Comma 2 – Istanze d’Arengo
Istanza d’Arengo n. 6 del 06-04-2025 – Affinché si modifichino le disposizioni attualmente in vigore consentendo l’accesso alla tribunetta del Palazzo Pubblico con il proprio telefono cellulare.
Mirko Dolcini (D-ML): Questo argomento potrebbe sembrare banale ma non lo è. Vorrei fare altre riflessioni che possono portare a non raccogliere l’istanza dei presentatori. È vero: le riprese con il cellulare dall’alto sono state utili a far emergere comportamenti scorretti. Ma è anche vero che certi comportamenti si possono risolvere con altri sistemi come un sistema di videosorveglianza interno. Permettere la ripresa con i cellulari sull’aula consiliare, potrebbe dal mio punto di vista difettare per quanto riguarda il principio di riservatezza. Qui non è un problema di informazione, che è già più che libera: chiunque può accedere all’Aula e vedere cosa succede. Qui si vuole preservare un principio, la cosiddetta privacy. Se poi ci sono situazioni che vanno indagate, possiamo costruire altri sistemi. Creiamo ad esempio un circuito interno a cui possono accedere tutti i consiglieri, eventualmente. Ma non possiamo permetterci la divulgazione via cellulare di situazioni che devono essere protette dalla privacy.
Iro Belluzzi (Libera): Non ci vedo niente di male se si volesse entrare nell’Aula con un cellulare. La preoccupazione è di essere ripresi in momenti in cui ci può essere qualche momento di disattenzione al di fuori dei microfoni. Avallando la richiesta degli istanti, si scivolerebbe in una curiosità quasi morbosa di quello che avviene in Consiglio Grande e Generale. Abbiamo lo streaming. Sistemi che ci mettono in comunicazione con chi ci ascolta da fuori. Questo è l’elemento importante, tramite cui la cittadinanza può valutare quanto avviene all’interno dell’Aula. Sono per andare in scia con quanto detto dal Segretario, come Libera non voteremo l’Istanza perché non crediamo abbia un valore pregnante per la vita democratica del Paese.
Nicola Renzi (RF): Questa Istanza è animata da un profondo senso civico e di partecipazione. Se non l’ho letta male, il motivo della richiesta della presenza del cellulare nella tribunetta è dettato dal fatto della reperibilità. Dalla necessità di dover essere rintracciati in qualche modo magari per motivi lavorativi o familiari. Cosa che impedirebbe la partecipazione ai lavori dalla tribuna. Le riprese sono vietate anche a noi consiglieri. Chi propone l’Istanza dice chiaramente che sarà necessario implementare tassativamente tutte le norme che vietino le riprese dalla tribunetta. È bello sentire che ci sono cittadini che vogliono partecipare in presenza ai lavori del Consiglio. La trasparenza è certamente da favorire in ogni modo. Io credo che non possiamo liquidare così l’Istanza. Votarla per come è formulata non è la cosa più giusta in questo momento. Facciamo una riflessione tutti quanti per riuscire ad arrivare a un assetto logistico che consenta ai cittadini che vogliono venire in Consiglio di non avere limiti di reperibilità. In Ufficio di Presidenza si sta discutendo: della necessità di cambiare sede al Consiglio Grande e Generale per fare i doverosi lavori di manutenzione; e della possibilità di individuare un’altra sede permanente per il Parlamento e le Commissioni. Teniamo presente queste Istanze d’Arengo quando facciamo queste riflessioni. Sfrutto l’occasione per dire al Segretario agli Interni che è ora di parlare pubblicamente di queste cose e di parlarne in Consiglio Grande e Generale. Perché noto che nella nostra popolazione c’è una parte di cittadinanza che sarebbe contraria a questa idea. Ben venga aprire un discorso, ma non lo si può fare nel segreto di qualche stanza, bisogna farlo pubblicamente ragionando sul fatto che la modalità di riunione logistica ha ripercussioni anche sulla modalità del dibattito. Dunque io credo che avere un’Aula consiliare che consenta il miglior dibattito, degli spazi di riflessione a margine delle riunioni e la viva partecipazione del pubblico, siano tre criteri da tenere sempre presenti.
Giovanni Zonzini (Rete): Questa Istanza non richiede di filmare dalla tribunetta. Credo sia necessario non distorcere quanto è scritto nell’Istanza per argomentare un voto negativo. Quanto al divieto di portare i cellulari in tribunetta, questo venne imposto perché si diffusero su YouTube dei video di consiglieri che facevano i pianisti, cioè votavano per conto dei colleghi assenti, falsificando i risultati. All’epoca, nel 2011, il Consiglio reagì, anziché prendendo provvedimenti verso i pianisti, vietando ai cittadini di portare i cellulari in tribunetta. Questo è un dato storico che non può essere negato. Il mio collega Zeppa ieri si riferiva a questo quando faceva la sua disamina storica. Il cellulare dunque non è stato vietato per la solennità dell’Aula, ma semplicemente perché all’epoca era in uso di votare anche per i consiglieri assenti. Pratica evidentemente contraria alle leggi dello Stato. Ad ogni modo, questa Istanza non chiede di filmare, ma semplicemente di poter portare il telefono di modo da essere reperibili anche quando si viene in tribunetta a seguire i lavori. Questa è una richiesta di buon senso e riteniamo debba essere approvata perché è un modo per incentivare i cittadini che vogliono seguire la vita politica del Paese.
Matteo Rossi (PSD): Leggendo l’Istanza nei giorni scorsi, mi sono chiesto il perché di questa esigenza. Zonzini ha centrato un aspetto importante della vita di tutti noi: essere sempre reperibili. Quindi capisco sia una seccatura venire in Consiglio e dover lasciare il telefono di sotto. Ci sono persone che hanno un uso ortodosso del mezzo, ma per qualcuno potrebbe diventare uno strumento di dileggio. Aspetto non secondario: in tutti i Parlamenti del mondo, questa facoltà è ad oggi vietata. Siamo stati a Roma nell’incontro di amicizia interparlamentare, la prima cosa che hanno chiesto a noi, a tutto il corpo diplomatico, ecc., è stata di lasciare i dispositivi all’ingresso. Pertanto credo che una riflessione vada fatta per comprendere bene quale può essere uno strumento per chi ha necessità di avere un telefono a portata di mano, magari ubicandolo a ridosso dell’ingresso. Per come è scritta, credo che l’Istanza debba essere respinta. Ne capisco lo spirito, ma cerchiamo di prevenire utilizzi distorti di una facoltà che stiamo cercando di regolamentare. Zonzini ha citato il 2011: di acqua sotto i ponti ne è passata. Credo che quelle brutte forme siano un retaggio del passato e mi sento di garantire per tutti i colleghi: siamo di un’altra pasta. Noi siamo per respingere l’Istanza, ma aprire un ragionamento a tutto tondo sull’attività consiliare, sulla sede, sulle modalità consentite per le persone che vogliono lodevolmente seguire i lavori del Consiglio.
Fabio Righi (D-ML): Quella sui cellulari fa parte di tutto quell’insieme di regole per cercare di ridare dignità a chi ha ruoli istituzionali. Da questo passa anche il rispetto delle nostre istituzioni. Probabilmente potrei essere anche strumentalizzato per questo. Ma sono convinto che la classe politica debba prendere una posizione ferma. Passa sempre il concetto che, siccome è esistita certa politica del passato, allora verso la politica sia concesso tutto. Questo deve essere riportato a normalità. Dal mio punto di vista è corretto che ci siano i controlli prima di accedere all’Aula, ivi compreso il ritiro dei telefoni. Ed ecco perché credo che debbano essere implementati in altri contesti. Non è ammissibile che i cittadini vengano ad appuntamenti con i Segretari di Stato in t-shirt o ciabatte. Capita che si venga alle udienze dalle loro Eccellenze vestiti come in discoteca. Questa Istanza va respinta perché ci deve essere un dibattito per implementare questo tipo di presidi. Noi metteremmo anche dei presidi di sicurezza nelle Segreterie di Stato. Questo accade in tutto il mondo. Potremmo parlare del tema dei posti auto quando viene fatto il lavoro del Consiglio. Nel momento in cui i cittadini votano, e si ricoprono determinati ruoli, qual è il problema nel dare dignità a quei ruoli? Non dobbiamo andare oltre il segno, fare cose strabordanti. Però negli anni, a forza di questo populismo dilagante, si è svilito il ruolo dei consiglieri. Il fatto di non portare il cellulare rientra in quel pacchetto di norme e regole che bisognerebbe avere nei confronti delle istituzioni. Noi crediamo sia questa la strada da seguire.
Manuel Ciavatta (PDCS): Anche il gruppo della DC voterà contro questa Istanza. Le ragioni sono state illustrate dai consiglieri intervenuti nel dibattito. La possibilità di essere reperibili, si sposa con l’attività istituzionale e con il fatto che chi viene in quest’Aula sa che questa è una delle regole da rispettare. Solo per confermare che non è volontà di non partecipazione verso la cittadinanza, che può seguire il Consiglio in tutte le modalità possibili. Questa è stata una scelta da parte del Consiglio Grande e Generale di rendere quanto più pubbliche le sedute. Dall’altro lato la regola del telefonino è tale anche per i consiglieri che non lo possono usare per fare riprese al di fuori della reperibilità. Confermiamo la nostra contrarietà all’Istanza.
Emanuele Santi (Rete): Gli Istanti non chiedono di effettuare delle riprese, ma di garantire una reperibilità a chi vuole assistere al Consiglio.
Giovanna Cecchetti (indipendente): Esprimo il mio voto contrario a questa Istanza d’Arengo. Capisco la buona fede e la difficoltà di essere reperibili. Però ha detto bene il Consigliere Righi: siamo in un luogo istituzionale dove sono necessarie regole anche per chi viene ad assistere. Potrebbero esserci persone che potrebbero utilizzare lo strumento per strumentalizzare quanto avviene in Aula. Poi c’è una questione di privacy, potrebbero essere ripresi e fotografati documenti che non dovrebbero essere pubblicati. Voterò contrariamente all’Istanza.
L’Istanza è respinta con 2 voti a favore, 27 contrari, 1 non votante.