“Non credo di essere stato coraggioso ma di aver agito secondo coscienza. Il disagio viene da lontano, ricordo quando si discuteva sul tema della giustizia, già allora c’era il sentore che si volessero fare forzature, che si provasse in qualche modo ad interferire. Era mio dovere sganciarmi da una cultura in certo senso onerosa dove chi non si allinea viene fatto fuori. L’auspicio è che altri smettano di chiudere gli occhi anche verso scelte palesemente errate.
Un Paese democratico ha a ben vedere bisogno di filtri. E chi critica non può subire di doversi dimettere dal proprio ruolo. Un certo modo di essere prepotenti fa pena, è qualcosa di dilettantesco, che non sa di niente ma che al contempo è diabolicamente pericoloso. Ne abbiamo parlato con il sig. Riccardo Mularoni che da tempo milita nelle le del movimento Civico10.
La sua lettera di dimissioni ha scatenato l’inferno. Si aspettava reazioni differenti?
“Certo, mi aspettavo che persone appartenenti al mio stesso gruppo capissero la mia posizione, che esprimessero solidarietà per ciò che era successo. Vedermi semplicemente sostituito ha generato non poca delusione. Sia chiaro che le dimissioni le ho date perché dopo essere stato invitato a farlo non avrei più avuto alcuna serenità. E dunque per quanto mi riguarda è un bene l’essere stato sostituito. Però è un precedente che può rivelarsi pericoloso perché penso ad un politico che esprime la sua opinione e che per questo magari subisce il ricatto di essere isolato. Si sta generando l’abitudine a subire pressioni e dobbiamo riabituarci alla libertà di pensare criticamente. Ho molto apprezzato gli interventi delle opposizioni che pur non conoscendo nulla della mia storia hanno subito capito i miei sentimenti e il mio stato d’animo mostrandomi la loro solidarietà. Quel che è mancato agli interventi della maggioranza che senza entrare nel merito dei contenuti della mia lettera hanno provato a delegittimare le opposizioni”.
Facciamo un passo indietro, di cosa l’hanno accusata?
“Ha dato fastidio il fatto che io in un post su facebook abbia scritto che in Consiglio si era superato il limite pronunciando la frase ‘siete degli infami’. Il che mi ha molto stupito visto che in Consiglio la stessa Mimma Zavoli fa interventi di questo tipo ammonendo le forze di opposizione per il linguaggio utilizzato. Io peraltro non ho parlato nel post di tematiche che riguardavano le motivazioni del mio incarico. E non ho mai sospettato che in ragione di quell’incarico dovessi fare attenzione a non esprimere critiche politiche. Il messaggio che mi è arrivato su messanger invece era molto chiaro, io non avevo con le mie parole supportato il governo, non l’avevo assistito e dunque non ero più gradito”.
C’erano già state frizioni con il suo movimento?
“E’ quanto ho trovato scritto in alcuni giornali ma non corrisponde affatto alla realtà. Con Mimma Zavoli per esempio ho sempre avuto buoni rapporti. A meno che non si intenda per frizione il fatto di aver sollevato dubbi e aver fatto critiche. Io all’interno del movimento ho sempre detto che c’era un errato rapporto di traduzione del mandato all’interno del Consiglio, specie sul tema finanziario. La mia linea era molto diversa e non ho mai lesinato critiche perché il rischio era quello di creare danni al Paese. In risposta a queste critiche devo dire che venivano alzati dei muri e così ho deciso di fare un passo indietro. C’era chi come me nutriva questi dubbi, il fatto è che il gruppo dirigente aveva una forza maggiore e non accettava che l’apporto di Celli venisse giudicato poco lineare. I vertici del movimento gli hanno sempre offerto assistenza e supporto respingendo le nostre critiche di provvedimenti poco equilibrati”.
E’ iniziata la stagione delle denunce. Lei è stato molto coraggioso a portare in luce queste tematiche. Ha qualche timore?
“Non credo di essere stato coraggioso ma di aver agito secondo coscienza. Il disagio viene da lontano, ricordo quando si discuteva sul tema della giustizia, già allora c’era il sentore che si volessero fare forzature, che si provasse in qualche modo ad interferire. Era mio dovere sganciarmi da una cultura in certo senso omertosa dove chi non si allinea viene fatto fuori. L’auspicio è che altri smettano di chiudere gli occhi anche verso temi palesemente errati”.
Il Consigliere Zavoli ha parlato di un fraintendimento. E’ possibile che ciò sia avvenuto?
“Mi auguro che le persone possano leggere lo scambio sulla chat privata tra me e il Consigliere Zavoli. Il suo messaggio è impossibile da fraintendere. Ovviamente saranno i canali istituzionali a dover eventualmente decidere di rendere pubblico lo scambio, ma allora non potrà esserci più alcun dubbio. Comprendo che il Consigliere Zavoli quel giorno possa avere avuto una giornata difficile e per questo forse ha sentito il bisogno di sfogarsi su di me. Resta il fatto che ha passato il segno scrivendo delle cose che non sono accettabili. Perché nessuno può arrogarsi il diritto di limitare la libertà dell’altro”.
Olga Mattioli, La RepubblicaSM