San Marino. L’ASTROLABIO – “A tutto c’è un limite!” … di Augusto Casali

Ex Segretario di Stato Augusto Casali

Ho letto in questi giorni che l’Istituto Italiano di ricerca “Lazzaro Spallanzani” ha annunciato gli esiti di uno studio congiunto italo-russo di ricercatori rappresentanti del Centro Italiano e del Gamaleya, Istituto creatore del vaccino Sputnik V. Da tale studio è emerso che il vaccino russo, usato a San Marino dalla maggioranza dei suoi cittadini, soprattutto nella prima fase, dimostra titoli di anticorpi neutralizzanti del virus alla variante Omicron, più di 2 volte superiori rispetto a due dosi di vaccino Pfizer.

Questo è quanto ha spiegato all’ Agenzia ANSA il RDFI, responsabile per la commercializzazione dello Sputnik.

Ma siccome a San Marino (34.000 abitanti) per quel che riguarda la Sanità stiamo ormai inseguendo pedissequamente tutto ciò che avviene in Italia (60.000.000 di abitanti), quando si è cominciato a parlare di dose di richiamo o terza dose, subito è scattata la propaganda tesa a spingere i sammarinesi ad utilizzare Pfizer, perché, ci dicevano, la miscela sarebbe stata quasi miracolosa, in quanto Sputnik sarebbe diventato, grazie a Pfizer, prodigioso.

 Invece gli studi condotti di cui ho già detto sopra dimostrerebbero il contrario, anche se qualche quotidiano ha scritto che ne dubita. Come si fa ad avere fiducia in quel che ci viene detto se viene affermato tutto e il contrario di tutto?

Forse sarebbe stato sufficiente dire la verità: siccome l’Ente europeo EMA non ha riconosciuto ancora il vaccino Sputnik V e l’Italia pretende di rendere accessibile il green pass per i sammarinesi solo se hanno fatto la vaccinazione o il richiamo Pfizer, approvato dall’EMA, i sammarinesi, sapendo come stanno le cose, avrebbero dovuto poter scegliere l’uno o l’altro vaccino a seconda delle proprie necessità o convinzioni. 

Comunque al di là delle voci, delle notizie vere che si mescolano con quelle false, I medici dell’Ospedale Spallanzani sono, già dal marzo/aprile 2021, venuti a San Marino per studiare il vaccino Sputnik; credo che lo studio sia stato sovvenzionato dall’ISS. Ebbene, dov’è finita la relazione con gli esiti del medesimo? L’I.S.S. ce l’avrà sicuramente, però viene tenuta riservata, segreta e non viene divulgata alla popolazione affinchè possa giungere ad autonome conclusioni. Ora cominciamo ad intuire che cosa ci può essere scritto in quelle conclusioni, ma le medesime, e non si capisce perché, devono rimanere inaccessibili ai sammarinesi e non credo davvero per volontà della dirigenza medico-scientifica di San Marino.

Nel nostro Paese tutto quello che interessa direttamente i cittadini, da quando i paladini della trasparenza sono andati al Governo, deve essere tenuto nascosto, segretato, occultato.

Così come deve rimanere segreta la Relazione Rabini, in cui sarebbero rilevate inadempienze da parte dell’ex Direttore Generale, tali da spingere lo stesso Dr. Rabini ad avanzare un esposto denuncia presso il Tribunale di San Marino.

Ma mentre analogo documento presentato dall’ex Direttore Generale è stato ampiamente divulgato con dovizia di particolari, la relazione Rabini deve rimanere segretata, non deve uscire neppure un rigo, nessuno deve sapere nulla, i cittadini devono restare nella loro ignoranza. Perché? Forse perché se viene resa pubblica potrebbe saltare qualche testa a livello politico e conseguentemente potrebbe saltare anche il banco? Fantasia? Molto semplice appurarlo: rendete pubblico il documento, così sapremo tutti come stanno realmente le cose e chi ha mentito sulla testa dei cittadini.

Ad ogni modo, in questo clima di emergenza permanente, tutto è possibile: I diritti e le libertà sono stati ampiamente limitati, la democrazia è stata accantonata, il virus è stato burocratizzato al massimo, l’economia del Paese, soprattutto per le categorie del turismo e del commercio, ha subito contraccolpi devastanti. In questo clima di isteria collettiva, in parte importata dall’Italia, le lamentele per le code nelle farmacie, negli ambulatori e per la difficoltà di contattare medici e call center, si sprecano.

Se è vero che siamo in emergenza occorrerebbero politiche emergenziali, ampliando i servizi sanitari, mettendo più personale a disposizione nei vari settori strategici, occorrerebbero piani per i mezzi di di trasporto e di aerazione nelle aule. Invece di tutto ciò non si vede traccia. 

Mi si dirà che occorrono risorse economiche per tutto questo, cosa poco compatibile con lo stato attuale delle finanze pubbliche. E’ vero, ma io credo che tagli di bilancio si possano fare ovunque ma non nella sanità pubblica, dove, casomai, sarebbe necessario procedere alla razionalizzazione della spesa. 

Quando in una famiglia le possibilità economiche diminuiscono si procede alla rinuncia del superfluo, e allora ci si scordi di Dubai e delle delegazioni oceaniche al seguito, del Gran Premio di MGP, della miriade di partecipazioni in organismi internazionali in cui gli interessi di San Marino non corrono alcun rischio, delle manifestazioni inutili e dell’interminabile sfilza di provvedimenti clientelari, della pletora di consulenti pagati per svolgere compiti che già altri dovrebbero fare,  e tutta quella massa di denaro pubblico risparmiato venga messo a disposizione della sanità in questo periodo di emergenza. 

Con più medici, con più infermieri e personale amministrativo, gli ambulatori della medicina territoriale tornerebbero alla migliore funzionalità; con più farmacisti le code si diraderebbero; con più personale nei call center le risposte telefoniche sarebbero più rapide.

Siamo o non siamo in emergenza? Se sì allora è necessario fare questo più che sfornare decreti a ripetizione che stanno soffocando spazi di libertà a cui i cittadini avrebbero invece diritto. Anche perché c’è un limite a tutto!

Augusto Casali