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  • San Marino. Prima del rilancio è necessario sconfiggere delatori e calunniatori, politici e non… Una sfida che chiama “alle armi” ogni sammarinese.

    Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Parola di Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista durante la Seconda Guerra Mondiale. O, almeno, in tanti la attribuiscono a lui…

    Di moderni Goebbels, anche sul Titano, sembrano essercene tanti, anche fra coloro che occupano scranni che contano. Talvolta delatori (del resto come storia recente insegna basta l’apertura anche immotivata di una indagine per “far fuori” un avversario), altre volte addirittura calunniatori. Quest’ultimi sono i più meschini e pericolosi per la dignità umana e, in certi casi, addirittura per la democrazia basata sulla sovranità popolare.

    Perchè vi parlo di questo, oggi, vi chiederete… Perchè sono rimasto di sasso, l’altra sera, ascoltando l’intervento in Consiglio Grande e Generale del Segretario di Stato al Turismo, Federico Pedini, che si è sentito in dovere di sottolineare che non ha alcun conto corrente in Italia contenente somme ingenti di denaro ottenute incassando tangenti, sia per il contestato “Trenino” che -unitamente al Segretario di Stato all’Industria, Fabio Righi– per il progetto di un noto gruppo imprenditoriale al Tiro a Volo di Murata.

    Dunque, un Ministro della Repubblica, dalla più alta istituzione democratica -il Consiglio Grande e Generale appunto- si è sentito in dovere di smentire una “voce” diffusa, che da tempo “rimbalzava” freneticamente nel Paese.

    Ma, genericamente, andando al di là di quest’ultima vicenda, come è caduta in basso la comunità sammarinese e, con essa, chi, nella ricerca di consenso, non esita diffondere calunnie nei confronti delle più alte istituzioni democratiche? Certo, chi è causa del suo mal pianga se stesso, ricorda un vecchio adagio. Sono stato tentato di liquidare in questo modo la vicenda, ricordando il non gratificante aggettivo che lo stesso Pedini mi rivolse qualche settimana fa via social, trovandosi di fronte ad una mia analisi politica in cui le sue scelte non mi apparivano razionali o sensate (leggi qui e qui).

    Ma in ballo non c’è uno dei tanti scontri fra me e qualche politico, ministro o ex ministro sammarinese. In ballo, su questo tema, c’è sia la dignità della persona che la qualità della democrazia di un Paese. Ed è pratica diffusa anche, soprattutto in una piccola comunità qual è quella sammarinese, e specie oggi nell’era dei social, delegittimare le scomode analisi od opinioni altrui, tentando meschinamente di delegittimarne l’autore, anziché controbattere nel merito; pratica quest’ultima talvolta impossibile alla luce dei fatti e delle situazioni alla base dell’opinione o dell’analisi stessa.

    Potrei citare millemila momenti e prese di posizione in tal senso rivoltemi o rivolte ad altri che come me, senza nascondersi, non esitano ad esprimere le proprie opinioni con l’intento di rendere comprensibili ai più anche le più intricate vicende che hanno un forte impatto sulla cittadinanza. E la politica è senza dubbio una di queste.

    Ma come si sconfiggono i calunniatori, o meglio la calunnia come azione di ricerca del consenso,  la cui azione è alimentata e resa efficace da una “deficienza” della società, da una “ignoranza” giuridica dilagante?

    Non è difficile: con la presa di coscienza della popolazione. Vi immaginate se, ad ogni voce o accusa ascoltata o letta (sui social), ogni sammarinese chiedesse conto di fonti e, soprattutto, di quali basi concrete (documenti, atti, indizi o prove) ci siano a supporto di una così grave accusa? L’accusatore da social o bar non avrebbe certo elementi da presentare e farebbe la figura del “fanfarone”…

    Sai? Pedini ha preso una mazzetta da Pinco Pallino…”. “Davvero? E dove ha nascosto i soldi? Chi li ha trovati? Quando li ha incassati? Cosa prova che li abbia presi?”… “Bho, l’ho sentito al bar…”. Ogni calunnia morirebbe sul nascere… Senza arrivare ad appesantire il lavoro di un Tribunale dove il tempo e le forze sembrano non bastare per evitare prescrizioni anche su casi importanti.

    Come sarebbe più bella la Repubblica se la società, dopo la deriva giustizialista e populista dell’ultimo decennio, ritrovasse quella razionalità da tempo perduta. E, farlo, dipende da ognuno dei 30 e passa mila cittadini sammarinesi. Andrebbe tutto meglio, anche l’azione dei governi sarebbe più seria ed efficace, al pari di quella delle opposizioni. Perchè ogni azione, ogni scelta, sarà poi giudicata su motivazioni e giustificazioni serie ed argomentate, e non più -come è oggi- dalle strumentalizzazioni di chi, persa la poltrona e il comodo posto nella stanza dei bottoni, arriva a sparare a zero su provvedimenti che, solo poche settimane fa, poteva facilmente bloccare in Congresso di Stato…

    Una popolazione attenta e consapevole è impossibile da prendere in giro. E un Paese con un popolo che vota libero ma definendo la sua scelta elettorale su basi reali e ben comprese è un Paese che può trarre il meglio dalla sua classe dirigente.

    Enrico Lazzari