San Marino. Iss, Canti: “Cambio programmma gestionale costato 1.200.000 euro rallenta lavoro medici”

Molte domande e poche risposte che se vorranno i consiglieri di opposizione dovranno andare a cercare con il lanternino. E’ quanto accaduto nel pomeriggio che il consiglio grande e generale ha dedicato all’esame di interrogazioni e interpellanze tanto che il consigliere della Dc Stefano Canti ha chiesto alla Reggenza più rispetto nei confronti dell’aula consiliare “perché non è possibile che i consiglieri vengano rimandati a cercare da soli le risposte previo appuntamento negli uffici preposti”. Molti i temi trattati dalle interrogazioni a firma Dc con partenza da un focus sulla Sanità. E’ così finito sotto la lente di ingrandimento il nuovo programma gestionale di Iss “Dai dati che abbiamo raccolto presso Iss – ha detto il consigliere Canti per conto del proprio partito – è noto a tutti che il cambio del programma gestionale ha rallentato il lavoro dei professionisti, il che non soltanto perché come ha affermato il segretario Santi siamo nella fase del cambiamento. Il fatto è che si tratta di un programma molto macchinoso che ha una procedura lunga anche per il semplice rilascio di un certificato. Questo rallenta di molto il lavoro dei professionisti e riduce il tempo, già ristretto, che hanno per visitare e ascoltare il paziente. Ciò che servirebbe sarebbe è proprio l’esatto contrario”. Non secondario l’aspetto economico visto che dati e numeri alla mano il nuovo programma gestionale sarebbe costato a Iss 1.200.000 euro. I fari si sono successivamente accesi sul cup, il servizio di prenotazione di Iss che attualmente sarebbe in fase di sperimentazione. “Il cup – ha riflettuto Canti in aula – è un sistema di prenotazione che in una piccola realtà dove ci sono 30mila assistiti sembra azzardato. La procedura è infatti sembrata parecchio macchinosa e in tanti ci hanno chiamato per segnalarne i disservizi. Per gli anziani si tratta di un sistema in certo senso inaccessibile per accedere al quale devono avvalersi di altre persone. Vorrei capire se si tratta di un progetto che a vostro avviso funziona o meno, dalle risposte del segretario questo non si evince”. A quel punto la lente di ingrandimento si è posata sui due progetti di via Paolo III e Murata con la risposta del segretario che ha evidenziato come i costi per le due opere siano rispettivamente di 300mila e 500mila euro. Cifre spropositate per il consigliere della Dc Canti che ha rimarcato come in nessuno dei due casi si siano volute prendere in considerazione altre soluzioni. “Per via Paolo III – ha detto – parliamo del rifacimento di metà via e per Murata si è voluti andare avanti a tutti i costi con un intervento che non rientrava tra le priorità del Paese. Il report sull’incidentalità dice che non è una rotatoria che crea incidenti, gli interventi che devono essere presi in considerazione sono quelli lungo la superstrada, gli attraversamenti pedonali, era lì che si doveva intervenire. Poi ad aggiudicarsi l’appalto è stata una azienda italiana e c’è un ricorso che ha impedito la firma del contratto da parte delle imprese sammarinesi. Si continua a dare lavoro ad aziende forensi come sta avvenendo anche a Serravalle b”.

Repubblica Sm