San Marino. “La signora degli anelli” alla Bibliobaita di Serravalle … di Angela Venturini

Sia esso sigillo, o pegno d’amore, l’anello ha una storia antica quanto l’Uomo e, pur cambiando materiali e simbologie, la sua forma circolare rappresenta sempre l’infinito. Contesti storici e sociali anche molto differenti, narrano storie di appartenenza, di amori, matrimoni, perdite; ma anche di magia, di potere e di riti scaramantici. 

Storie assolutamente affascinanti narrate da Anna Fiorelli, laureata in storia dell’arte medievale e storica del gioiello, presso la Bibliobaita di Serravalle, lunedì sera, nel contesto delle iniziative estive della Giunta di Castello.  

Storie palesi o nascoste che, già nel mondo antico si legano al cosmo, a quell’energia divina a cui l’Uomo si rivolge per riceverne protezione e aiuto, per favorire la fertilità, per suggellare un legame d’amore. Simbologie che mutano nel tempo, ma che sempre raccontano storie di vita o rappresentano il potere taumaturgico assegnato ai materiali, un vincolo affettivo, lo stato sciale di chi quel gioiello lo indossa. Fin dall’epoca degli antichi Egizi, l’oro giallo è la carne degli dei, rappresenta il Sole e la simbologia maschile; è incorruttibile e malleabile, perciò si presta a molte lavorazioni. L’argento, invece rappresenta la Luna e la femminilità, la purezza e l’umiltà. 

Anna Fiorelli racconta che l’oro bianco è un’invenzione piuttosto recente. Diffuso dalla fine degli anni ’20 del Novecento, era impiegato come alternativa economica al platino, che veniva utilizzato in ambito militare. Ben presto è diventato il secondo materiale più utilizzato per i gioielli, dopo l’oro giallo. 

Anche il platino ha una storia piuttosto recente, anche se veniva usato nei millenni scorsi, senza però che ne fosse conosciuto il valore. Il suo nome deriva dallo spagnolo, “platina” diminutivo di “plata” cioè piccolo argento. Scoperto in Columbia da uno spagnolo, il più raro e prezioso dei metalli prese il nome dal più modesto. Solo più tardi si scoprirono le sue nobili funzioni, sia per usi militari, sia per l’alta gioielleria. 

Eppure, le immagini degli anelli antichi custoditi nei musei, che la relatrice fa scorrere sullo schermo, parlano di anelli fatti di ferro, di rame, di osso, che hanno una bellezza commovente. E poi, le pietre che li adornano, preziose o semipreziose rivelano, insieme alla loro fattura, significati che in molti casi si rifanno ai quattro elementi: acqua, terra, aria, fuoco. Lo zaffiro rappresenta l’aria, la verginità, la virtù. Il rubino rappresenta il fuoco, l’amore, l’energia. Il diamante, apprezzato solo dopo il 1400, rappresenta la tenacità: messo vicino al rubino è amore eterno. La perla è purezza, trasformazione, simbolo di vita. Il turchese ha una forte funzione protettiva, per cui veniva usato per gli anelli dei bimbi, che in antichità morivano spesso in età tenerissima. 

Bellissimi anche gli anelli in ambra, o in cristallo di rocca. Molto curiosi sono quelli del “memento mori” (ricordati che devi morire) nei quali sono sempre racchiusi piccoli teschi o ossa incrociate. Sono spesso ricchissimi e di pregiata fattura gli anelli usati da Papi e imperatori come sigillo, quindi fondamentale simbolo di potere. 

Ci sono anelli preziosissimi, che non sono mai di proprietà delle donne a cui vengono regalati, ma si tramandano da una generazione all’altra, quasi sempre per via maschile, come proprietà e simbolo del potere di una famiglia nobiliare. 

E poi ci sono mode che attraversano i secoli, come “le mani in fede”, anelli che portano incise due mani incrociate e che evidentemente simboleggiano il matrimonio. Ma con multe sfumature di significato quando sono portati nella mano destra o nella mano sinistra, rivolti verso il basso o verso l’alto. 

È quasi un’enciclopedia dell’anello, quella che Anna Fiorelli illustra ad un folto pubblico, inframmezzando la presentazione con letture antiche proposte da rappresentanti dell’associazione la Corte di Olnano, tra cui una lettera d’amore di Bonaparte a sua moglie Giuseppina, così struggente e appassionata come mai ti aspetteresti da un soldato avvezzo alle più dure battaglie. 

Alla fine è una vera ovazione per la “signora degli anelli” e per una conferenza che ha scaldato il cuore di tutti. 

Angela Venturini