Ieri ho partecipato alla conferenza stampa del gruppo #RISPETTO di Alba Montanari dove si è denunciato l’argomento ”racket lavoro nero all’ospedale di Stato di San Marino”.
Quanto è stato denunciato mi ha letteralmente sorpreso: si parlava di caporalato, di minacce, di pressioni, di lavoro nero, di induzione alla prostituzione; tutti argomenti che vorremo tenere ben lontani dalla nostra piccola Repubblica.
Eppure a pochi chilometri da casa nostra, nel nostro stato, vi è un altro stato, strisciante e silente. Noto ai più e tollerato da molti sammarinesi per i motivi più disparati. Un mondo illegale che le autorità non potevano non conoscere che ne dica il sempre più inadeguato Segretario di Stato con delega alla Sanità Franco Santi, il quale è riuscito a fare molto peggio di chi lo ha preceduto! Una missione quasi impossibile!
Di fatto Santi negando l’esistenza del lavoro nero in ospedale, secondo la versione fornitaci dalle appartenenti al gruppo #RISPETTO, avrebbe bypassato un problema scomodo ed avrebbe fatto come quelli che invece di pulire casa mettono la sporcizia sotto il tappeto; il problema è molto serio e va affrontato di petto!
Lo si sapeva fin dall’inizio della sua nomina che il nostro tecnico di laboratorio delle medie fosse la persona meno adatta a ricoprire quel delicato ruolo; le mancanze erano diverse. Santi non ha sia le capacità manageriali, la formazione ed il carattere forte per ricoprire il ruolo di Segretario di Stato con delega alla Sanità, soprattutto in questo momento. Ora addirittura nega l’evidenza di problemi!
La denuncia, reiterata, delle coraggiose donne di ieri ha evidenziato come l’ospedale sia territorio di nessuno, dove nel campo dell’assistenza la legalità è andata a farsi benedire. La cosa che stupisce è l’ipotetica correità dei dipendenti dello stesso ospedale, gente pagata anche bene dai contribuenti sammarinesi.
La domanda che mi sono posto mentre le aderenti al gruppo ci spiegavano le varie problematiche relative alle badanti è se ci fossero stati mai controlli, e soprattutto se l’ispettorato del lavoro si fosse mosso a tutela della legalità.
Ora, secondo un testimone oculare presente alla conferenza stampa, addirittura oltre al racket del lavoro nero siamo anche in presenza di quello della prostituzione di queste donne che vengono dall’est.
Questi sono fatti gravissimi rispetto ai quali non ci si può girare dall’altra parte, come pare invece abbia fatto l’imbarazzante Santi e non solo.
La risposta deve essere ferma e veloce: tolleranza zero verso chi sfrutta e delinque.
Marco Severini – marco.severini1420@icloud.com