San Marino. “Meritate il titolo di Repubblica dei Giusti”. La seconda parte dell’intervista di David Oddone

MIeli 3“Ho cercato informazioni e ho scoperto che nelle comunità ebraiche si sapeva di questa singolarità di San Marino” .

Da alcuni anni la Fondazione Valori Tattili di Asset Banca investe importanti risorse nella ricerca intitolata ai Giusti di San Marino che, prendendo le mosse dal libro di Giuseppe Marzi “Il Viale delle Rose”, ha messo in luce la grande storia della piccola Repubblica che durante la Seconda Guerra Mondiale offrì riparo agli ebrei destinati ai campi di concentramento. Segno che qui gli spazi erano piccoli ma gli orizzonti mentali aperti e coraggiosi. Fame di futuro e senso di umanità e fratellanza crearono una felice alchimia umana e partì la gara della solidarietà.

Di quei giorni lontani in cui tanti ebrei trovarono rifugio a San Marino sono rimasti segni che fanno ancora battere il cuore.

Tanto che qui la memoria non è un atto di fedeltà al passato bensì una procedura perché quel passato parli ancora al nostro presente e abbia significato per dare una qualche ipotesi di futuro. Di qui l’importanza della collaborazione con il Memoriale dell’Olocausto di Israele che ha di recente firmato un accordo con lo Stato di San Marino e chiesto di vagliare i documenti che testimoniano l’aiuto offerto agli ebrei. Collaborazione che potrebbe sfociare nel riconoscimento della Repubblica fra i Giusti della Terra.

Così a San Marino, mentre nel resto d’Europa era buio, una piccola luce di speranza rimase accesa. Accadde in questa piccola Repubblica che esponenti del governo e la comunità tutta si adoperarono con ogni mezzo e maniera pur di non consegnare mai gli ebrei che vissero sotto l’ala protettrice del Titano. Fu a San Marino che venne pronunciata quella “meravigliosa bugia” che risparmiò la vita di tanti ebrei.

Qui oggi la storia è un luogo fisico, ci si può camminare dentro facendo rumore sul selciato e ritrovando le case che diedero ospitalità agli ebrei. Consultare i documenti è stata operazione lunga e complicata, ne è alla fine risultato che la Repubblica di San Marino non fu mai razzista e che fu protagonista di uno straordinario salvataggio. L’inchiesta di Tribuna è fini-ta sul tavolo del giornalista e storico Paolo Mieli.

Direttore, lei nel suo ultimo libro, fa i “Conti con la storia” e li fa anche San Marino che ha firmato un protocollo di intesa con lo Stato di Israele il quale, messo a parte degli studi di alcuni ricercatori, sta rivedendo la posizione della Repubblica che contrariamente a quanto supposto sino a poco tempo fa non collaborò affatto alla Shoah ma rischiò l’indipendenza pur di offrire aiuto agli ebrei destinati ai campi di concentramento. Che effetto fa sapere che qui il governo fascista non si macchiò dell’odioso crimine dell’Olocausto e che l’intera comunità rischiò la vita pur di offrire riparo agli ebrei?

Questa è una vicenda venuta alla luce recentemente, io ho letto la sua inchiesta, lo speciale pubblicato su Tribuna (sull’edizione del 6/3/2014, ndr), molto ricco e molto ben fatto perché racconta anche di altri episodi, e sono rimasto molto colpito. Ho cercato informazioni e ho scoperto che nelle comunità ebraiche si sapeva di questa singolarità di San Marino che era in comune con un’altra parte di terra, la Libia retta da Italo Balbo. Anche lì non furono applicate le leggi razziali o comunque furono molto ritardate. Sia per San Marino che per la Libia gli ebrei del resto d’Italia facevano fatica ad affluire e quindi questa cosa purtroppo riguardò solo pochi casi isolati come lei citava nell’inchiesta. Però è un felice segno che ci aiuta a capire meglio la storia, il fatto che pur essendo stata anche San Marino fascista, durante il ventennio solo la ‘parte alta’ che aveva stretto un patto con la Germania nazista impose e fece applicare le leggi razziali. Al contrario il fascismo diffuso più si allontanava dal centro, da Roma, più aveva delle sue forme di interpretazione: San Marino e la Libia erano addirittura ostili a quelle leggi. La cosa che rende diversa San Marino è che mentre la Libia stava oltremare e nessuno andava a vedere e si limitò a mettere della polvere negli ingranaggi, San Marino come lei diceva nella domanda, corse dei rischi perché si trovava in una terra che dopo l’8 settembre rimase in mano ai tedeschi. Inoltre si sapeva che a non applicare le leggi razziali e soprattutto a non applicarle dopo l’entrata in guerra, ovvero dopo il giugno 1940, si correvano dei rischi. Dunque credo che a San Marino andrà questo riconoscimento di Israele perché è stata l’unica realtà italiana che merita il titolo di una Repubblica dei Giusti. E’ una scoperta notevole: è stato un sacrosanto lavoro il suo che ha dato notorietà ad una storia che altrimenti sarebbe rimasta nei cassetti, lo stesso libro di Marzi sarebbe rimasto una pubblicazione che io forse non avrei conosciuto. Questa vicenda ci insegna varie cose: una che la storia merita di essere continuamente rivista, non esiste una storia scritta una volta per tutte e da accantonare ma ci sono sempre nuovi aspetti, nuove vicende, nuove interpretazioni che poi si allargano e consentono i ragionamenti più vasti. In secondo luogo emerge grazie alla sua inchiesta il valore di una informazione attenta, tempestiva e culturale che questi temi li faccia diventare fruibili per un pubblico più vasto di quello che ha accesso ai libri. Quindi la vicenda raccontata da Tribuna mi tocca nella mia doppia natura sia di persona che si occupa da una vita di informazione, sia di persona che si occupa da una vita di storia. Sono convinto che la sintesi fra queste mie due passioni non è utile solo a me, ma è una sinergia proficua che fa bene sia all’informazione, che alla storia”. 

David Oddone, La Tribuna