Otto milioni di euro. Sono i soldi chiesti dalla Regione al Governo per la rupe di San Leo, nel corso del convegno organizzato ieri pomeriggio nel piccolo borgo, a un anno di distanza dal crollo di una parte della rupe (avvenuta il 27 febbraio 2013). Il ministro promette, ma sui tempi nessuna anticipazione. «La difesa del suolo dice il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini è una delle priorità del nostro mandato. Per questo continueremo a investire risorse nella prevenzione e manutenzione, per non dover affrontare solamente le emergenze. Il lavoro di squadra svolto a San Leo in un anno ha prodotto risultati concreti. Definiremo un piano per i prossimi cinque e dieci anni, perché siamo consapevoli che non tutto può essere classificato come emergenza’». Ed è proprio l’esempio di San Leo che viene esaltato dallo stesso ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, presente al convegno: «L’Emilia Romagna ha saputo gestire i fondi. E’ una regione virtuosa e questo le permetterà di spendere bene e in fretta le risorse che daremo, affrontando prima di tutto le priorità. Nel prossimo mese e mezzo firmeremo un accordo di programma per le opere più urgenti». Bonaccini annuncia: «Abbiamo già presentato al Ministero dell’Ambiente i progetti per il consolidamento della rupe e di fosso Campone, chiedendo che vengano inseriti nel piano decennale contro il dissesto. Si tratta di interventi per 7,8 milioni di euro». Tecnici e amministratori hanno illustrato cosa è stato fatto e cosa ancora resta da fare. «Il monitoraggio di fase 1 assicura il Servizio tecnico di bacino non ha evidenziato altri movimenti. Quello di fase 2, per il controllo delle fratture in profondità, potrà consentire di aggiornare l’area di rischio e stabilire quando e come gli sfollati potranno rientrare nelle loro case. Il monitoraggio sarà garantito per i prossimi 5 anni. Tra le priorità, estendere lo studio sulla rupe nel versante est e sud». Il sindaco di San Leo, Mauro Guerra, puntualizza: «L’obiettivo principale ora è comunicare alle famiglie il prima possibile quando potranno ritornare in sicurezza nelle loro abitazioni. Speriamoche la conferma di questi 7,8 milioni di euro arrivi presto, per riuscire finalmente dopo più di 50 anni a pensare a un progetto definitivo per la tutela dell’intera rupe». Anche il presidente della Provincia, Andrea Gnassi, ribadisce l’importanza di una pianificazione nazionale a medio-lungo termine: «Abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo il massimo con le nostre forze. Ma non possiamo contare solo su entusiasmo e volontariato. Avremmo bisogno di investimenti e risorse adeguate. Nella sola nostra provincia sono censite storicamente 5mila frane attive: possiamo pensare di qui ai prossimi 10 anni di inseguirne una alla volta, all’indomani di una strada che si rompe, con le risorse di un Comune o di una Regione? Oppure sarebbe meglio che lo Stato italiano mettesse in cima alle priorità d’intervento un piano nazionale di prevenzione dal rischio idrogeologico che dia una logica e un senso alla razionalità di un Paese che guarda al futuro?». Galletti ribatte: «Una pianificazione e la prevenzione sono fondamentali. In Italia dobbiamo cambiare la cultura. Dire basta agli abusi edilizi e tutelare il territorio». Il Governo annuncia lo stanziamento a breve di 600milioni di euro per affrontare le criticità più grandi. Tra queste, non ci sarà solo San Leo ma anche tutta la costa adriatica, colpita dal maltempo. «Sul litorale dobbiamo intervenire con la massima priorità conclude Galletti è un’economia trainante per il nostro Paese». Il Resto del Carlino
