San Marino. Ogni giorno nuovi indizi: la “cricca” conquistò il potere con un colpo di stato occulto? E’ ora di una seria commissione di inchiesta … di Enrico Lazzari

Quella di un paio di settimane fa del processo denominato “Gatti-Galassi” è stata una udienza ricca di elementi per certi versi, per l’opinione pubblica si intende -ma anche per me- nuovi. E non vi nascondo, sempre per me, inquietanti.
Non tanto per la fondatezza delle rivelazioni che certi oggetti finiti fra le carte dell’inchiesta possano avere -sarà il Tribunale a valutarlo- ma per i dubbi che i loro contenuti naturalmente infondono.
In un precedente approfondimento sulla vicenda mi avevano incuriosito i contenuti di una misteriosa agenda nera -agli atti denominata “Agenda Omecron”- che sarebbe finita in “fretta e furia”, all’ultimo minuto fra gli atti di questo procedimento nonostante fosse stata acquisita nell’ambito di un’altra indagine, ovvero il Processo Mazzini. Lo stesso Ispettore Francioni, incalzato dall’Avvocato Cocco, difensore di Gabriele Gatti, ha ammesso che “probabilmente è stata una agenda trovata in un’alta perquisizione di un altro procedimento”.
Ma cosa c’entra, questa agenda, con il procedimento e le indagini attinenti questo caso giudiziario che, si ricordi, vide l’ex Segretario agli Esteri per mesi e mesi in carcere sulla base di accuse e rischi che, poi, si sono rivelati anche farlocchi già non trovando conferma nel decreto di rinvio a giudizio?
Nessuno sembra saperlo. Nè l’Avv. Cocco né l’ispettore Francioni che ha ammesso in aula di non averne idea.
Eppure, quell’agenda presenta dei contenuti quanto mai inquietanti, come illustra lo stesso legale durante l’audizione del teste di accusa. “Scusi, si parla di rapporti tra un tale Flavio Carboni per costituire la P3 (si presume una sorta di loggia massonica tipo la celebre P2 – ndr) con Gabriele Gatti, Giulio Tremonti ed una decina di soggetti sammarinesi che vengono indicati qua” e “un’altra pagina di questa agenda” si sostiene che “tale Tito Masi e Venturini” (vien da pensare Mario, se non altro per la vicinanza politica con Masi, ma è una mera deduzione logica priva di riscontri oggettivi – ndr) chiedono “di portare importanti attacchi su Gabriele Gatti, Claudio Podeschi e Peppe, non so chi sia quest’ultimo, Roberti c’è scritto dopo”.
Di chi era quella agenda? Chi ne ha compilato i contenuti? Che indice di attendibilità possono avere questi stessi inquietanti contenuti? E’ importante saperlo, se non dal punto di vista giudiziario dal punto di vista politico e storico.
Fin dalla lettura dei primi provvedimenti inerenti il Processo Mazzini ho notato tantissime incongruità, arrivando ad avere l’impressione -nulla più di una impressione ovviamente- che gli stessi atti fossero confezionati non tanto, o non solo per cercare di appurare una serie di eventi ma per cercare appigli capaci di inguaiare una intera classe dirigente, arrivando talvolta a forzare le interpretazioni e ignorare o mettere in estremo secondo piano tutti gli elementi che potessero mettere a rischio l’equilibrio dell’ipotesi accusatoria. Ci si trovava di fronte, quindi, a ipotesi di accusa di ricilaggio senza che si potesse anche velatamente individuare la base indispensabile a levare una simile accusa, ovvero il reato presupposto. Poi, il ruolo dei media con i fantasiosi collegamenti fra politici sammarinesi e addirittura la “Triade”, la mafia cinese; collegamenti e sospetti su eclatanti traffici di organi… Non mancò, se ricordo bene, neppure qualche sospetto di traffico di uranio o plutonio…
In quattro e quattr’otto ogni indagato, specie qualcuno, guardacaso presente nella “lista” di quelli da attaccare dell’Agenda nera Omecron, appariva più pericoloso del Mostro di Firenze.
Che dire, poi, tornando all’udienza del processo Gatti-Galassi, di individui (l’Avv. Cocco, oltre allo scomparso Nicolini cita Marino Grandoni), che -si deduce dagli stessi atti- avrebbero movimentato libretti e soldi ma sarebbero, forse senza troppa attenzione “liberati” immediatamente da ogni ombra e accusa? Ben inteso, si presume giustamente vista la fumosità delle accuse confermate nel rinvio a giudizio ad altri… Altri, però e guardacaso, presenti nella “lista” Omecron.
Ci fu una sorte di colpo di stato -portato con la complicità di una parte di magistratura, di qualche organo di informazione e di componenti politiche e, magari, imprenditoriali- nella Repubblica di San Marino?
Il sospetto, ogni giorno che passa, diviene più fondato grazie a nuovi “misteriosi” elementi che emergono. Soltanto sospetto ovviamente. E, se un piano di golpista ci fu, è verosimile che possa essere andato a segno, anche grazie alla sete giustizialista della ingenua, distratta, incantata popolazione sammarinese.
Mi ha colpito, l’altro giorno, la frase di una intercettazione citata nella relazione (si ricordi approvata all’unanimità dal Consiglio Grande e Generale) della Commissione di inchiesta su Banca Cis. Stefania Lazzari, un un messaggio, evidenzia uno “strano” rapporto con un Segretario di Stato, Simone Celli che guida il dicastero delle Finanze. In questo si legge: “Nessun problema per Celli, importante e (è -ndr) che faccia quello che deve fare”. Poco importa se poi, in quel caso, lo fece o meno… Il messaggio è un elemento in più che alimenta i sospetti di non trasparenti rapporti fra il governo AdessoSm a guida Repubblica Futura, partito che -forse casualmente- ha alla sua presidenza uno che ha il cognome identico a quello di chi, secondo le pagine dell’Agenda Omecron, chiedeva a non si sa chi di portare “importanti attacchi” a chi si trovava nella stanza dei bottoni della politica governativa negli anni antecedenti il più grande ed efficace attacco agli stessi, cioè le interminabili custodie cautelari che hanno “cancellato” in un battibaleno tre personaggi di spicco, di vertice, di una intera generazione politica.
Sta di fatto che oggi, se uniamo i celebri puntini, diviene possibile tracciare uno scenario sì fantasioso, ma non liquidabile subito come la solita stupidaggine complottista. Unendo i puntini seguendo un percorso “particolare” e magari fazioso, su può tracciare anche un disegno golpista. Si può “scrivere” una verità alternativa, magari farlocca, ma supportata da dubbi e, talvolta, da una chiara logica. Una verità alternativa che vedrebbe una componente politica, una componente dell’informazione, una componente finanziaria e imprenditoriale nonché una fetta di magistratura “deviata”, come i fautori di una scalata al potere a cui sarebbero mancati solo i colpi di fucile e di cannone…
E’, la “forzatura” interpretativa sopra esposta uno scenario possibile? Speriamo tutti, ovviamente, di no. Ma non sarebbe bello conoscere con certezza, magari attraverso i lavori di una Commissione Consigliare di Inchiesta, oltre che da prossime sentenze giudiziarie che potrebbero seminare altri “puntini” da unire, cosa è successo realmente a San Marino nell’ultimo decennio?

Enrico Lazzari