Dopo all’incidente avvenuto nei giorni scorsi a Gualdicciolo, dove un automobilista è fuggito dopo aver urtato un’altra auto in curva senza assumersi la responsabilità, emergono nuovi sviluppi. Dopo la pubblicazione del nostro articolo, che ha acceso i riflettori sulla vicenda, l’automobilista fuggitivo si è fatto vivo attraverso il proprio avvocato. Entrambi i coinvolti hanno ora dato seguito alle pratiche con le rispettive compagnie assicurative.
La vicenda, già censurabile per la fuga iniziale del responsabile, diventa ancora più grave considerando che l’automobilista non avrebbe probabilmente mai preso l’iniziativa di contattare la controparte senza la pressione mediatica esercitata dal nostro articolo e le prove fornite dalla dashcam presente sull’altra auto. Come riportato in precedenza, le immagini della dashcam, unitamente a quelle delle telecamere di sorveglianza lungo la strada, avevano reso chiara la dinamica dell’incidente, fornendo alle forze dell’ordine tutti gli elementi necessari per identificare il fuggitivo.
Il comportamento dell’automobilista in fuga rimane altamente censurabile.
La mancata assunzione di responsabilità, soprattutto dopo un incidente, non è solo una violazione etica ma anche un comportamento potenzialmente perseguibile a livello legale. Solo grazie alla presenza delle prove video e alla successiva diffusione della notizia, il responsabile si è deciso a collaborare.
Un chiaro esempio di come il giornalismo d’inchiesta, qual è il nostro, possa svolgere un ruolo determinante nel portare alla luce situazioni di questo tipo e promuovere un senso di responsabilità civica.
Questa vicenda mette anche in evidenza l’importanza di strumenti come le dashcam, sempre più utilizzate dai cittadini per documentare situazioni di potenziale pericolo o illegalità.
In questo caso, il dispositivo non solo ha permesso di individuare il colpevole ma ha anche fornito un supporto decisivo per le forze dell’ordine e per le successive procedure assicurative. Rimane comunque l’amaro in bocca per un episodio che, senza la documentazione video e la pubblicazione della notizia, avrebbe rischiato di concludersi con un’ingiustizia.
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