Lavoro, speranza, comunità, istruzione, rinuncia alla politica come scambio di favori:
sono i punti fondanti per far rifiorire il Paese. —
Ascoltare i concittadini e raccogliere le istanze di cambiamento per il bene comune, lasciando da parte litigi, personalismi e sterili scontri dialettici: questo il primo passo di una nuova politica, andato “in onda”, e seguito anche in diretta streaming via web, venerdì sera alla Sala del Castello di Serravalle dove il PDCS ha radunato candidati, sostenitori ed anche persone di altra provenienza, nel secondo grande evento di pre-campagna elettorale, intitolato «Quello che le donne (non) dicono».
Come sempre innovativo ed insolito il format della serata: Un talk-show non già predeterminato nei contenuti, al contrario un reale momento di ascolto e di dialogo senza rete: il bello della diretta, condotta dal giornalista Giancarlo Perego, già caporedattore del Corriere della Sera.
Protagoniste le donne, ospiti anche molti uomini. Su questo è nato il primo punto fermo: al centro della visione del mondo della democrazia cristiana sammarinese è la persona, non l’equivoco con-cetto di genere. Donna e uomo, questo è nella natura stessa culturale di un partito di ispirazione cattolica. Il tema politico dunque si sposta su chi è competente e chi no, chi ha “cuore” e chi no. Ecco il vero concetto di parità e di pari opportunità: si salta l’artificiosa contrapposizione tra uomo e donna.
Non è stata una serata di lamentele. Ma al contempo si sono affrontati i problemi così come si pon-gono nella realtà oggi. Esemplare è stata la testimonianza di una candidata: “Sono stata avvicinata – ha detto – da una persona che mi ha promesso il suo voto se avessi trovato il lavoro a sua figlia. Gli ho risposto: se la mette così si rivolga altrove. Io ho deciso di impegnarmi per creare le condizioni perché, come sua figlia, tanti giovani possano trovare lavoro”. In questo aneddoto c’è già il senso della proposta del PDCS, ancorata ai principi di solidarietà e con la barra del timone dritta verso la nuova politica come gestione della cosa pubblica in vista del bene comune, anziché della garanzia di interessi chiusi e personalistici.
Fra le proposte venute da più persone, l’esigenza di rafforzare il senso di comunità nella Repubblica, anche mediante un’attenta pianificazione dei territori.
Un intervento ha sottolineato la necessità di sviluppare l’economia reale, con progetti integrati che dal piano legislativo arrivino alla formazione professionale ed alla penetrazione nei mercati esteri. Più interventi hanno rimarcato l’orgoglio di appartenere a un Paese le cui risorse principali sono i concittadini, il territorio e l’eredità storica: una “atmosfera positiva”, è stato detto.
Sono state ricordate le iniziative già intraprese nella scorsa legislatura in difesa della donna e del suo ruolo specifico nella società.
Molte le esperienze raccontate di volontariato, in vari settori, da quello oncologico alla disabilità.
Su tutti, il “tema dei temi” del PDCS in questa tornata elettorale: fare squadra, essere uniti.
“Sta andando avanti un processo evidente di maturazione – ha detto nelle sue conclusioni il segretario del partito Marco Gatti -, oggi abbiamo un gruppo di persone che sta diventando sempre più squadra. Dove anche i fuoriclasse devono sapere giocare per il team”.