
Dottoressa, quali sono i problemi per i quali minacciate di fare sciopero?
«Sono diversi e arrivano da lontano. E devo dire che essendo la categoria poco sindacalizzata e attenta al contratto, si è trovata di fronte a problemi irrisolti che vanno avanti da anni. Per questo abbiamo costituito l’Asmo che ha come principale obiettivo la sistemazione del personale precario, l’anzianità professionale e l’adeguamento dei salari. E fondamentalmente queste sono le questioni ancora senza soluzione per le quali abbiamo minacciato lo sciopero».
Quanti sono i medici precari presenti in ospedale?
«Trentacinque su ottanta, quasi la metà. Persone che stanno lavorando anche da dieci anni ma non sono ancora state stabilizzate».
Questo che cosa comporta?
«Un turn over troppo alto non è bene per la qualità e la continuità delle cure e dell’assistenza. Faccio un piccolo esempio che riguarda il mio reparto: in tre anni sono transitati tredici medici. Ma non riguarda solo la mia unità operativa, hanno gli stessi problemi Pediatria, Medicina Interna».
Che cosa si può fare per cambiare lo stato delle cose?
«Bisogna che i medici che scelgono di lavorare nel nostro ospedale abbiano la certezza che verranno stabilizzati. Poi occorre adeguare gli stipendi a quelli italiani e renderli appetibili per attirare specialisti da fuori se qui non ce ne sono. Inoltre bisogna agevolare la possibilità di effettuare la libera professione. E qui serve anche un cambiamento culturale».
Questa situazione ha determinato carenze nei servizi?
«Gli straordinari diurni non vengono pagati, si accumulano e si rimandano le ferie. Tutto questo per garantire che servizi e prestazioni possano rimanere immutabili per i pazienti. Ma si può ben capire quanto tutto questo sia faticoso».
Naturalmente avrete fatto presente le difficoltà.
«Certo. Un’ultima lettera è stata inviata poche settimane fa al Consiglio grande e generale, alla Reggenza, alla direzione dell’Iss, ai sindacati. Devo dire che il segretario Mussoni si sta dando molto da fare per cercare di risolvere i problemi e ieri pomeriggio (venerdì) il governo e tutta la maggioranza ha incontrato una rappresentanza dell’Asmo assicurando emendamenti già in questa legge di bilancio per fare uscire i medici dall’ingabbiamento in cui oggi li costringe la pubblica amministrazione ed evitare così lo scontro.».
«Sono diversi e arrivano da lontano. E devo dire che essendo la categoria poco sindacalizzata e attenta al contratto, si è trovata di fronte a problemi irrisolti che vanno avanti da anni. Per questo abbiamo costituito l’Asmo che ha come principale obiettivo la sistemazione del personale precario, l’anzianità professionale e l’adeguamento dei salari. E fondamentalmente queste sono le questioni ancora senza soluzione per le quali abbiamo minacciato lo sciopero».
Quanti sono i medici precari presenti in ospedale?
«Trentacinque su ottanta, quasi la metà. Persone che stanno lavorando anche da dieci anni ma non sono ancora state stabilizzate».
Questo che cosa comporta?
«Un turn over troppo alto non è bene per la qualità e la continuità delle cure e dell’assistenza. Faccio un piccolo esempio che riguarda il mio reparto: in tre anni sono transitati tredici medici. Ma non riguarda solo la mia unità operativa, hanno gli stessi problemi Pediatria, Medicina Interna».
Che cosa si può fare per cambiare lo stato delle cose?
«Bisogna che i medici che scelgono di lavorare nel nostro ospedale abbiano la certezza che verranno stabilizzati. Poi occorre adeguare gli stipendi a quelli italiani e renderli appetibili per attirare specialisti da fuori se qui non ce ne sono. Inoltre bisogna agevolare la possibilità di effettuare la libera professione. E qui serve anche un cambiamento culturale».
Questa situazione ha determinato carenze nei servizi?
«Gli straordinari diurni non vengono pagati, si accumulano e si rimandano le ferie. Tutto questo per garantire che servizi e prestazioni possano rimanere immutabili per i pazienti. Ma si può ben capire quanto tutto questo sia faticoso».
Naturalmente avrete fatto presente le difficoltà.
«Certo. Un’ultima lettera è stata inviata poche settimane fa al Consiglio grande e generale, alla Reggenza, alla direzione dell’Iss, ai sindacati. Devo dire che il segretario Mussoni si sta dando molto da fare per cercare di risolvere i problemi e ieri pomeriggio (venerdì) il governo e tutta la maggioranza ha incontrato una rappresentanza dell’Asmo assicurando emendamenti già in questa legge di bilancio per fare uscire i medici dall’ingabbiamento in cui oggi li costringe la pubblica amministrazione ed evitare così lo scontro.».
Che tempi vi siete dati?
«Un mese, alla metà di gennaio nuovo incontro. Se non si è risolto nulla, noi siamo pronti a scioperare».
«Un mese, alla metà di gennaio nuovo incontro. Se non si è risolto nulla, noi siamo pronti a scioperare».
Il Resto del Carlino