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  • San Marino. Opposizioni denunciano: “Fuori legge le delibere del governo e 134 assunzioni nella Pa”

    Ormai è un dato di fatto che niente può distogliere la ex maggioranza dal cercare di portare avanti i propri piani a dispetto di tutto e tutti. E nonostante manchi ormai pochissimo è proprio così che effettivamente e senza alcun pudore stanno andando le cose. A denunciarlo nella cornice di una conferenza stampa sono stati ieri alcuni esponenti delle ex opposizioni. “Vogliamo denunciare pubblicamente – ha esordito Alessandro Mancini di ‘Noi per la Repubblica’ – quello che sta succedendo in queste ore, fra pochi minuti ci sarà un seduta del Congresso dove all’ordine del giorno ci sono varie delibere che destano parecchia preoccupazione, da quando è caduto il governo si è condiviso il principio di visionare in maniera preliminare le delibere e trovare una condivisione dove possibile, rimandando gli altri atti al futuro governo. Oggi purtroppo dobbiamo prendere atto che il metodo non ha portato i risultati auspicati. Ci troviamo di fronte ad un Congresso che esamina delibere che hanno il sapore clientelare, molte incidono su capitoli di spesa importanti, trattano nomine e decisioni di carattere strettamente politico. C’è rammarico perché non è stato dato seguito agli impegni. Parliamo di delibere che potrebbero produrre effetti sul bilancio dello stato e di scelte politiche che non spettano più a questo governo”. A fargli eco Roberto Ciavatta di Rete che ha letto alcuni passaggi dell’art. 21 della legge 184 del 2005 la quale in questa fase vieta tra le altre cose i conferimenti di incarichi professionali, le consulenze, le liberalità, le collaborazioni, l’emanazione di atti normativi. Legge completamente disattesa se “abbiamo una delibera – ha riferito Ciavatta – con 76mila euro alla Algenia per il progetto bio espressamente vietata dalla legge, la riconferma di Andrea Gualtieri all’Iss, un progetto di legge che decadrà fra due giorni sulla riqualificazione dei centri storici, un bando per 2 posti di marescialli e 8 posti di brigadiere, la proroga di stage formativi di 3 stagisti, il bando per la dirigenza dell’attività di controllo, la concessione per l’uso di frequenze 5G alla tim, non sono delibere di ordinaria amministrazione. Non si possono coprire dietro al fatto che hanno condiviso queste cose, il problema che tutte le volte che abbiamo detto no sono andati avanti lo stesso. Per non parlare della delibera con la quale hanno stabilito che il Congresso paga l’avvocato a dei giudici per attaccare la Reggenza. Va fatta chiarezza su quanto fatto in questi due o tre mesi. Si sono voluti portare avanti provvedimenti dal sapore ampiamente clientelare, elargire contribuzioni, ruoli, bandi forse per tentare di avere qualche ritorno in termini elettorali. Non si può utilizzare lo stato come un bancomat”. Una preoccupazione quella di Ciavatta condivisa anche dalla Dc. “Si prorogano gli organi amministrativi di Iss – ha detto Stefano Canti –il Pdcs era contrario alla luce di una valutazione fallimentare della gestione dell’istituto. Si sono dimessi anche i sindaci revisori, occorre fare approfondimenti, capire cosa è successo”. Per Tony Margiotta di Elego questo atteggiamento è la conferma dell’autoritarismo e dell’arroganza di questa maggioranza. Dal canto suo Fabio Righi di Motus Liberi ha messo in luce la gravità della delibera che ha per oggetto la nomina di 2 marescialli e 8 brigadieri. “sono atti di alta amministrazione e c’è un richiamo ad un’altra delibera che evidenzia motivazioni tutt’altro che urgenti. Siamo di fronte ad atti totalmente fuori dalla fase di ordinaria amministrazione”. L’anomalia su cui ha puntato il dito l’ex consigliere Federico Pedini Amati oggi candidato tra le fila di Noi per la Repubblica sono le “134 assunzioni nella Pa che sarebbero avvenute in un solo mese. Ci troviamo con un governo che agisce contro legge”. Lapidario Matteo Zeppa di Rete “siamo di fronte ad una prevaricazione di un Congresso di Stato che evidenzia una non rettitudine nei confronti di leggi qualificate. E si vocifera che a pochi giorni dalle elezioni quello di oggi non sia nemmeno l’ultimo congresso, c’era la necessità di andare in maniera serena al voto, inammissibile il dispotismo dei segretari di stato uscenti”.

    Repubblica Sm