San Marino. Politica in fermento: “Tempesta-Della Balda” sul nuovo “Garofano” che si appresta a “saccheggiare” Rete e Libera, “resa dei conti” sempre più vicina nel Pdcs…

Cade… Non cade… Cade… Non cade… Analizzare la situazione politica sammarinese, da qualche mese a questa parte, appare un po’ come cercare l’amore “spetalando” una margherita. La situazione è, comunque, in “fermento” e ogni momento appare quello giusto perchè possa saltare tutto.

Sul fronte interno socialista i giochi sono ormai fatti con anche l’ultimo “matrimonio”, quello dal fidanzamento più turbolento, ormai celebrato: anche Elego fondato da Paride Andreoli è ormai nel Garofano (quasi) unitario al fianco di Partito Socialista, orfano di Alessandro Mancini e Giacomo Simoncini e sempre più catalizzato attorno ad Augusto Casali, Partito dei Socialisti e dei Democratici e Movimento Democratico.

Ma già si evidenziano, in questo rinnovato “Garofano”, le prime divergenze, le prime visioni opposte sulla strategia da perseguire. E, dietro queste, ci sarebbe -secondo “voci” sporadiche che riecheggiano fra le mura della nuova “casa comune”, lo zampino “occulto” di una vecchia volpe politica del calibro di Emilio Della Balda, il quale spingerebbe per sfruttare la nuova forza elettorale del “Garofano” per creare un’alternativa al “Partitone” e, quindi, un governo per certi versi simile a quello disastroso di AdessoSm, con Libera, Repubblica Futura e, forse, Motus Liberi e Alleanza Riformista di Rossano Fabbri e Gian Nicola Berti, lasciando il Pdcs all’opposizione -e alle prese con un forte inasprimento delle “faide” interne che già oggi minano la serenità in Via Delle Scalette- con quel che, dopo le elezioni, resterebbe di Rete.

Una visione diametralmente opposta a quella che ha ispirato il superamento della “diaspora” socialista che mira a formare una maggioranza -diciamo- semplificata, priva di tutti quei “cespugli” e “cespuglietti”, nonché delle componenti più populiste che rendono l’azione di questo governo incerta, priva di una linea precisa, orfana di una progettualità a lungo termine e caratterizzata da continui scontri interni.

In parole povere, alla base della riunificazione socialista, c’era il progetto di giungere ad un governo formato a sostenuto soltanto da “Garofano” e Democrazia Cristiana, che sul lungo termine potesse portare ad una semplificazione del quadro politico e al superamento della frammentazione e dei populismi. Un piano, sulla carta -per la visione socialista- perfetto, perchè se concretizzato permetterebbe di ridare al Titano un governo efficace e in grado di porre in essere una azione politico-economica frutto del compromesso fra due sole visioni “ideologiche”, peraltro oggi, al contrario di decenni fa, assai vicine e simili, che potremmo definire “social-liberali”.

Sul lungo termine, inoltre, cespugli a parte, si arriverebbe ad una sorta di “tripolarismo”: Pdcs a destra dello scacchiere; Libera a sinistra; e “Garofano” al centro, con tutto ciò che in termini di “forza” e prospettiva esso comporterebbe.

Ma questo piano sembra già al centro di uno scontro interno alla ritrovata (quasi) unità socialista. Difatti, se resterà un mistero avvalorato solo da sporadiche “voci” che a capo della prima nuova “faida” interna ci possa essere Della Balda, è un dato di fatto che MD sia uscita allo scoperto in tal senso, con una eloquente intervista rilasciata a Serenissima il 28 febbraio scorso dal Segretario di Stato al Turismo, Federico Pedini (leggi qui)

In ogni caso, il “progetto-Pedininon sembra aver fatto breccia nella coalizione della sinistra socialista, dove, così, può partire la “fase due”, ovvero lo “scouting” verso quei gruppi o individui di formazione socialista confluiti in altri partiti come Rete o Libera.

Saranno settimane calde quelle che ci apprestiamo a vivere. E non solo sul fronte socialista che si appresta a “saccheggiare” Rete e Libera di rappresentanti e, quindi, voti. Anche in casa Pdcs le acque non sembrano tranquille. Su tutto la “Tempesta-Lonfernini”, ormai separato in casa e isolato dal resto del partito. Una “tempesta” alla quale si affianca una divisione che è emersa nei giorni scorsi, con una netta dichiarazione rilasciata in Consiglio Grande e Generale dal Segretario di Stato alla Giustizia Massimo Ugolini (leggi qui), nella quale -senza mezzi termini- chiude le porte di Via delle Scalette a Repubblica Futura, lasciando intendere che nel “Partitone” qualcuno sta seriamente guardando verso RF per il futuro.

Eloquente, poi, a confermare la forte tensione che sta affliggendo il Pdcs, la durissima presa di posizione della CDLS, sindacato storicamente “vicino” al partito democristiano, verso il governo e, soprattutto, verso il Segretario di Stato Lonfernini e il suo “collega” Roberto Ciavatta di Rete. Certo, questa considerazione è propria un po’ del celebre “a pensar male” andreottiano, visto che ogni sindacato persegue statutariamente, gli interessi dei lavoratori e sociali e non politici. Ma anche questo aspetto appare eloquente -ad un osservatore attento alle diverse “sfumature”- nell’evidenziare che anche nel Pdcs la tensione si alza e la resa dei conti definitiva appare sempre più imminente.

Enrico Lazzari