San Marino. La figura di Giuliano Gozi divide il Consiglio. NO all’intestazione di una via

Contro tutte le aspettative il Consiglio Grande e Generale è riuscito a vagliare tutte e 15 le istanze d’Arengo previste dall’ordine del giorno prima della fine della seduta di ieri sera.

Tra queste solo tre sono state approvate, ovvero la numero 18 che chiedeva di terminare i lavori per la messa in funzione dei servizi igienici nel nuovo parco di Falciano, la numero 20 che chiedeva di intervenire per rallentare la velocità dei veicoli nel centro di Chiesanuova e la numero 26 che prevede che almeno una settimana prima dell’abbattimento di una pianta secolare sia installato un cartello di preavviso. Su tutte le altre è calata la mannaia della maggioranza e del Governo che solo in un caso ha lasciato libertà di coscienza all’Aula: l’istanza sull’intitolazione di una via a Giuliano Gozi, leader del partito fascista sammarinese al centro negli ultimi tempi di una ricerca condotta da importanti studiosi con l’ausilio della Fondazione Valori Tattili Asset Banca che ha portato alla luce molti documenti che dimostrano il suo impegno, anche in qualità di segretario di Stato, nella difesa di numerose famiglie ebree dai rastrellamenti fascisti.

L’istanza – respinta con 26 No, 21 Sì e 2 astenuti- ha scatenato un vivace dibattito in Aula riaprendo il divario tra destra e sinistra. “Va valutata – ha detto in apertura il segretario di Stato per gli Affari interni Gian Carlo Venturini – l’importanza del conte Gozi per avere assunto le più alte cariche dello Stato e tra l’altro firmatario della Convenzione di buona amicizia con l’Italia. Ha contribuito alla crescita di San Marino e dato rifugio agli ebrei durante la guerra. Non c’è però la disponibilità di idonei luoghi di denominazione e ci sono problematiche di toponomastiche, si può valutare la targa. Rimetto alla libertà del Consiglio l’accoglimento”.

Gian Nicola Berti di Ns ha svelato di aver apprezzato la figura di Giuliano Gozi leggendo la Via delle Rose di Giuseppe Marzi. “Durante la guerra – ha detto – San Marino ha dato esempio di umanità ospitando decine di migliaia di sfollati riminesi e perseguitati ebrei, attraverso una sinergia tra destra e sinistra sammarinese. Una storia che insegna. Credo si possa fare un piccolo atto di riconoscimento di questo momento storico”. Dai banchi di Ap Nicola Renzi ha sottolineato come il periodo fascista vada “analizzato e studiato, senza revisionismi. Alla fine di questo percorso si potrà prendere in considerazione la figura di una persona che ha compiuto anche atti degni di memoria. Non ragioniamo però in base a colori e tendenze politiche”.

Per Roberto Ciavatta di Rete “le responsabilità storiche rimangono al di là delle cose buone che si fanno. E’ troppo marcato il senso di appartenenza politica con cui si affrontano questi personaggi. Serve distacco e i tempi non sono ancora maturi. Ben vengano gli studi”. Giovanni Lonfernini dell’ Upr ha auspicato che “si possa aprire una fase per una lettura più ragionata della storia. Col tempo dobbiamo affrontare le radici della nostra storia con spirito di solidarietà e chiarezza, mantenendo ferme le responsabilità, ma leggendo anche l’umanità”.

Francesca Michelotti di Su ha sottolineato che “la figura di Giuliano Gozi ha un aspetto umano, ma era l’eminenza grigia del partito fascista sammarinese che emanò un provvedimento di tutela della razza ariana. Il fascismo sammarinese rispetto a quello italiano ha avuto una misura più moderata. Ma ci sono stati pestaggi che non so- no stati fermati dal gover- no, al professor Franciosi per esempio. Enzo Balducci è stato perseguitato.

Il fascino della storia si gode quando la polvere si è depositata”. Contrario anche il socialista Paride Andreoli che ha definito “inopportuno” da- re seguito alle richieste degli istanti. Contrario anche il Psd che con il giovane Michele Muratori si è limitato a far notare il parere negativo della Giunta di Castello.

Di altro avviso Roberto Venturini del Pdcs. “Comprendo quando si dice che non è passato abbastanza tempo. Ma la storia – ha detto in Aula – va conservata nella sua interezza, nel bene e nel male, senza enfasi e omissioni. Occorre abbandonare le contrapposizioni ideologiche. L’intitolazione non ha secondo fini se non ricordare il nostro patrimonio storico. Gozi ha avuto molto peso in quel periodo. Se si sono salvati molti profughi ed ebrei il merito è anche del governo di allora. Gozi è stato anche uno statista, ha dato il via a varie opere pubbliche. Il nostro gruppo ha lasciato libertà di voto, il mio sarà favorevole. Non si cambierà il giudizio sul fascismo”.