Un vortice di valigie e sigilli su passaporti sembra avvolgere i nostri segretari di stato, manifestando un’insolita forma di wanderlust. Da est a ovest, da nord a sud, nessun continente è immune dall’influenza delle loro impeccabili cravatte e dei tailleur elegantissimi.
Ma quale misteriosa forza guida questi instsncabili globetrotter a solcare i cieli con tale costanza? Forse un incontenibile desiderio di immergersi in culture sconosciute e gustare prelibatezze esotiche? Oppure una sete insaziabile di sapere, spingendoli a confrontarsi con i loro omologhi stranieri?
No, semplicemente le imminenti elezioni! Tanto paga pantalone, cioè noi!
Ma che importa? L’ importante è che ci sono le immagini sui social, catturate con sorrisi radianti di fronte a monumenti iconici o strette di mano con leader globali. Poi ci sono i comunicati stampa, che narrano di accordi consolidati, di nuove prospettive per il nostro paese e di una San Marino sempre più centrale nel palcoscenico europeo.
Tra una foto e un comunicato, emergono anche interrogativi. Quanto costa, in termini economici e ambientali, questo incessante vagare? E quanto tempo viene sottratto all’amministrazione ordinaria del paese? Non sarebbe forse più razionale sfruttare tecnologie come la videoconferenza per alcuni di questi incontri?
O forse così è difficile parlare di elezioni e voti?
Evidentemente, non intendiamo sminuire l’importanza della diplomazia e delle relazioni internazionali. Tuttavia, di fronte a tanta frenesia, una nota di ironia sembra quasi doverosa. Dopotutto, anche noi, nella nostra semplicità, sogniamo di viaggiare verso mete esotiche e di vivere avventure indimenticabili. Chissà, forse un giorno ci sarà concesso collezionare timbri sul passaporto come se fossero rari tesori.
In attesa di quel momento, rimane solo l’osservare le gesta dei nostri segretari di stato da lontano, con un misto di invidia e una mano sul portafogli.
Tancredi Falconeri