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  • San Marino. Lonfernini contro Elego, uno scontro che può mettere all’angolo la Dc. Libera “gelata”, in Via delle Scalette sventato il tentato “golpe-Mussoni” … di Enrico Lazzari

    La “Finanziaria” è legge e il matrimonio fra la “principessa” libera e il “rospo” Dc è saltato. Sembravano essere, praticamente, già all’altare. Ma alla fatidica frase “se qualcuno ha qualcosa da dire parli ora o taccia per sempre”, le nobildonne oggi conviventi dello sposo hanno addirittura urlato le loro perplessità, facendo breccia nel cuore dell’amato, pur diviso fra l’una e le altre.

    Ma lasciamo le matafore e torniamo ai fatti, che ci presentano una maggioranza compatta sia nel votare favorevolmente la Legge di Bilancio che nel respingere, dopo aver auspicato un suo ritiro, rigettato fermamente da Libera, il famoso emendamento Libera-Dc che, presentato da Francesco Mussoni (Pdcs) aveva generato fortissime tensioni in maggioranza e, al tempo stesso, anche all’interno del “Partitone”.

    Alla fine, tutto è andato come anticipato qualche giorno fa in una mia “azzardata” analisi (leggi qui). Certo, l’emendamento non è stato ritirato nonostante la proposta in tal senso di Via delle Scalette: Libera ha voluto votarlo a tutti i costi, magari -deduco- sperando nella conta di evidenziare una divisione in casa democristiana. Lo stesso Mussoni, infatti, alla luce dell’impossibilità di una sua approvazione, aveva auspicato che Libera accettasse di ritirarlo, sbattendo però contro il muro invalicabile eretto da Giuseppe Morganti (Libera).

    Divisione che, invece, non si è evidenziata visto che i voti contrari registrati sono praticamente fotocopia (uno in meno) dei voti favorevoli ottenuti dalla Legge di Bilancio. Ciò non significa, ovviamente, che in casa democristiana regni l’amore fra tutte le sue componenti, ma soltanto che la “fronda” interna Mussoni-Lonfernini, catalizzata attorno alla corrente ciellina che fa capo a Pasquale Valentini -lo palesa la logica-, non ritiene, al momento, di avere la necessaria forza per sferrare una nuova battaglia all’indirizzo della maggioranza interna stretta attorno al Segretario Giancarlo Venturini.

    Possiamo affermare ormai con relativa certezza, dunque, che la tabella di marcia definita nell’accordo di governo successivo alla fuoriuscita di Rete dal Governo, non subirà variazioni e si voterà nella tarda primavera, come concordato.

    Se una partita politica si è quindi chiusa con il congelamento degli entusiasmi della minoranza Dc e della coalizione di Via del Serrone (Libera e Pss, appunto), un’altra non sembra spegnersi. Anzi, viste le parole del Segretario di Stato Teodoro Lonfernini, affidate alla Tv di Stato (leggi qui), il caso scatenato dall’incontro a Palazzo Begni fra le forze socialiste -ad eccezione del Pss- e il Pdcs, potrebbe diventare addirittura politico.

    …Con mia sorpresa ho notato al tavolo persone senza alcun ruolo nell’attuale scenario politico, e ho ritenuto di abbandonare la riunione nel momento in cui Andreoli ha voluto insistentemente prendere la parola”. E ciò perchè, si può dedurre alla luce delle dichiarazioni nella loro integrità, fra i presenti c’era quel Paride Andreoli, più volte nella sua carriera politica nell’area socialista, membro del Congresso di Stato, con cui Lonfernini non vuole “perdere nemmeno un secondo in più” delle sue “giornate” per “rispondere a interlocutori che in questo momento” non ritiene “essere nello scenario politico”.

    Peccato -per Lonfernini, verrebbe da aggiungere- che Andreoli è a pieno titolo nello scenario politico sammarinese attuale, visto che è un membro del direttivo di Elego, forza sì extraparlamentare, ma presente già nelle schede elettorali delle ultime elezioni politiche e parte importante del riesumato progetto di riunificazione delle forze socialiste -o che dir si voglia di rilancio della coalizione Npr, visto il dirompente (secondo me avventato) passo fatto dal Pss verso Via del Serrone… Altro che -piaccia o non piaccia a Lonfernini- interlocutore fuori dallo scenario politico!

    E altrettanto si può dire, pur senza incarichi formali nel Psd, per Fiorenzo Stolfi, a sua volta già membro del Congresso di Stato in diverse legislature, e, con Andreoli, notoriamente a chi la politica la sa fare e “leggere”, fra i fautori del progetto di riunificazione della diaspora socialista che, quando -e se- si sarà concretizzata, contribuirà a rafforzare anche il Pdcs, altrimenti costretto ad una unica possibile alleanza, quella con Libera, politicamente penalizzante per il “partitone”.

    Su questo concetto è necessario soffermarsi per comprenderlo appieno. La prossima legislatura sarà decisiva per la Repubblica di San Marino, per il suo futuro economico e sociale. Non è auspicabile, così, dar vita ad una ammucchiata “arlecchinata”, composta da un partito numericamente forte e tanti cespuglietti, ognuno determinante per garantire la governabilità. Vi immaginate, ad esempio, una nuova maggioranza con il Pdcs (o Con Libera al suo posto qualora dovesse stupire nelle urne) che ad ogni provvedimento si trovasse costretta a trattare e cercare il compromesso con altri 5 partitini da tre consiglieri? Il governo non farebbe nulla di decisivo e il Titano affonderebbe definitivamente.

    Al momento l’unica possibilità di governo non “arlecchinato” è la coalizione Libera-Pss e Dc, che da soli potrebbero anche arrivare alla fatidica soglia di 35 seggi. O, perlomeno, sfiorarla. In quest’ultimo caso basterebbe “imbarcare” un “partitino” -i cui seggi non sarebbero poi decisivi per la soglia dei 30 voti necessari a varare provvedimenti- per formare un governo sufficientemente coeso e in grado di affrontare le difficili e decisive sfide che attendono San Marino.

    Se non cambia nulla, quindi, il Pdcs avrà una unica strada e ciò significa inderogabilmente, per Via delle Scalette, una pesante perdita di forza contrattuale e, al tempo stesso, concessioni importanti, sia in termini politici che di segreterie di Stato, all’ala più radicale della sinistra sammarinese, non so fino a quanto compatibile con la visione politica democristiana.

    Se, invece, l’area socialista -ormai, con Ar, allargata ai cosiddetti “SocialBerti” di Ns- dovesse ricompattarsi, il Pdcs avrebbe una doppia scelta: il ricompattato Garofano o Libera… Magari, in tal caso, improvvisamente orfana del Pss nonostante l’accordo elettorale oggi raggiunto e formalizzato. Del resto, opposto ad un’area socialista ricompattata e accasato fra le mura “post-comuniste”, il Pss avrebbe molta più difficoltà a raccogliere consensi che non se opposto -come oggi- ad una infinità di insignificanti partitini della stessa area.

    Addirittura, un Garofano riunificato potrebbe divenire appetibile anche per quelle componenti -ex Civico 10 ad esempio, ma non solo- che notoriamente hanno una convivenza sempre più complicata con l’ala più estrema di Libera… Ma questa è un’altra storia…

    Il Pdcs -ad eccezione di Lonfernini, evidentemente- quindi “tifa” fortemente per la riunificazione socialista, perchè il successo di questo progetto andrebbe a rafforzare fortemente, al di là del seggio più o seggio meno che saprà conquistare- la Democrazia Cristiana nello scenario politico.

    Ma se verso il Garofano riunificato qualcuno (Lonfernini se fra un anno coerente con le dichiarazioni di oggi), in Via delle Scalette, dovesse porre il veto verso Elego perchè ha Andreoli nel suo Direttivo, la Dc sarebbe ancora più debole nella trattativa per formare il nuovo esecutivo…

    Siamo di fronte all’ennesima pesante “gaffe” del Segretario di Stato Lonfernini? Forse… In caso sarebbe l’ennesima dopo la gestione pessima -almeno sul fronte comunicativo (opinione personale ovviamente)- del caro bollette e non solo…

    Enrico Lazzari