Il pensiero di questa settimana non può non andare che al 1° maggio giorno in cui è ricorso il ventennale della scomparsa del pilota brasiliano, Ayrton Senna. Dopo pochi giri dal via, all’autodromo di Imola dove si correva il Gran Prix di San Marino (e non di Imola come dicevano spesso in telecronaca i commentatori) alla famosa curva del Tamburella l’auto di Senna si schiantava contro il muro di protezione. Un impatto tremendo che non ha dato al pilota la minima possibilità di salvezza. Una tragedia sportiva che ha commosso tutto il mondo, anche coloro che non amavano l’automobilismo, per la simpatia e l’ammirazione verso il giovane Ayrton.
Un peccato che San Marino non si sia ricordato di Lui, mentre si sono svolte commemorazioni in tutto il mondo. Un’altra occasione persa sacrificata sull’altare del risparmio. Ma il 1° maggio di quest’anno non va ricordato solo per tale triste ricorrenza ma anche come giorno della Festa dei Lavoratori. Una festa che una volta si celebrava con lunghe sfilate sindacali, comizi, raduni, pic nic fuori porta, balli e danze in tutte le piazze dove i partiti, specialmente quelli della sinistra, si facevano concorrenza l’un l’altro.
La festa di oggi è tutta un’altra festa! Sì, la “festa” che hanno fatto le industrie ai lavoratori licenziandoli, togliendo loro il lavoro e la certezza del loro futuro, usufruendo della cassa integrazione, anticamera della disoccupazione, e della mobilità.
Proprio una bella “festa”! Ecco perché è stato un 1° maggio in tono minore, in una situazione economica e imprenditoriale tragica che solo una grande politica, una seria politica, una coraggiosa politica può risolvere e risanare. Sarà così? Potremo rifesteggiare il 1° maggio come una volta? Speriamo!
Paolo Forcellini