San Marino. “Mercato immobiliare, le ragioni della stallo”: intervista a Alessandro Cardelli (Dc)

Tante scelte che sono state compiute in questi anni hanno colpito il Paese anziché dare un’accelerata alla ripresa. Ciò di cui in tanti sentono la mancanza oggi è una certa sapienza fattiva, quel buon senso laborioso capace di traghettare finalmente San Marino fuori dalla lunga crisi. Ne abbiamo parlato con il capogruppo della Dc Alessandro Cardelli che ha anticipato a Repubblica alcuni dei temi che verranno trattati nella seduta consiliare che si apre oggi.

Anzitutto le chiedo un commento a caldo sull’esito dell’assemblea dell’Ente Cassa Faetano. Qualcuno aveva fatto male i suoi calcoli? E’ già pronto secondo lei un piano b?
“Credo fosse un risultato prevedibile, viste le modalità con cui questa operazione è stata portata avanti. In ogni caso sono scelte su cui la politica non deve scendere trattandosi di operazioni tra soggetti privati e considerato inoltre l’importante ruolo solidaristico che l’Ente Cassa di Faetano ha svolto negli anni a beneficio dell’intera collettività. Capisco la preoccupazione dei dipendenti, soci e dei correntisti, e credo che questo risultato sia la diretta conseguenza delle scelte sbagliate compiute negli ultimi 2 anni dal governo sul sistema finanziario, che hanno causato una grande sfiducia da parte dei sammarinesi. Non so se esista un piano B, ma certe decisioni non possono essere scavalcate in nessun modo”.

La settimana scorsa dopo tutto ciò che si era abbattuto sul Tribunale è arrivata anche la lettera del magistrato dirigente facente funzione. Quale sarà l’effetto di tutti questi eventi sul Paese? Perché la coalizione Adesso sm ha così fretta di riavere la maggioranza all’interno della commissione giustizia?
“La giustizia è l’altro tema su cui le scelte di governo e maggioranza hanno avuto un impatto estremamente negativo. Il deposito di un progetto di legge per modificare la nomina della Commissione Giustizia, affinché possa avvenire senza i voti della maggioranza qualificata, è un atto gravissimo nonché l’ennesima prova di forza di questa maggioranza. Le ragioni non le conosciamo ma la preoccupazione è che la politica sempre più stia entrando a gamba tesa sul terzo potere dello Stato”.

Oggi inizierete la discussione su una finanziaria lacrime e sangue. Può anticiparci quale sarà l’apporto della Dc?
“Innanzitutto di forte contrasto alle scelte portate avanti da Adesso.sm. I tagli sono la diretta conseguenza di scelte sbagliate negli ultimi due anni. Non è giusto chiedere soldi a tutti quando a qualcuno continuano a essere elargiti compensi faraonici, che non portano alcun beneficio alla collettività. Altro grande assente in questa legge di bilancio sono le politiche di crescita economica. La soluzione di tassare e tagliare è antieconomica e non porta alcun beneficio al sistema, anzi. Per questo noi continueremo a fare proposte per aiutare le piccole medie imprese, diminuire la burocrazia, migliorare il sistema Smac, facilitare gli investimenti, perché questa è l’unica soluzione per un Paese che deve crescere. Crescita che però da quando Adesso.sm è al governo non si è mai intravista”.

Ieri sera avete parlato alla gente di patrimoniale, in che modo quella proposta da Adesso sm è diversa da quella del 2013?
“C’è una differenza sostanziale, nel 2013 quella patrimoniale era straordinaria e legata alla realizzazione della riforma IGR, entrata in vigore l’1 gennaio 2014, tanto che fino a che la Dc è rimasta al governo non è più stata fatta perché il bilancio era tornato in pareggio. Questa del 2018 è invece la patrimoniale legata alle scelte sbagliate del Governo sul sistema finanziario, come il Commissariamento Asset, il bilancio liquidatorio di Cassa di Risparmio, la fuga di liquidità da parte dei sammarinesi e la vendita degli NPL Delta. Senza queste azioni i sammarinesi non avrebbero dovuto pagare niente. Il rischio ulteriore è che queste scelte comporteranno gravi danni economici per cui una misura come la patrimoniale possa diventare da straordinaria a strutturale, ripetendosi ogni anno. Questo almeno finché Adesso.sm continuerà a governare il Paese”.

Non essendo riusciti a scongiurare la vendita degli Npl quella del Fmi è una strada ormai obbligata?
“Di certo la Cessione degli NPL Delta è un atto che comporterà gravi perdite per il sistema. Credo che la soluzione FMI non sia però l’unica strada. Quello che oggi serve veramente è un nuovo governo, credibile, che possa presentarsi a livello internazionale, ed in primis con l’Italia per risolvere i problemi del sistema finanziario. Questo renderebbe tutto più facile, nonostante i tanti errori commessi, credo che con qualche scelta giusta la nostra economia e il sistema finanziario possano ripartire. D’altronde non ci può essere ripresa senza una ripartenza del mercato del credito. Per riuscire in questo servono sicuramente nuovi accordi con Banca d’Italia, e una apertura del nostro settore bancario verso l’esterno”.

Infine un tema a lei caro, che cosa sta succedendo al mercato immobiliare?
“Lo stallo. Questa la conseguenza delle politiche del Governo sul settore immobiliare. Ma anche in questo caso i numerosi moniti da parte degli ordini professionali e dell’opposizione (noi come Dc avevamo già proposto nella primavera di quest’anno un progetto di legge di modifica che prevedeva l’applicazione del vecchio Art. 177 per gli immobili costruiti prima della nuova legge) sembrano non avere effetti. Adesso.sm continua a dire che questa misura è stata fatta per tutelare chi acquista, ma non si dimostra disponibile a modificare la norma. Io credo che il principio di tutelare chi acquista sia ampiamente condiviso, ma con questa norma si crea un danno ancora più grande perché l’intero settore delle compravendite immobiliari è estremamente rallentato dai numerosi adempimenti burocratici e costi (sostenuti questi sì da chi acquista) previsti dalla nuova legge. La burocrazia così stringente non porta nessun beneficio, credo serva riscrivere da capo la norma. Ultimo aspetto è un paradosso, il governo che vuole tutelare tanto gli acquirenti, si dimentica spesso di dire che l’anno scorso ha raddoppiato le imposte di registro, per cui a titolo di esempio chi fino a 2 anni fa per una casa da 200.000 € pagava 7.800 € di imposte, oggi ne paga 12.800 €, a cui aggiungere i costi poi dei numerosi documenti e certificati che la legge nuova ha aggiunto. Questo è a vantaggio di chi compra? No, questo è solo a svantaggio dei sammarinesi e dell’economia”.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)