San Marino. Io non credo che ci sia mai stato un tentato suicidio … di Marco Severini

severiniChe il carcere di San Marino non rispetti i canoni moderni di un edificio adibito alla reclusione lo abbiamo detto tante volte e con noi tanti organi dello stato, compreso –  nelle relazioni annuali del magistrato dirigente – anche il tribunale di San Marino; solo degli stolti – e ce ne sono anche tra chi pubblica notizie – hanno scritto diversamente schernendo chi sta espiando la pena e definendo il carcere – queste le esatte parole – un posto di villeggiatura vedendo gli alti costi di manutenzione ed i pasti forniti da uno dei migliori ristoranti di San Marino.

Ma le cose non stanno così. La struttura è vecchia e non più in linea con le direttive europee se non mondiali in fatto di reclusione. Questo è un dato certo, e di questo – mi sembra – che la politica se ne stia occupando prevedendo un nuovo centro carcerario a Murata.

Detto e chiarito questo, vorrei riflettere con voi sulla questione del tentato suicidio da parte dell’ex ispettore del Sia Mularoni, condannato alla pena detentiva di 5 anni; che vuol dire che almeno 2 se li deve fare ai cappuccini.

Io non credo che ci sia mai stato un tentato suicidio.

E la prova determinante di questa mia convinzione sta in quanto è stato scritto e firmato nel referto del medico che ha visitato il recluso dopo alcune ore dall’ipotetico ”estremo” gesto.

Mularoni secondo il medico non ha quei segni che fanno pensare ad un suicidio! Sul corpo del Mularoni, secondo il medico non esiste nessun segno ne sul collo ne sulle mani. Parole scritte pesantissime che sferzano in maniera precisa e puntuale il pensiero di tanti sammarinesi.

Queste dichiarazioni, peraltro scritte e di cui nessun media ha parlato (chissà come mai?), fanno riflettere e pensare al fatto che sia tutto un bluf, una bufala, architettata dai reclusi per porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulla loro situazione; in ore e ore solitarie, in carcere, si pensa ad ogni possibile soluzione per poter attenuare la propria condizione di prigionia. E’ normale, è umano, anche se non corretto. La verità paga sempre e la bugia viene rivelata.

Altro fatto da tenere in considerazione è che il cavo della tv è lungo solo un metro, una lunghezza insufficiente per poter essere utilizzato per compiere questo gesto.

Poi il fatto che questa azione sia stata eseguita in una zona dove non ci sono riprese video fa ulteriormente pensare a fa pendere l’ago della bilancia sulla probabile non veridicità della cosa.

Da attento osservatore ho potuto riscontrare questi fatti che ancora oggi non sono emersi, nella stampa tradizionale, o che probabilmente non si vuole fare emergere anche se sono certi e veri.

La difesa, che si guarda bene dirli, in special modo l’avv. Tania Ercolani su Rtv si esprime, in maniera incauta ed improvvida e forse volutamente per alzare della polvere, in questi termini: ‘‘l’avv. Tania Ercolani esprime sconcerto per il fatto che “ieri sera – dichiara il legale – ho letto la decisione del giudice su un sito internet d’informazione, mentre l’atto di rigetto riporta la data odierna, 31 maggio, e mi è stato notificato in mattinata”.

Lo sconcerto dovrebbe esprimerlo per il fatto il dottore non ha trovato sul detenuto segni che facciano pensare ad un suicidio e non al fatto che un parente del Mularoni, quindi vicino alla difesa, ci aveva comunicato per sms che anche se alle ore 17 c’era stata l’udienza del reclamo, il Giudice Battaglino aveva rigettato tale ricorso. Probabilmente lo avrà saputo direttamente da chi era in udienza e quindi poco sconcerto ma molta verità da parte nostra. Come sempre.

Quella che magari qualcuno non vuole che emerga in tutta questa vicenda.

 

Marco Severini – Direttore del Giornalesm.com