Oggi vorrei soffermarmi su Luciano Canfora. Ovvero uno dei più importanti filologi classici esistenti, che peraltro ho avuto il piacere e l’onore di conoscere attraverso il nostro Magnifico Rettore, Corrado Petrocelli.
Ho sempre considerato Canfora un vero e proprio fiore all’occhiello per l’Università di San Marino, un personaggio capace con la sua sola presenza di nobilitare un intero Paese.
Capirete dunque la mia curiosità nell’apprendere che il prof ha scritto un saggio a quattro mani col collega de La Verità, Francesco Borgonovo, dal titolo “Guerra in Europa. L’Occidente, la Russia, la propaganda”.
Si legge nella copertina di tale tomo: “La guerra combattuta al fronte con le armi e i proiettili veri è affiancata dalla guerra di propaganda combattuta con i mass media, che non si interrogano sulla verità dei fatti, ma sono schierati a difendere gli interessi di parte”.
Non è un mistero che le posizioni di Canfora sul conflitto in corso in Ucraina stiano facendo discutere – soprattutto nel mondo accademico e a sinistra – perché secondo qualcuno tendenti a giustificare l’operato di Vladimir Putin, “provocato” dalle manovre della Nato.
Personalmente trovo falso e scorretto tacciare Canfora di essere “putiniano”. La sua storia umana e professionale del resto parlano da sé.
Anzi è apprezzabile e certamente corretto non conformarsi al pensiero unico.
Allo stesso modo è assolutamente lecito da parte di giornalisti e accademici, chiedersi e chiedere conto di come sia stato possibile arrivare allo scenario odierno.
E’ stato fatto ogni sforzo per evitare il conflitto?
Qualcuno ha soffiato perché dalla guerra poteva trarne un vantaggio politico ed economico?
E’ giusto che un Paese che ripudia la guerra, come recita la Costituzione italiana, debba inviare armi all’Ucraina?
Non è facile dare una risposta a tali quesiti e concordo con chi solleva dubbi.
Ma, c’è un “ma”. Che è sotto gli occhi di tutti e non può essere sottaciuto, né liquidato con la retorica.
La Russia sta commettendo crimini contro l’umanità. E nel 2022, in Europa, non è tollerabile che uno Stato invada un altro Stato.
Era dalla fine della seconda guerra mondiale che non si assisteva a fatti di tale portata, gravità e drammaticità.
Nessuna “provocazione” può legittimare il massacro di civili. Né il Donbass o Odessa possono essere sbandierati quali scusante.
Se quindi è sbagliato, sbagliatissimo accettare sempre e comunque come oro colato la narrazione ufficiale – a maggior ragione se si è giornalisti – dobbiamo altresì prestare attenzione all’altra faccia della medaglia.
Lo voglio ribadire per l’ennesima volta: è particolarmente sottile la linea che divide la libertà di espressione, dalla propaganda e la disinformazione.
Per motivi di lavoro sto leggendo testimonianze dirette – quindi non mediate – di donne e uomini che si costituiranno davanti alla Corte Penale Internazionale contro la Russia.
Posso assicurare che vi sono episodi da fare accapponare la pelle.
Invito allora chi propone ragionamenti “alternativi” a prendere contezza anche di tali fatti e dell’inferno che sta vivendo il popolo ucraino, fra cui ci sono – giova ricordarlo – tanti bambini.
Gli sforzi di ognuno devono essere completamente proiettati ad una soluzione negoziale e diplomatica del conflitto: ci sarà certamente tempo dopo per scovare responsabili e responsabilità. Ed anche per puntare il dito contro chi, in qualità di Capo di Stato, nulla ha fatto preventivamente per soffocare i venti di guerra.
Dal canto mio trovo apprezzabile l’idea di fondo del libro di Canfora e Borgonovo di dare voce a tutti. E allo stesso tempo voglio sforzarmi per comprendere il punto di vista degli autori, i quali stanno provando a guardare e raccontare i fatti da un’altra angolazione.
Lo farò però nella consapevolezza che anche solo provare a giustificare l’operato di Putin, rappresenta un esercizio non solo ben lontano dai miei principi, ma soprattutto da quelli fondanti l’Antica Terra della Libertà.
David Oddone