San Marino. Processo a Buriani, Celli, Fabbri e Filippini – udienza 03.10.2023. Avv. Tania Ercolani: ”Buriani il braccio armato in tribunale”

Nel contesto del processo legale che coinvolge il giudice Alberto Buriani, l’ex ministro delle finanze Simone Celli, il giornalista Antonio Fabbri e il direttore del quotidiano L’Informazione di San Marino, Carlo Filippini, l’avvocato Tania Ercolani ha messo in luce particolari inquietanti relativi agli esposti anonimi presentati nel 2018.

Ha iniziato dicendo che nel 2018 vi sono stati altri esposti anonimi rilevanti. Il primo, identificato come il 704 del 15 novembre 2018, era presentato da un individuo fittizio, tale Carlo Crocenzi, che sosteneva di essere un investitore della Banca Sammarinese di Investimento (BSI) e segnalava presunte perdite di 30 milioni di euro, criticando la vigilanza della Banca Centrale. Il secondo, il 712 del 19 novembre 2018, firmato da un falso Luca Lorenzi, ex direttore di Banca Agricola, coinvolgeva Banca Agricola, un importante istituto finanziario sammarinese, accusando la proprietà di utilizzarlo come un “bancomat” e affermando che la Banca Centrale non vigilasse in modo adeguato. Entrambi questi esposti anonimi erano correlati al periodo critico della Banca Cis, che aveva poca liquidità e stava affrontando una procedura di risoluzione conclusasi nell’aprile 2019.

Ercolani ha sottolineato che l’obiettivo di questi esposti anonimi era apparentemente quello di allentare la pressione su Banca Cis, l’unico istituto in crisi in quel periodo. Ha fatto notare che il procedimento di risoluzione della Banca Cis aveva attirato una grande attenzione mediatica e, in parallelo, c’erano inchieste in corso contro i vertici della banca.

Ercolani ha esaminato la reazione del giudice Alberto Buriani a questi esposti anonimi. Buriani aveva scelto di archiviare il procedimento basandosi su un articolo pubblicato su un settimanale chiamato “Fixing”, senza cercare di identificare l’autore reale degli esposti. Ha sollevato preoccupazione riguardo al fatto che non sia stata condotta un’indagine accurata per identificare gli autori degli esposti e che Buriani abbia basato la sua decisione su un articolo di giornale piuttosto che su una ricerca accurata delle fonti.

Ercolani ha infine messo in evidenza il presunto coinvolgimento di Alberto Buriani come “braccio armato in tribunale” per un gruppo d’affari guidato da Marino Grandoni. Ha menzionato un caso precedente che coinvolgeva Stefano Bizzocchi, vicepresidente di Banca Centrale nel 2015, evidenziando come Buriani avesse manipolato situazioni giuridiche per perseguire obiettivi specifici. Ha concluso evidenziando che Buriani era abile nel creare un clima di timore e coercizione durante gli interrogatori.

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