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  • San Marino. M.G. risponde al ”Quaqquaraqua” Ciacci. ”Ciacci e il “nano” in galera”

    Ciacci e il “nano” in galera

    Nei giorni scorsi, durante una delle mie frequenti navigazioni su Facebook, ho letto con angoscia le frasi
    del signor Matteo Ciacci che dialogando con un altro utente ha affermato di aver compiuto qualcosa di rilevante per far finire il “nano” in galera.

    È a tutti noto chi sia il “nano”, ma il punto non è questo. Potrebbe infatti essere chiunque e resterebbe inalterata la gravità delle parole utilizzate dal signor Ciacci con un tale livello di arroganza e superficialità da far pensare le peggiori cose.

    Sembra quasi di tornare indietro nel tempo, in epoca medievale, quando i Tribunali dell’Inquisizione avevano l’unico scopo di perseguire, condannare e quindi eliminare i potenziali nemici di chi deteneva il potere temporale e spirituale.
    Leggendo queste affermazioni folli sorgono spontanei alcuni interrogativi.

    Qual è il ruolo che consente al signor Ciacci di fornire un contributo rilevante all’incarcerazione di un cittadino sammarinese?
    Il signor Ciacci è un magistrato? Oppure con chi ha collaborato o sta collaborando il signor Ciacci per privare un cittadino sammarinese della propria libertà personale?

    Il signor Ciacci si rende conto che è vergognoso che un personaggio politico come lui, arcivotato alle elezioni del 2016 e aspirante segretario di stato dopo la prossima tornata elettorale, si permetta di sproloquiare a vanvera in quel modo, con un linguaggio difficilmente tollerabile persino in una conversazione tra amici al bar, rispetto al
    più importante dei diritti fondamentali dell’uomo che è la libertà individuale?

    È consapevole che così facendo distrugge le fondamenta dello stato di diritto, si prende gioco del sacro principio della separazione dei poteri e fomenta un clima di sfiducia verso la magistratura che in questa maniera appare etero diretta dalla politica?

    Va bene che in campagna elettorale si deve conquistare il massimo consenso, ma così sinceramente è davvero troppo. È delirio di onnipotenza. È totale disprezzo verso le istituzioni. È lo disconoscimento dei valori enunciati nella Dichiarazione dei diritti del cittadino e dei principi fondamentali dell’ordinamento giuridico sammarinese, risalente al 1974.

    È vero che il signor Ciacci intende erigersi a paladino della lotta contro i poteri forti ma forse sta un po’ esagerando ed è meglio che si dia velocemente una calmata se non vuole correre il rischio di sprofondare nel ridicolo.

    D’altra parte spulciando sommariamente la composizione della lista di cui il signor Ciacci è indiscusso capo supremo, ci sarebbe molto da ridire in merito alla vicinanza a certi ambienti e in particolare alla cosiddetta cricca “Grais-Savorelli”.

    Forse il signor Ciacci soffre di amnesie precoci data la giovanissima età, ma sarebbe il caso che qualcuno gli rinfrescasse la memoria, ricordandogli chi era il titolare delle Finanze quando vennero nominati prima Grais e poi Savorelli e chi nel 2016 era ancora membro del Congresso di Stato e difendeva a spada tratta l’operato del vertice di Bcsm e successivamente ha continuato a farlo da altro ruolo nel corso della legislatura che si è appena conclusa.

    Il signor Ciacci non è al corrente di tutto questo? Difficilissimo crederlo.
    Se però non bastasse quello che ho già scritto, invito il signor Ciacci a verificare se tra i suoi colleghi candidati
    vi siano professionisti che abbiano ricevuto, proprio da Grais e Savorelli, consulenze per alcune centinaia di migliaia di euro in virtù della loro vicinanza a un “potentissimo” ex membro del CdA di Banca Centrale.

    Quella della lotta ai poteri forti è una narrazione che può avere grande efficacia in una competizione elettorale, ma perché non si trasformi in un pericoloso boomerang è necessario avere le carte in regola di cui onestamente né
    il signor Ciacci né ancor di più i suoi compagni di viaggio paiono disporre.

    M.G.

    Tratto dall’Informazione del 3 novembre 2019

     

    La replica inconsistente ed in politichese di Ciacci

    Caro M.G. mi spiace che abbia estrapolato una frase fuori dauno specifico contesto.
    Infatti proprio nel post Face-book che lei ha riportato forsesi è “dimenticato” di leggere tutti gli altri commenti tra cui proprio uno specifico scritto dal sottoscritto sulla questione da lei (M.G.) sollevata. Glielo riposto così lo può leggere, ma comunque lo trova anche proprio nella conversazione da Lei citata:

    “Chi va in galera lo decide il tribunale non certo la politica o i cittadini su Facebook. Mi sembra la base di uno stato di diritto.

    Io, insieme ad altri, ho avuto la voglia di lavorare ad un progetto di legge che, nell’ambito della crisi del Cis, tutelasse risparmiatori, cittadini e facesse pagare chi ha creato i dissesti nelle banche. Questi sono i fatti, il resto chiacchiere.”

    Leggere o estrapolare fuori da un contesto più ampio può solo essere utile a strumentalizzare magari attaccando, strumentalmente il sottoscritto.

    Io, certamente, non smetterò di portare avanti percorsi di trasparenza, chiarezza e di gestione sana dei poteri economici nel rispetto delle leggi, dei ruoli e dello stato di diritto. Invito ad evitare letture affrettate, approfondendo magari la discussione onde evitare questi fraintendimenti poco piacevoli. Grazie. Saluti.

    Tratto dall’Informazione del 4 novembre 2019