San Marino. Nicola Ciavatta è il nuovo segretario del Partito dei socialisti e dei democratici. Il nuovo che avanza.

E’ questo lo spirito con il quale il Psd ‘esce’ dal Congresso del partito andato in scena nei giorni scorsi. Un Psd che ha tutta l’intenzione di scrollarsi di dosso le fratture interne degli ultimi mesi che hanno portato alla scissione pre elettorali. Per acclamazione, così, l’assemblea ha scelto Ciavatta come segretario politico (prende il posto di Francesco Morganti) e con lui la segreteria composta da Andrea Belluzzi, Laura Carattoni, Gerardo Giovagnoli, Fausto Morri e Daniele Stefanelli.

Il consiglio direttivo del Psd è composto da 63 membri e nella sua prima seduta verrà eletto il presidente che, con ogni probabilità, potrebbe essere Matteo Rossi. Un altro volto nuovo del partito di via Rovellino.

«Ripartiamo con un gruppo dirigente giovane – dice il neo segretario Ciavatta – che ha il mandato di programmare ed elaborare nuovi contenuti e coinvolgere nuove persone». Senza lasciare per strada il patrimonio del Partito dei socialisti e dei democratici. «Un patrimonio che noi sentiamo forte sulle nostre spalle – dice il segretario – e del quale andiamo orgogliosi, quello della sinistra sammarinese».

E per il momento mettendo nel cassetto le ‘vecchie’ alleanze. «Da questo punto di vista ripartiamo da zero, ripartiamo dal Psd. Dialogheremo con tutti compresa la Democrazia cristiana e il Partito socialista con i quali abbiamo condiviso la battaglia politica alle ultime elezioni. Torneremo a confrontarci con loro al di là della coalizione San Marino Prima di tutto della quale abbiamo fatto parte».

Un rinnovamento che è evidente anche leggendo la mozione conclusiva del terzo Congresso che si è impegnato a «sviluppare una proposta per un nuovo modello paese internazionale e socialmente coeso – di legge – Ad accelerare il percorso di San Marino nel contesto europeo e promuovere il Psd come laboratorio politico aperto alle nuove idee guidato dai giovani».

Tra gli obiettivi c’è quello di «sviluppare il dialogo tra le culture riformiste come questione di identità e necessità per l’evoluzione del paese e procedere ad una efficace riorganizzazione del partito. Analizzare ed approfondire tutti i temi di attualità politica al fine di definire posizioni e progetti su cui attivare il confronto a tutti i livelli». Senza dimenticare «equità fiscale, legalità, trasparenza, ampliamento dei diritti civili – si legge nella mozione conclusiva – ammodernamento del paese, politiche di coesione e solidarietà e inclusione sociale, sostegno alla cultura e all’istruzione nelle sue diverse forme».

Il Resto del Carlino

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