Mazzette in cambio degli omessi controlli: con queste gravi accuse erano stati condannati in via definitiva a cinque anni di carcere gli ex ispettori del servizio di igiene ambientale Davide Mularoni e Paolo Berardi. Da qui il ricorso a Strasburgo davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo da parte dei loro legali. Ricorso il cui esito è arrivato nella giornata di ieri. Questa la decisione, tradotta dall’inglese: “Nella odierna sentenza nel caso di Berardi e Mularoni v. San Marino (domanda nn. 24705/16 e 24818/16) la Corte europea dei diritti dell’uomo ha deciso, all’unanimità, che non c’è stata alcuna violazione dell’articolo 7 (nessuna punizione senza la legge) della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo. Il caso riguardava procedimenti penali per corruzione, il primo del loro genere a San Marino. Coinvolti due funzionari governativi che avevano presumibilmente ricevuto denaro in cambio di non aver effettuato il loro dovere professionale (…). La Corte ha rilevato che la legge non era stata applicata retroattivamente a svantaggio dei ricorrenti (…)”. In sostanza le difese argomentavano che i due imputati erano stati condannati quando ancora le loro condotte (corruzione) non erano considerate reato a San Marino. La Corte Europea non è stata dello stesso avviso.
Repubblica Sm