San Marino. Intervista a Montanari (Cdls): “Acque agitate e nervi tesi in maggioranza” (da La Serenissima)

Partiamo oggi con una serie di interviste in attesa e in vista dello Sciopero generale, il primo di questa legislatura. Attraverso la voce dei protagonisti, proveremo a capire cosa c’è che non va e perché no, lanciare proposte che possano magari andare a soddisfare le parti in causa. Cominciamo con il Segretario Generale della Csdl, Gianluca Montanari.

 

Segretario Montanari, partiamo dall’ultima importante protesta dei lavoratori. Sciopero commercio: com’è andata?

“La risposta è stata buona: oltre duecento lavoratori hanno partecipato al corteo di auto che è partito dalla Ciarulla per transitare davanti principali esercizi commerciali sammarinesi tra cui Wonderfood, Coal, Piume, Titancoop, Conad, La Sociale, nonché davanti alle sedi di Osla e USC”.

 

Perché questo sciopero? Era proprio necessario?

“Lo sciopero del settore commercio era necessario per rivendicare per i lavoratori un doveroso e necessario rinnovo del contratto collettivo nazionale con la giusta rivalutazione delle buste paga; ma è anche necessario per riaffermare il valore del confronto”.

 

Pensioni. E’ davvero convinto che il Governo volesse “provocare” il Sindacato cambiando all’ultimo momento il testo della riforma che era stato condiviso in tanti punti?

“Riguardo alla Riforma Pensioni, va detto che sono state cambiate le carte in tavola in Commissione Sanità, con inserimento di articoli e modifiche di punti non discussi durante il lungo confronto: quindi oltre ad una questione di merito, si aggiunge anche una questione di metodo. Inaccettabili sono inoltre le decisioni di utilizzare il ‘fondo di riserva’ senza ascoltare le proposte sindacali, il ‘blitz’ che limita a poco più del 2% la rivalutazione delle pensioni in essere e la mancanza della indispensabile riforma di Fondiss nell’ambito del testo della Riforma Pensioni.

 

Quali i motivi che vi porteranno in piazza per lo sciopero generale?

“I motivi dello sciopero generale sono molteplici; riforma previdenziale che con il piano disincentivi diminuisce oltre misura l’assegno pensionistico, colpendo soprattutto le donne e i giovani, il binomio preoccupante dei troppi contratti scaduti con le relative mancate rivalutazioni degli stipendi e dei salari, in qualche caso fermi da molti anni, e la dinamica insostenibile legata ai forti rincari previsti per le bollette. Altri motivi alla base dello sciopero generale sono: il rilancio della Sanità universalistica e d’eccellenza, la latitanza del Governo rispetto ad interventi atti a calmierare il caro vita, la mancanza di un tavolo di confronto, più volte richiamato dal sindacato, indispensabile per affrontare e concertare le politiche economiche, sociali e contrattuali”.

 

Lonfernini ha rinviato la riforma del mercato del lavoro e sulle bollette ha fatto dietrofront. Ha ancora senso a questo punto lo sciopero generale?

“Così come accaduto per la Riforma del Lavoro anche sugli annunciati rincari delle bollette più che un dietrofront il Governo ha deciso solo un rinvio strategico, con l’Autorità per l’Energia che si è subito premurata di rivendicare la propria autonomia e annunciare adeguamenti tariffari quanto prima. La perdita del potere di acquisto, conseguente ad una inflazione a due cifre, ed i rincari di luce e gas restano in ogni caso una pesante Spada di Damocle che pende minacciosa su famiglie e imprese: in questo contesto lo sciopero generale resta assolutamente al centro dell’azione sindacale”.

 

Mancato rinnovo dei contratti: è giusto chiedere aumenti in un momento tanto difficile per le aziende? Se dovessero chiudere o licenziare, non sarebbe peggio poi per i lavoratori?

“In tempi di inflazione la difesa dei salari e degli stipendi è un punto essenziale. Poi, certo, come sindacato siamo consapevoli dei pericoli legati ad una automatica rincorsa prezzi-salari, per questo motivo i contratti finora siglati, come quelli dell’industria, artigianato e assicurazioni, hanno garantito aumenti retributivi equilibrati e spalmati in più anni. Tutto ciò con l’auspicio che il trend inflattivo si arresti e che le aziende non vengano penalizzate dall’aumentato e crescente costo del denaro. In ultimo va sottolineato che i rinnovi contrattuali, portano sicuramente benefici al rilancio economico del Paese, contribuendo a dare più capacità di spesa alle famiglie per i consumi in beni e servizi, larga parte dei quali fatti in territorio. Senza che intervenga nessuna rivalutazione delle buste paga, al contrario, avremo un Paese sempre più in declino economico e sociale, con forti ripercussioni sul bilancio dello Stato ed inevitabili prospettive di una forte recessione”.

 

Crede che l’Esecutivo sia ormai giunto al capolinea?

“La cronaca politica da giorni racconta di acque agitate e nervi tesi in maggioranza, questi ‘rumors’ si avvertono periodicamente e sono una costante nei vari Governi che si sono succeduti. Fare pronostici sul futuro dell’Esecutivo mi è difficile, ma posso dire – senza voler peccare di presunzione – che comprendo i difficili momenti che come Paese stiamo attraversando da ormai da troppo tempo e sono fermamente convinto che chi ricopre gli incarichi di Governo e di responsabilità deve dimostrare, prima di tutto, di sapere guidare il Paese privilegiando il confronto, il dialogo e la concertazione tra tutte le parti economiche e sociali”.

 

David Oddone

(La Serenissima)