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  • San Marino. Intervista a Gian Nicola Berti – Alleanza Riformista

    D. Alleanza Riformista va sostenendo che l’accordo di associazione con la EU è una grande occasione che rinnoverà il paese e lo aprirà alla competizione  internazionale. Una grande sfida per tutti. Cosa ci dobbiamo aspettare in concreto  da questo storico passaggio? 

    R. Dopo anni di confronto politico ed un referendum che ha manifestato la contrarietà dei  sammarinesi alla richiesta di ingresso nell’Unione Europea, l’intera politica sammarinese  ha convenuto l’opportunità, che in realtà è una necessità, di addivenire ad un accordo con  l’Unione Europea. E’ un passaggio negoziale che eliminerà le tante barriere che trovano i  sammarinesi in Europa, siano essi persone e/o imprese. Un accordo del tutto simile a  quello di Amicizia e Buon Vicinato che, con notevole lungimiranza, stipularono nel 1939  San Marino ed Italia. Da quell’accordo si giunse alla rimozione di quelle “frontiere” fisiche e giuridiche che ancora oggi permette ai sammarinesi di sentirsi liberi e protetti in Italia. Da  quell’accordo nacque anche lo sviluppo industriale a San Marino di cui la nostra  microeconomia gode anche oggi. Guardiamo verso l’Europa fiduciosi. 

    D. Tutti concordano che il Paese ha bisogno di rilanciare la crescita e creare  sviluppo. Ma accanto a questo occorre che tutto funzioni meglio e che la struttura  pubblica sia più efficiente. Dove occorre e come agire per dare alle imprese che  producono e investono una burocrazia più efficiente e più amica?

    R. Hanno ragione, però osservo che lo sviluppo non deve essere ricercato a tutti i costi e  la storia più recente ci insegna che deve essere sostenibile anche sotto l’aspetto  ambientale. Di sicuro la sfida europea metterà alla prova la nostra capacità di trasformare  la nostra amministrazione Pubblica, che molti vedono come un costo in una risorsa  formidabile. Già abbiamo apprezzato la disponibilità dei rappresentanti sindacali interni a  cogliere le nostre richieste di modificare le regole contrattuali per rendere più flessibile la  risposta dell’Amministrazione Pubblica all’esigenze del servizio ai cittadini. A questo  passaggio dobbiamo aggiungere una rivoluzione nell’organizzazione del Servizio Pubblico, partendo dalla distinzione dei ruoli tra i vari comparti pubblici: da un lato, quello del  controllo di legalità e correttezza delle condotte, proprio delle forze di polizia e delle  autorità di controllo; dall’altro quello del mero servizio, in cui gli sportelli pubblici hanno il  dovere esclusivo di assistere ed agevolare il buon esito delle istanze delle imprese e dei  cittadini.  

    D. La pandemia ci ha dimostrato che la salute è davvero il bene più prezioso. Il  Servizio Sanitario di San Marino non brilla più di eccellenza. Abbiamo un problema.  Quali sono le tre riforme in questo settore che ritiene più urgenti e  improcrastinabili?  

    R Mi consenta di dissentire: la qualità dei servizi sanitari è peggiorata in alcuni comparti,  ma nel complesso credo che i sammarinesi godano ancora di una migliore assistenza  sanitaria rispetto agli altri abitanti della penisola. E’ un’eredità della quale andare orgogliosi e che dobbiamo preservare. Per questo motivo si rendono necessari interventi per  invertire la percezione di peggioramento che hanno oggi gli assistiti ISS. Il primo  intervento, per importanza e complessità è quello del passaggio dalla fase progettuale del  Nuovo Ospedale alla sua realizzazione. Serve un progetto di sviluppo del comparto  sanitario sammarinese finalizzato a renderlo attrattivo anche per luminari della medicina  ed operatori qualificati, che siano disponibili a sviluppare sinergie pubblico private del  settore. Questo consentirebbe, nonostante il numero limitato dei nostri assistiti, di  potenziare progressivamente tutti i comparti della medicina ospedaliera ed ambulatoriale,  come già ISS sta facendo in alcuni comparti, quali quello del Centro di alta  Specializzazione per la cura della Miopia, delle disfunzioni e patologie Uro-genitali  femminili o con la chirurgia robotica. Il secondo, è quello di facilitare ed incentivare la  permanenza in ruolo dei nostri medici, valorizzando anche il patrimonio di conoscenza che hanno sulle patologie dei loro pazienti e dello relative famiglie. Una particolarità del  rapporto medico/paziente tutta sammarinese, che il dott. Carlo Renzini, sempre attivo ed  attento ai problemi della geriatria, mi suggeriva come patrimonio di conoscenza che  sarebbe un peccato disperdere. Il terzo, sarebbe quello dello sviluppo di un nostro Centro  universitario del settore della medicina, tutto nostro ovvero anche in sinergia con altre  università. Per la realizzazione di quest’ultimo Centro Universitario, l’accordo di  associazione con l’Europa ci potrebbe facilitare. Mi permetto di aggiungere un quarto  punto: la nostra popolazione è particolarmente longeva, dobbiamo mettere in campo  politiche mirate al miglioramento della qualità della vita degli anziani; l’esperienza di altri  paesi con residenze per gli anziani in località protette in cui possono fruire di tutti i servizi  ed intrattenimenti, in alternativa alla tristezza degli ospizi, sarebbe un bel segnale di civiltà. 

    D Nella scorsa legislatura è stato Segretario agli Interni. Un ruolo particolarmente  delicato. Se dovesse fare un bilancio del suo mandato cosa salverebbe e  soprattutto cosa avrebbe voluto fare di più di quello che ha fatto? 

    R. Purtroppo il mio periodo di Governo alla Parva Domus è stato particolarmente breve e  caratterizzato dall’attività ostruzionistica delle opposizioni di questo fine legislatura. Siamo  però riusciti a chiudere il rinnovo del contratto del Pubblico impiego, modificando, grazie al senso di responsabilità del sindacato interno, alcuni aspetti contrattuali per migliorare  l’efficienza del servizi. Abbiamo concluso la fase di rielaborazione normativa dell’Indicatore della Capacità Economica patrimoniale delle persone (ICE), eliminando quelle  incongruenze che impedivano di essere utilizzato alla prima legge adottata da Adesso.SM. Ora ICE è nella fase della traduzione della legge in servizio digitale, per poi essere poi  utilizzato dal cittadino, ma sopratutto dello Stato per attuare politiche di sostegno  solidaristico dei cittadini mirate a dare a chi più ne ha bisogno. Se non si fosse interrotta la legislatura ora siamo nella fase di applicazione del sistema ICE, in taluni comparti del  sostegno pubblico per poi essere esteso a tutti gli altri. Ulteriori aspetti un’analisi delle  possibili modalità di intervento per semplificare l’intero sistema normativo, dalla  approvazione alla semplificazione per il cittadino. In tutto questo abbiamo trovato modo  anche per prenderci cura dei nostri cimiteri in stato di incuria ed abbandono.