San Marino. La mostra di Leonardo chiude tra le polemiche. Michelotti: ”Ci aspettavamo di più dal sistema paese e dall’università”

Marcella Michelotti: “Ci aspettavamo di più dal sistema paese”. È mancato l’apporto dell’università e delle Tv italiane.

Più di 20mila visitatori paganti e 2mila bambini sotto i 6 anni che sono entrati gratuitamente. Più di 200 scolaresche, di cui circa la metà provenienti da fuori San Marino. Sono questi alcuni dati della mostra su Leonardo Da Vinci che ha chiuso i battenti domenica e che verranno illustrati nel detta- glio alla stampa domani al- le 12.

Un evento molto amato e apprezzato ma allo stesso tempo discusso per il suo budget importante e per l’afflusso di visitatori sotto le aspettative. Accuse che il presidente del Convention e visitors bureau Marcella Michelotti rigetta con forza. “È stata un’esperienza molto interessante – commenta – l’organizzazione è stata impeccabile e nonostante tutto non si è verificato nessun incidente. Abbiamo dato lavoro a 10 persone che erano disoccupate e a tante aziende sammarinesi, creato un indotto importante”. (…)

L’evento ha fatto registrare un bilancio economico piuttosto pesante contando che è costato più di 600 mila euro. “È vero c’è una perdita – commenta il presidente – ma va considrato come un investimento. E la perdita c’è perché il Paese non ci ha creduto”. L’obiettivo delle critiche sono i privati che, ad eccezione delle banche che hanno concesso i prestiti iniziali, non hanno finanziato il progetto. In questo tipi di eventi infatti “il biglietto non copre mai il costo dell’opera” ma servono finanziatori che poi godranno dell’indotto turistico creato.

“Non voglio polemizzare – si sfoga il presidente – ma mi faccia dire che ci aspettavamo di più dal sistema paese” e in particolare dall’università che, nonostante l’evento calzasse a pennello per le facoltà di ingegneria e design industriale, “non ha valorizzato l’iniziativa e non ha fatto partecipare i propri iscritti”.

Un altro aspetto negativo sottolineato dal Cvb è “l’incapacità di utilizzare la televisione italiana per fare un servizio sulla mostra. Serve metodo e utilizzare il rapporto con la Rai per farci pubblicità sui media italiani e quindi all’estero. Non possiamo immaginare di fare questi investimento – continua – senza un apporto di questo tipo”. In sostanza la mostra ha evidenziato una “carenza strutturale del paese” e chi ne parla male “anche tra i politici” spesso l’evento “non l’ha neppure visitato”. (…) La Tribuna

 

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