L’aria che si respira tra i banchi di maggioranza in consiglio grande e generale è quella assonnata di chi non ha né il coraggio né l’energia di prendere la parola dopo le due sentenze che hanno dato ragione ad Asset. Come se tutti tremassero all’idea di approfondire una realtà certo scomoda e ci fosse un patto muto per mantenere i rapporti cordiali e indulgenti. Evidentemente la maggior parte di coloro che compongono la coalizione di Adesso sono semplici ingranaggi. Ma una democrazia – tante volte lo abbiamo scritto – ha bisogno che i propri rappresentanti siano più evoluti di un ingranaggio e che conoscano le materie su cui sono chiamati a deliberare. Lo ha ribadito con forza in un discorso che probabilmente gli è costato fatica anche fisica il consigliere indipendente Tony Margiotta. “Mi sono espresso in passato mantenendo la posizione della maggioranza. Poi ho potuto toccare con mano che si faceva parte di un disegno, di un potere che attraverso le proprie azioni voleva sostituirsi a un altro potere, scalare una delle banche più importanti. Non potevo accettarlo questo e mi sono accorto che in maggioranza non venivano date informazioni e che il governo cambiava continuamente posizione per rincorrere e creare i documenti necessari per la gestione del caos sul commissariamento Asset. Le sentenze per me sono state un vero pugno nello stomaco, preferivo dire che mi ero sbagliato, anzi preferivo scusarmi invece si è evidenziata proprio l’operazione criminosa che ha portato al commissariamento di una banca. I vertici erano stati rimossi, era stata chiesta la loro sostituzione, c’era un cda perché questo potesse essere fatto, un’ora prima della convocazione di quel cda è arrivato il commissariamento. Si sono messe in difficoltà aziende, dipendenti, famiglie che da quel momento non sono più riuscite a fare bancomat. Non è corretto che nessuno a fronte di queste responsabilità intervenga”.
Repubblica Sm
