San Marino. La Dc pronta a rassegnare le dimissioni: ”bisogna pensare al bene del paese”

atrio palazzo pubblicoI consiglieri della Dc sono pronti a rassegnare le dimissioni e intanto hanno iniziato vari incontri per sondare eventuali alleanze in vista delle prossime elezioni.
Gli alleati più possibili sembrano, al momento, essere quelli con i quali è iniziato già un dialogo come il Psd e il partito Socialista.
«Con i Socialisti i rapporti sono in corso da tempo e consideriamo questo partito come molto rappresentativo della volontà popolare – fa notare il segretarioTeodoro Lonfernini, a capo del dicastero Turismo, Sport e Territorio –, mentre il Psd lo vedremo domani (oggi, per chi legge). Siamo ben desiderosi di ascoltare quelle che sono le idee che si stanno sviluppando all’interno del movimento Ssd, anche se continuiamo a ribadireche l’idea di un contesto politico allargato per il nostro Paese non va bene. Certo tutto sta nel capire se c’è una volontà di portare avanti seriamente un progetto per San Marino: se al loro interno c’è questa chiarezza, noi siamo pronti. Il Psd per noi è un interlocutore molto importante».
Il partito di maggioranza non chiude le porte nemmeno ai movimenti, in particolare a Civico 10, mentre forti dubbi restano nei confronti di Alleanza Popolare, quindi anche con l’aggregazione RepubblicaFutura che vede al suo interno anche l’Upr.
Intanto, nel corso dell’Ufficio di presidenza che si è tenuto ieri, non si è trovato un accordo per le date di convocazione del Consiglio grande e generale. In considerazione di questo, la decisione è stata presa dalla Reggenza. Quindi il parlamento si riunirà il 22, 23 e 24 agosto e dopo una interruzione di quattro giorni riprenderà nei giorni 29, 30 e 31.
Quindi niente da fare per la settimana di Ferragosto come aveva ripetutamente chiesto l’Unione per la Repubblica sottolineando l’urgenza in considerazione dei gravi problemi che affliggono il Paese.
Parzialmente modificata anche la successione dei punti dell’ordine del giorno che l’aula dovrà discutere: la presa d’atto delle dimissioni del segretario Antonella Mularoni (in quota Ap) che era stata fissata tra gli ultimi punti, sale al secondo, mentre al primo resta al questione dei referendum. Non sembra essere stato esplicitato un punto che parli espressamente della crisi di governo, ma va da sé che sarà impossibile fare finta di nulla. Il Resto del Carlino

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