Torna prepotentemente agli onori della cronaca l’Aqr, Asset Quality Review o revisione degli attivi, che la Banca centrale di San Marino sta portando avanti insieme ai soggetti vigilati. A far sollevare un’ondata di polemiche questa volta è la decisione di Bcsm di chiedere alle banche una nuova perizia su immobili di loro proprietà e in particolare il fatto che tali perizie debbano essere eseguite da professionisti in possesso della certificazione europea.
Il caso è già stato sollevato nei giorni scorsi dai consiglieri della Democrazia cristiana che hanno depositato un’apposita interpellanza al governo mentre a protestare pubblicamente oggi sono i rappresentanti del Collegio dei Geometri sammarinesi e dell’Ordine degli Architetti e ingegneri, furiosi per la pretesa da parte di Bcsm della certificazione europea, mai richiesta finora e mai ottenuta da nessun iscritto, che di fatto taglia fuori i professionisti del Titano da queste nuove perizie.
“Venerdì 13 gennaio – raccontano i rappresentanti dei due ordini – abbiamo ricevuto la comunicazione di Abs in cui si spiegava come Banca centrale avesse richiesto alle banche «la predisposizione e la presentazione all’Autorità di Vigilanza di (ulteriori, rispetto a quelle già esistenti) perizie aventi ad oggetto beni immobili, anche siti in San Marino» pari a circa 93 unità. In più era indicato che «tali perizie dovranno essere inoltre redatte da professionisti certificati abilitati a redigere l’elaborato richiesto in conformità agli standard europei EVS 2012 (o altri standard internazionali), secondo la metodologia ECB». Abs spiegava ancora che «tali beni dovranno essere periziati entro il 25 gennaio 2017». Un termine – raccontano ancora i professionisti – da intendersi «non come indicativo, bensì perentorio, posto che, in difetto di positivo riscontro, viene rappresentato ad ABS il rischio che tali beni subiscano, in assenza di una valore certificato nei termini indicati, una valutazione fortemente penalizzante»”.
Geometri, architetti e ingegneri hanno quindi risposto pochi giorni dopo attraverso una nota congiunta in cui si spiega in sostanza che nessun professionista sammarinese è in possesso della certificazione europea semplicemente perché “la normativa sammarinese non contempla tale pratica. Le perizie fino ad ora elaborate – scrivono i due presidenti – sono effettuate nel rispetto della legge n. 102/2015 e validamente acquisite nelle varie procedure anche dal Tribunale unico di San Marino”.
I due vertici hanno quindi suggerito “sulla base delle nascenti necessità da parte del settore bancario sammarinese” di “predisporre un ciclo di corsi di formazione professionale che, comunque, richiede tempi piuttosto lunghi per natura e circostanze sottostanti”. Laconica la risposta del presidente di Abs Matteo Mularoni che accoglie con favore la proposta di un incontro per discutere di nuove procedure ma che spiega come “Medio tempo, le Banche, salvo diverso avviso dell’Autorità non potranno che affidare l’incarico a periti ‘certificati’”.
Quindi, salvo ripensamenti di Banca centrale, gli istituti di credito dovranno chiamare professionisti italiani per completare le perizie su immobili sammarinesi. Una decisione che lascia più che perplessi i professionisti del Titano. “Nessuno degli iscritti agli Ordini è certificato – raccontano i loro rappresentanti – poiché, non esistendo una normativa specifica a San Marino, non possono essere riconosciute certificazioni nonostante che alcuni iscritti abbiano fatto corsi e aggiornamenti proprio in materia di stima immobiliare”.
Duro il giudizio su Bcsm: “Non ci sembra giusta questa scelta. Soprattutto non siamo d’accordo sulla modalità usata. Siamo contrari al fatto che un aggiornamento ci venga imposto da una autorità che non può modificare le leggi. Non siamo contrari ad una evoluzione normativa che vada verso l’Europa – sottolineano i professionisti – ma ciò deve avvenire con tempi adeguati. Non siamo a priori neppure contrari al fatto che professionisti stranieri possano lavorare a San Marino ma in questo momento di crisi generalizzata ci sembra eccessivo impoverire ulteriormente il sistema economico del Titano. E poi – sottolineano – noi siamo sicuramente i maggiori conoscitori del mercato e del valore degli immobili in territorio”.
Per i professionisti questo modo di agire creerà una serie importanti di anomalie. “Innanzitutto – raccontano ancora i loro rappresentanti – si mettono in discussione le perizie passate e soprattutto quelle future. Ma il rischio più grande è quello di un sostanziale deprezzamento del mercato immobiliare sammarinese, anche se in buona fede, in quanto chi viene da fuori non conosce il mercato del Titano e le sue molteplici peculiarità. Se l’intento è quello di avere analisi corrette – proseguono – affidarsi all’esterno non è la scelta giusta. Infatti anche se loro hanno la certificazione europea, a San Marino non ci sono entità come l’agenzia del territorio e la tecnoborsa che indicano prezzo minimo e massimo. Noi attualmente non abbiamo questo dato di ingresso. Non abbiamo un listino, un dato ufficiale. Perciò è inutile che applichiamo un regolamento puntiglioso come quello europeo se non ci sono gli stessi strumenti”.
Quindi come possono effettuare queste perizie? “È un paradosso ma dovranno chiedere a noi che lavoriamo da sempre sul territorio – è la risposta sconsolata – e conosciamo bene tutte le dinamiche presenti ma soprattutto passate”. C’è poi anche un risvolto legale. “Anche i professionisti italiani se dovessero fare una perizia non corretta ne risponderebbero in Tribunale come noi. Il problema sarebbe poi nell’applicazione delle eventuali pene. Infatti come cittadini stranieri potrebbero non presentarsi ai processi e anche le sanzioni avrebbero un peso molto relativo”. Ma gli ordini sollevano un’ulteriore anomalia: “Come periti d’ufficio nominati dal Tribunale valutiamo continuamente immobili per le aste di Banca centrale. Quindi perché queste hanno valore e quelle per le banche no?”. Ad ogni modo gli ordini non si vogliono dare per vinta ed hanno già incontrato le segreterie di Stato competenti per porre anche a loro il problema. La Tribuna Sammarinese