San Marino. Nicolini (Rete) ufficializza il primo voto contrario all’Odg che ha scatenato la crisi, ormai solo da formalizzare. Ecco la verità, fatti non opinioni, sul debito. … di Enrico Lazzari

Se le tematiche più in voga nelle discussioni sammarinesi fossero identificabili, come nei social, con gli hastag (le parole precedute dal popolare “cancelletto”), l’hastag più in voga oggi sul Titano sarebbe senza dubbio “#debitopubblico”. Bene, vien da dire. E’ sempre un bene che le tematiche più importanti vedano la popolazione coinvolta.

Ma, mi chiedo, alla luce di quanto leggo sui social -cartina tornasole del “sentimento” popolare-, quanti si sono creati una loro opinione in materia sulla base di informazioni complete e reali? Pochi… E non è certo colpa loro, ma di una informazione talvolta strumentale fatta dalla politica (in ambedue gli schieramenti) e sommaria, superficiale fatta dai media.

Nel mio piccolo intendo oggi “correggere” alcune nozioni errate o incomplete che si sono diffuse in materia di debito pubblico e che, purtroppo, hanno fatto breccia nell’opinione pubblica in seguito al “tumultuoso” rollover del debito sammarinese che, e questo è vero, anche se va valutato in un contesto globale e non in forma avulsa dal medesimo, vede il Titano rinunciare -a fronte di un raddoppio dei costi- a un interesse del 3,25% che -senza rollover- sarebbe rimasto tale fino al prossimo mese di febbraio.

Dunque, primo concetto: San Marino, per i prossimi otto mesi, poteva continuare a pagare il 3,25% ma la maggioranza ha deciso di pagare il 6,5% anche per questi otto mesi. Crediamo che siano tutti stupidi al governo e nei banchi di maggioranza? No, sono critico ma non reputo nessuno stupido, come credo facciate anche voi. Allora perchè si è fatta questa scelta che nei prossimi otto mesi “brucerà”, di fatto, circa 7,5 milioni di euro delle casse pubbliche? Perchè i rischi -paventati dal Fondo Monetario Internazionale sia nel report di ottobre ’22 che nell’aprile scorso, palesano uno scenario quasi tragico sul fronte finanziario globale. Uno scenario che vedrebbe gli investitori liberarsi di tutti i titoli a rischio. E il bond sammarinese lo è nella scala di valutazione delle agenzie di rating, ragion per cui risulta oggi alta la possibilità che nessuno avrebbe acquistato il debito sammarinese in scadenza o, in presenza di “interessati”, gli interessi sarebbero potuto essere ben più alti del 6,5% con cui si è rinegoziato il debito con 143 investitori internazionali.

I 7,5 milioni di aggravio degli interessi, quindi, sono un investimento -vincente o perdente lo dirà solo il tempo- che annulla i rischi imminenti di default per la Repubblica di San Marino. E il primo punto fermo è fissato. Sono fatti incontestabli in quanto fatti e non opinioni. O, meglio, fatti basati su opinioni autorevoli e imparziali, visto che di fonte Fondo Monetario Internazionale. Su questa base ognuno potrà farsi una sua opinione sulla validità o meno della scelta fatta dal governo e votata dalla maggioranza.

Secondo punto… Un altro “falso mito” da sfatare è che il debito sammarinese costa allo Stato il doppio di quello italiano. Cioè, è verissimo. Ma sostenere ciò è come paragonare l’uva con l’ananas. I bond italiani e quelli sammarinesi, nei mercati, sono due “prodotti” completamente diversi: l’italiano è classificato “Investment-Grade”, mentre il sammarinese è fra i titoli “spazzatura”. Facile comprendere che il rischio del bond sammarinese, per gli investitori, sia ben più alto di quello sammarinese e ciò comporta la necessità di offrire un vantaggio maggiore agli 8investitori. Il titolo sammarinese potremmo paragonarlo, ad esempio, ai bond dei paesi con un rating simile o leggermente peggiore. In tal senso, i bond pluriennali ungheresi rendono agli investitori fra il 7 e l’8 per cento.

Anche sul famoso 6,5%, alla luce dei fatti -non opinioni- sopra esposti ognuno può farsi una sua opinione personale.

Punto tre. San Marino pagherà il 6,5% per i prossimi tre anni e 8 mesi. Falso. O, meglio, non è affatto scontato. L’unica certezza in tal senso è che non potrà, in nessun caso, anche qualora i tassi di interesse dovessero schizzare verso l’alto, pagare più del 6,5%. Un costo del denaro che, invece, se i tassi dovessero scendere sensibilmente, potrebbe abbassarsi. Ben inteso, nulla di automatico  o previsto contrattualmente con i titolari dei nuovi bond al 6,5%, ma possibile. Nessuno vieta, infatti, al Titano, di reperire sul mercato 350 milioni al tasso di interesse del momento per poi riacquistare i bond emessi al 6,5%. Se, ad esempio, la situazione finanziaria tornasse quella di anni fa, San Marino potrebbe tornare a pagare il 3,25% di interessi. E anche qui si parla di fatti e non di opinioni che, lo ripeto fino alla noia, sulla base di dati certi e completi ognuno potrà farsi.

Punto quattro, ultimo punto chiave in materia finanziaria, necessario da conoscere perchè ogni sammarinese possa valutare con razionalità la scelta del “rollover”, che non è nuovo debito, ma un rinnovo di quello già contratto e che oggi le casse pubbliche non hanno la possibilità di ripagare. O, meglio, il debito nuovo c’è, ma è di una decina di milioni (il vecchio debito era 340 milioni mentre il nuovo è 350 milioni) che non mutano la situazione in essere.

A margine di ciò la tumultuosa situazione politica, ovvero il durissimo scontro in atto fra Pdcs, riformisti e socialisti con Rete, incentrato sull’odg presentato dal movimento “simil-grillino” sammarinese (ne ho parlato ieri, clicca qui). Nessuna opinione personale in materia in questa sede, ma solo fatti accertati. E, su questo odg, il fatto importante è che il primo no ufficiale al voto dello stesso atto consigliare è giunto nientemeno che dall’interno di Rete, che lo ha presentato. Marco Nicolini, infatti, sul suo profilo Facebook, è stato netto: “…Va da sé che io non sia in accordo con l’ordine del giorno del Movimento Rete presentato al termine dei lavori consiliari. Quando verrà discusso, io dissentirò e voterò ad esso contrariamente.

Enrico Lazzari

 

Enrico Lazzari