San Marino. L’ASTROLABIO – “Referendum: Al bel veder ci manca poco!” … di Augusto Casali

Il legislatore sammarinese ha pensato bene, in ossequio alla tradizione democratica della nostra Repubblica, didotare l’Ordinamento sammarinese di strumenti di democrazia diretta. Gli organismi internazionali sembrano aver molto apprezzato e pubblicamente confermato, questa attenzione da parte di San Marino nel corso delle visite svolte periodicamente nel nostro Paese. Tali strumenti sono, ovviamente, richiamati nella Carta dei Diritti della nostra Repubblica.

    L’ex Segretario di Stato Augusto Casali

Parlo chiaramente della Istanza d’Arengo e del Referendum. Solo che, purtroppo, tutti i governi vivono questi elementi come una rottura di scatole rispetto ai propri progetti e ai propri desiderata. Ad esempio, l’Istituto della Istanza d’Arengo, soprattutto quando tratta argomenti pruriginosi per le maggioranze, oggi viene aggirata con l’invenzione degli ordini del giorno, attraverso i quali si procrastinano le risposte a tempo indeterminato fino al dimenticatoio. Ricordo quando ero un giovane Consigliere che una collega di grande esperienza e levatura, Clara Boscaglia, parlando di Istanze d’Arengo spiegava, al Consiglio Grande e Generale, che le stesse dovevano essere rispettate per ciò che era la volontà dei cittadini presentatori e pertanto, i Consiglieri, dovevano votare sì o no alla esatta richiesta contenuta nell’istanza dei cittadini, senza raggiri, senza accantonamenti, senza adottare scorciatoie comode, assumendosi la responsabilità del proprio operato, anche quando poteva rivelarsi scomodo.  Per non parlare poi delle Istanze d’Arengo approvate a grande maggioranza dai Consiglieri e poi lasciate inevase fregandosene di etica, norme e opportunità espresse.

Ecco, se gli organismi internazionali sapessero questo, forse, sarebbero più prudenti nel dare il loro giudizio. Per non dire dell’Istituto del Referendum, previsto per dare la possibilità ai sammarinesi di esprimersi su temi di particolare importanza e coinvolgimento dell’intera popolazione, così come recita la nostra Carta dei Diritti quando afferma che la sovranità di San Marino sta nel popolo.

Solo che poi, nella pratica, cimentarsi in un Referendum, significa partecipare ad una vera e propria corsa ad ostacoli. Infatti, se il Collegio dei Garanti dovesse giudicare ammissibile la richiesta, i promotori dovranno raccogliere oltre mille firme di adesione da parte dei sammarinesi aventi diritto al voto. In Italia, di firme ne sono richieste 500.000 su 60 Milioni di persone, in più, a San Marino, circa 15.000 concittadini risiedono all’estero da dove è ben difficile che i medesimi vengano a San Marino per fare una firma di sostegno al Referendum. Lo squilibrio mi pare eloquente. Insomma, abbiamo la legge sul Referendum ma si fa di tutto per rendere difficile fare esprimere gli elettori sammarinesi attraverso la democrazia diretta. Comunque, i sammarinesi già più di una volta hanno abbattuto gli ostacoli approvando Referendum ufficialmente avversati un po’ da tutti: Partiti, Associazioni, Sindacati e mezzi di informazione, che, però, sono stati bocciati dal giudizio popolare.

In questi giorni il discorso Referendum, riferito all’Accordo di Associazione all’Unione Europea, è di grande attualità. Da quando sono stati annunciati più Referendum sulla materia, il dibattito si è infervorato. E coloro i quali pensavano e forse speravano, di raggiungere i propri obiettivi scavalcando a piedi pari i cittadini sammarinesi, ora si devono ricredere, infatti, la volontà di contare e di partecipare alle scelte del Paese, da parte degli elettori, è notevole e palpabile, al di là di ogni altro fattore e la cosa comincia a preoccupare non poco i piani alti.

Addirittura, il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, mentre qualche settimana fa dichiarava nella Commissione Mista allargata che era difficile spiegare i contenuti del negoziato perché tanto i sammarinesi non avrebbero capito, ora comincia a dire che è necessario svolgere una campagna di informazione capillare. Quindi, cari concittadini, aspettatevi il tardivo arrivo di informazioni a valanga. Sarete seppelliti di carta e di notizie. Auguriamoci che non riguardino solo eventuali aspetti positivi, nascondendo le eventuali cose negative e le rinunce che il Paese dovrà fare. Comunque sia, ricordatevi che, se avrete notizie lo dovrete a quei cittadini coraggiosi e volonterosi, che si sono esposti firmando le richieste di Referendum, altrimenti le informazioni le avreste viste con il binocolo, al massimo vi avrebbero rinviato ad Internet, dove avreste trovato migliaia di pagine scritte in burocratichese e politichese, con gli allegati in lingua inglese. Eppoi, questa inversione di rotta, non da ragione a coloro i quali da anni chiedevano notizie e informazioni sul negoziato in corso, senza mai avere una risposta pertinente? La verità sta piano piano emergendo: la cittadinanza è stata tenuta all’oscuro volutamente, scientemente e questo alimenta nella gente i dubbi, le perplessità e le incertezze; che cosa c’è da nascondere e da non dire apertamente ai sammarinesi?

Poi, alla Festa dell’Amicizia della settimana scorsa, durante l’intervento del Segretario del P.D.C.S., è stato detto che non c’è contrarietà al Referendum e che anzi, il Referendum si deve fare per un tema così importante. Questa è una dichiarazione nuova, che si avvicina molto al sentire dei referendari. L’unica differenza è che la D.C. vorrebbe fare il Referendum dopo la ratifica ed un congruo lasso di tempo per verificare gli effetti dell’Accordo. A parte il fatto che dopo la ratifica diverrebbe Accordo Internazionale operante e non sarebbe quindi più possibile svolgere referendum, almeno con le leggi oggi esistenti a San Marino, ai più verrà da chiedersi per quale motivo dovremmo attendere eventuali effetti dannosi anziché prevenirli. Sembra quasi di essere alla roulette, se esce rosso vinciamo, se esce nero perdiamo, puntiamo alla cieca, senza sapere che cosa succederà. Non c’è da stupirsi se poi a moltitutto questo sembra una posizione sbagliata e rischiosa,per San Marino e per i sammarinesi.

Insomma, c’è molta aleatorietà nel progetto legato all’Accordo di Associazione all’U.E. e non tutto sembra essere così liscio, convincente e  benefico, come hanno tentato di raccontare per anni, quindi, è più opportuno che mai che i sammarinesi si prendano in mano il proprio destino e attraverso il Referendum decidano a maggioranza la strada futura da intraprendere, con buona pace dei soloni che tutto hanno capito senza riuscire a spiegare nulla!