. Se in Italia e in Europa – dove questa compagnia ha truffato circa 100 mila cittadini italiani – erano a conoscenza di quello che stava accadendo, non è possibile che a San Marino, a settembre, si sia arrivati ad autorizzarla e addirittura a vederla venduta dalla solita banca, oggi oggetto di attenzione e forse di conquista. Vorrei sapere chi ha presentato questa compagnia alla banca, chi ha compiuto certe scelte. E spero solo che, nel breve tempo in cui questa assicurazione ha operato sul nostro territorio, non siano state vendute polizze ai nostri concittadini.
Da qui nasce, secondo me, l’esigenza di un intervento forte da parte di Banca Centrale. E spero che il Presidente di questa Commissione voglia trasmettere al Segretario di Stato le nostre preoccupazioni, le sensibilità espresse e soprattutto la necessità di fare sistema. Serve fare fronte comune per avere una possibilità in più. Non si deve autorizzare nessuna vendita di pacchetti azionari finché l’addendum e la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea non saranno siglati. Non vogliamo trovarci di nuovo in situazioni rischiose: questa vicenda forse è stata marginale, ma potremmo trovarci davanti a problemi ben più gravi e difficili da risolvere. I danni, purtroppo, li abbiamo subiti. E alcuni colpi sono stati ben assestati. Il richiamo fatto dalle opposizioni a fare corpo, squadra, ad agire con fermezza nei confronti dell’Italia – anche in funzione del danno arrecato a tutta la Repubblica – è giusto. Quella vicenda, quell’azione, fu forse studiata, pianificata, voluta da qualcuno. Oggi quello strumento può diventare un mezzo persuasivo: non per andare allo scontro, ma per fare in modo che la sottoscrizione dell’addendum finanziario diventi anche un veicolo utile per far arrivare nel nostro Paese banche con una caratura internazionale e uno standing riconosciuto. Solo così si potrà far ripartire il sistema bancario e rigenerare i servizi fondamentali per la collettività e per lo Stato, che oggi si ritrova a dover affrontare il peso enorme dei bilanci bancari. Bilanci che sì, cominciano a produrre utili, ma a costo di enormi sacrifici per la nostra popolazione. Per questo credo che alcune decisioni debbano essere valutate con la massima attenzione. E, soprattutto, si devono evitare percorsi potenzialmente dannosi.