Riprendiamo e pubblichiamo
Adesso i radical schic oltre al giallo-rosso si stanno innamorando anche del verde, dopo Greta Thunberg la novella Mary Quant del ventunesimo secolo ha deciso di cavalcare, a differenza di chi entrò nella storia per minigonna, il cambiamento climatico. Come allora tutte le giovani in minigonna, oggi tutti ecologisti per stare alla moda del momento. Si stanno riscoprendo tutti seguaci della ragazzina svedese che accusa le ultime generazioni di “averle rubato un sogno”(?) . Sulle esternazioni sul problema dei cambiamenti climatici cé un solo dubbio, se siano o no farina del suo sacco. Tutti siamo consapevoli del periodo climatologico che sta interessando la terra e delle relative tragiche conseguenze alle quali stiamo assistendo. Ed è giusto che si cerchi di sensibilizzare tutti coloro che ancor oggi non se ne siano accorti. Peccato però che durante le faraoniche manifestazioni e gli interminabili cortei periodicamente organizzati, non scaturiscano mai serie e scientifiche proposte per cercare di risolvere, anche in parte, il pericolo che sembra incombere su tutta la popolazione mondiale .Si è creato un fenomeno populista che divide: da una parte ci sono i buoni, seguaci di Greta, che rispondono immediatamente ad ogni suo richiamo; dall’altra parte, i cattivelli, che pur consapevoli di ciò che sta accadendo sul clima , credono più alla scienza che non alla moda e soprattutto alle chiacchiere , che da anni rimbalzano di conferenza in conferenza. A nulla è valso il documento di 500 scienziati che smentivano le considerazioni sul clima della giovanissima studentessa, è stato, sentite ..sentite, censurato da quel movimento di Verdi che sta assediando l’Europa cavalcando e sfruttando il “gretismo” del quale avvalla teorie senza il benché minimo riscontro scientifico. Da questa euforia ecologista, non poteva rimanere indenne la nostra Repubblica. Anche da noi in occasione della “Fridys for future” gli studenti hanno sfilato pacificamente dimostrando grande educazione e senso civico, per le vie del centro storico per ribadire, davanti al Palazzo del Governo, la necessità di intervenire subito, senza ulteriore perdita di tempo per ridare un futuro alla terra e alle generazioni che verranno. Altrettanto si è verificato in tante città italiane, dove si dice che i giovani studenti in piazza siano stati circa un milione. Di questo milione sarebbe interessante sapere però quanti giovani sono disposti a tante rinunce pur di raggiungere lo scopo. Se al numero dei manifestanti fosse corrisposto, per esempio, il fermo dei condizionatori nelle loro case, allora sì che la Thunberg potrebbe -impunemente!-annoverarli fra i suoi interlocutori. Bisogna convincersi, al di là di spinte ideologiche e della passione del momento, che tutto ciò che, capi di stato, governi, associazioni, guru dell’ecologia hanno sinora messo in campo non è servito assolutamente a nulla, se non perdere ulteriore tempo, laddove di tempo non ce n’è più. Serve un confronto serrato fra scienziati, senza condizionamenti “gretiani”, senza tanti fanatismi, senza tanti slogan senza interferenze politiche se vogliamo effettivamente e seriamente tentare di ridare quella speranza che i giovani giustamente vanno chiedendo.
( Paolo Forcellini)-