San Marino. L’ ASTROLABIO: “Sì al Referendum su Accordo U.E.” … di Augusto Casali

Certo che in questi ultimi tempi Andorra è una fonte inesauribile di ghiotte notizie relative all’Accordo di Associazione all’U.E. Senza i contributi che sono arrivati dal Principato, a San Marino avremmo saputo ben poco, vista la segretezza con la quale i responsabili politicamente competenti, e ne sono cambiati parecchi in questi ultimi 10 anni, hanno trattato il negoziato con l’Unione Europea, tenendo all’oscuro i cittadini sammarinesi, relegandoli, più che altro, al ruolo di sudditi.

Per meglio capirci e sufficiente pensare che, avendo l’Italia sollevato eccezioni sulla sorveglianza finanziaria e dovendo San Marino provvedere a meglio spiegare la propria posizione, si è reso necessario un “Addendum” all’esito del negoziato. L’”Addendum” sembra essere pronto e, nei giorni scorsi, è stata convocata la Commissione Esteri appositamente. Ebbene, non ci crederete, la Commissione è stata convocata in seduta segreta. Tutto segretato, nessuno deve parlare, nessuno deve sapere che cosa c’è scritto!

Quindi, ciò che è uscito dal negoziato chiusosi nel dicembre 2023, già è praticamente sconosciuto ai sammarinesi; ora si rende necessaria una aggiunta al medesimo e la Commissione ad hoc viene segretata……… Capito mi hai?!

L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

Ma fortunatamente c’è Andorra che sforna notizie. L’ultima in ordine di tempo ci arriva dal dibattito interno sull’ U.E., che in quel Paese non manca: Il leader del Partito “Concòrdia”, Cerni Escalè, nel corso del dibattito di orientamento politico ha proposto una nuova strategia. Sospendere momentaneamente le trattative con Bruxelles, attendere che San Marino funga da rompighiaccio nell’Accordo di associazione all’U.E., attendere come andranno le cose e in seguito, con calma, riprendere a negoziare con più elementi a disposizione. Insomma, una specie di “vai avanti tu che a me viene da ridere…”  E a San Marino? Silenzio totale!

Dentro il negoziato sono rimasti solo Andorra e San Marino, con la differenza che Andorra ha già da tempo deciso che, comunque sia, debba celebrarsi un Referendum finale, lasciando agli elettori andorrani decidere cosa scegliere. Intanto sappiamo, sempre da Andorra, che è stato svolto un sondaggio preliminare, per quel che possono contare i sondaggi, ma oltre il 60% avrebbe risposto negativamente all’Accordo con l’U.E.; più recentemente, anche la Camera di Commercio, se non erro, ha fatto analogo sondaggio e il doppio degli imprenditori si sono schierati in modo contrario.

Da noi invece tutti in processione sulla via intrapresa. Praticamente, tutte o quasi le forze politiche presenti in Consiglio Grande e Generale, in virtù del Governo da farsi, potersi fare, o fatto, con il Partitone Nazionale, hanno sposato la causa senza sapere bene dove si sarebbe andati a finire e uno ad uno si sono assunti nel tempo responsabilità da cui, ora, è difficile venirne fuori immacolati dal punto di vista politico. Ed è così che sono stati approvati in Consiglio Grande e Generale una serie di ordini del giorno all’unanimità, che hanno inguaiato una classe politica, rivelatasi poco riflessiva e abbastanza modesta.

Ma, mentre da anni, qualcuno, quasi in solitaria, sta predicando la necessità di salvare la democrazia di questa nostra Repubblica, chiedendo la celebrazione di un apposito Referendum prima che l’esito del negoziato divenga Accordo Internazionale a tutti gli effetti, a me sembra di poter dire che oggi, finalmente, ci sia un risveglio sia sui mezzi di informazione che nella popolazione. Gli attestati che giungono a coloro i quali la necessità del Referendum la sostengono ne sono una chiara testimonianza.

A questo punto non si tratta più di essere favorevoli o contrari all’Accordo, ma di rivendicare il diritto dei cittadini di scegliere il proprio destino. Esercitare la democrazia diretta attraverso il Referendum, cioè votare, è un innegabile diritto, soprattutto per una decisione epocale i cui effetti ricadranno indistintamente su tutti i sammarinesi. E’ necessario che gli elettori abbiano l’opportunità di poter scegliere e qualunque esito finale, positivo o negativo, democraticamente impegnerà tutto il popolo e tutte le forze politiche, perché sarà salvaguardato in concreto il concetto di democrazia del Paese.

Ricorrere al Referendum è necessario per diversi motivi: A) Perché il nostro Paese è democratico e un tema così importante non può essere lasciato nelle mani di poche decine di persone; B) Perché in caso contrario si creerebbe una frattura tra potere politico legale e cittadinanza difficilmente superabile per molto tempo; C) Perché l’attuale maggioranza, che, almeno in parte, ha inciso meno di altre in tutta questa vicenda, si assumerebbe pesantissime responsabilità, con tutte le complicazioni del caso; D) Perché soprattutto quelle forze politiche che ad ogni piè sospinto si dichiarano dalla parte del popolo e della difesa dei loro diritti, sarebbero, per una volta, davvero coerenti; E) Perché si eviterebbe uno sfregio alla storia del nostro Paese degli ultimi 119 anni, che trova sede ideale nella lotta contro le oligarchie sammarinesi, concretizzatesi con l’Arengo dei capi famiglia del 1906.

Per tutte queste ragioni, ogni sammarinese dovrebbe sentirsi in dovere di difendere il proprio diritto a decidere; per tutte queste ragioni, personalmente, appoggerò tutte quelle iniziative che saranno messe in campo per la difesa della democrazia nella Repubblica di San Marino!

Augusto Casali