San Marino. Processo Buriani-Celli. Riassunto testimonianza Federico D’Addario

Il sig. Federico D’Addario è stato sentito in qualità di testimone nel processo Buriani-Celli. D’Addario ha fornito informazioni sui rapporti tra alcuni individui coinvolti, in particolare Buriani, Grandoni, Guidi e Lazzari. Ha riferito di essere stato assunto per lavorare presso la Banca Partner, poi successivamente diventata Banca Cis, nella divisione che si occupava delle trattative e della gestione dei piloti del motomondiale. Durante il suo lavoro, gli fu presentato l’ing. Marino Grandoni, che gli chiese di aiutarlo con il nuovo partito politico Arengo e Libertà, fondato da Fabio Berardi, Nadia Ottaviani e Germano Bollini. D’Addario ha poi affermato di aver lavorato su questo progetto politico insieme all’ex Segretario di Stato Fabio Berardi, che era molto vicino a Marino Grandoni, come dimostrato dalle foto delle vacanze pubblicate da GiornaleSM.

D’Addario racconta che durante la sera dello spoglio delle elezioni politiche del 2008, presso l’ufficio dell’ingegnere Grandoni al Centro Poliedro vi erano presenti diverse persone. D’Addario era stato invitato all’evento da Grandoni e dalla dottoressa Lazzari. Alla riunione erano presenti molte persone, alcune delle quali importanti, tra cui il Commissario della Legge Alberto Buriani, che era stato presentato a D’Addario dalla Lazzari. Buriani, afferma D’Addario, era una persona distinta e ben vestita che indossava un impermeabile. Tra gli altri partecipanti erano presenti Marcucci, Ghiotti, Fantini, Lorenzo Busignani ed molte persone, tra cui alcuni italiani. Durante l’evento è stato offerto un piccolo rinfresco, e molte persone sono venute e andate durante la serata. D’Addario ha notato che si trattava di un gruppo molto potente, visto che la Lazzari era presente in tutte le commissioni e Daniele Guidi era allora una persona rispettata. L’imprenditore ha tuttavia sottolineato di non aver mai partecipato ad altre riunioni con Buriani, tranne che nell’occasione dello spoglio delle elezioni del 2008. Successivamente, continua D’Addario, ci siamo recati presso la sede della Dc per commentare il risultato elettorale.

All’inizio i rapporti con Guidi erano buoni – dice D’Addario – ma poi si sono poi deteriorati a causa di una truffa che lo stesso D’Addario ha subito dalla banca. La ditta di D’Addario aveva un conto corrente con un saldo attivo di 50.000 euro, ma in un solo giorno il saldo è sceso a -3 milioni di euro. D’Addario si è confrontato con Guidi riguardo alla truffa subita dalla banca e gli ha comunicato la sua intenzione di prendere provvedimenti legali. Durante lo scontro, Guidi ha affermato, in presenza del vice direttore generale Gianatti – che lo ha confermato ndr -, di avere il controllo della situazione in tribunale: ”nel tribunale comando io” avrebbe detto. Questa esperienza è stata molto toccante per D’Addario, in quanto ha subito una grave perdita economica e ha avuto dei dissidi con Guidi, il quale sembrava non voler riconoscere la sua responsabilità nella vicenda.

San Marino. Commissione d’Inchiesta Banca Cis. La deposizione di Federico D’Addario (audio)

D’Addario e Guidi hanno litigato nel 2015 a Rovereta nell’ufficio di Gianatti riguardo alla perizia. D’Addario ha coinvolto Grandoni per essere aiutato quando è arrivata la perizia, ma è stato minacciato da Guidi tutti i giorni. D’Addario ha anche litigato con Guidi sulla questione della perizia, e dopo aver detto che lo avrebbe denunciato, Guidi ha risposto, come già detto, che nel tribunale comandava lui. In un’altra occasione, Guidi ha minacciato di mettere della droga in auto a D’Addario e se avesse continuato a “rompere il cazzo”. In seguito, D’Addario ha subito una perquisizione con i cani antidroga a casa sua. Poi suo figlio è stato indagato per spaccio e prostituzione, dice D’Addario, ed il maresciallo dall’Olmo ha indagato sulla questione, ma poi è stato trasferito. D’Addario ha ricevuto molte minacce, incluso l’ordine di morire con la sua famiglia. In seguito, ha subito lo sfratto e gli sono scomparsi 300.000 euro dal suo conto corrente, conclude D’Addario.

San Marino. Commissione d’Inchiesta BANCA CIS. D’Addario: ”BANCA CENTRALE e AIF vedevano tutto ma stavano zitti. Se rompi il cazzo ti metto la droga in casa e ti faccio dare 20 anni. In Tribunale comando io diceva Daniele Guidi”

D’Addario aveva un rapporto di amicizia personale con Daniele Guidi, il direttore generale di Banca Cis, e avevano anche trascorso una vacanza insieme con le loro famiglie (anche Grandoni e la famiglia Guidi) nella casa di montagna di Gianatti . Dopo una discussione e dopo essere stato minacciato pesantemente gli è stato detto di stare attento a Guidi. Nonostante questo D’Addario si è fatto una sua opinione personale sui contatti tra Guidi e il commissario della legge Alberto Buriani, mettendo insieme alcune informazioni che aveva raccolto.

Non avevo un rapporto molto stretto – ha detto D’Addario – con la dottoressa Lazzari, come invece avevo con Daniele Guidi. In quel periodo – continua D’Addario –  il nome di Buriani metteva molta paura. Guidi, durante una discussione, ha detto “in tribunale comando io e ti distruggo”, usando parole forti. Daniele Guidi aveva l’abitudine di registrare le conversazioni per incastrare le persone e diceva di avere un rapporto con Buriani, sarà successo 5 o 6 volte. Lo facevano anche per intimorire, magari non era vero nulla. Ma il fatto di accostare il nome di Buriani alla banca lo usava spesso. Guidi mi ha riferito diverse volte di aver cenato con Buriani. Personalmente, però, non ho mai cenato con Guidi.

D’Addario ha poi spiegato di essere stato sentito dal Commissario della Legge Roberto Battaglino nel procedimento 437/21, nel quale ha anche riferito della telefonata di cui è stato involontariamente testimone. In particolare afferma di aver sentito Guidi parlare al telefono con un commissario della legge che lui ha supposto fosse Buriani, anche se non ha mai detto esplicitamente che stava parlando con Buriani, ma con qualche commissario. D’Addario ha precisato di aver solo sentito la telefonata, che gli è costata degli attacchi anche da Guidi. In particolare, le parole che ha udito erano: “quello lì lo devi arrestare”, e quando Guidi si è accorto che D’Addario era entrato nel suo ufficio, è sbiancato e ha cercato di minimizzare dicendo di aver parlato con un commissario della legge perché aveva subito delle truffe. Dopo 15 giorni, Claudio Podeschi fu arrestato.

D’Addario ha poi spiegato il contesto e il periodo in cui è stata fatta la telefonata, ovvero quando c’era una cordata di brasiliani interessati a investire nel territorio sammarinese e a comprare la Banca Cis. In questo contesto Claudio Podeschi si occupava della vendita della banca ma si era opposto alla vendita, affermando che era un cadavere e che non si poteva vendere in quanto i numeri non erano buoni e quindi si trattava di un cadavere che camminava.

Ad una domanda, relativa all’esatta frase dell’arresto, del Procuratore del Fisco il testimone D’Addario ha risposto: ”se dico tutto quello che so prendo altre 10 denunce oltre alle 3 che ho preso quando ho deposto in Commissione Banche”

D’Addario racconta che era proprietario di due società: Resthotel e 21 Food Beverage, ma quest’ultima è fallita con l’arresto di Daniele Guidi e la conseguente chiusura di Banca Cis. Inoltre, D’Addario rispondendo alle domande dell’avvocato Vecchi ha detto che era un DJ e ha lavorato come responsabile di una divisione di Banca Partner, dove ha sponsorizzato alcuni eventi a San Marino. Sebbene non fosse mai stato pagato, se avesse richiesto finanziamenti questi gli sarebbero stati concessi; era questo l’accordo tra loro. Non ha mai presentato denunce penali contro Daniele Guidi o la banca, poiché aveva un accordo di “quieto vivere” con lui.

Commissione d’Inchiesta. A D’Addario gli è stato chiesto se avesse fatto pressioni per essere sentito dalla Commissione di inchiesta. Ha risposto che non ha chiesto di essere sentito o di sollecitare la sua chiamata ma solo di aver fatto alcune considerazioni in un bar con alcune persone vicine alla politica. Riteneva però i membri di Repubblica Futura i più pericolosi in seno alla Commissione e non aveva fiducia in loro. Era contento poi di essere stato invitato a testimoniare e ha presentato un memoriale alla commissione, in cui ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alle minacce ricevute da Daniele Guidi e dal contesto pericoloso del 2014. Il suo insegnante dell’alberghiero prof. Vitiello, che lo ha aiutato a scrivere il memoriale, è purtroppo deceduto da poco. D’Addario ha poi depositato il memoriale presso l’avvocato De Tommaso di Roma, che anch’esso è deceduto. Ha scritto il memoriale circa 20 giorni prima di depositarlo alla Commissione Banche. A San Marino, tranne per l’avvocato Fabbri, non aveva fiducia in nessuno e quindi aveva deciso di scrivere il memoriale come forma di tutela poiché vive a San Marino e ha ricevuto minacce da persone vicine alla cricca. ‘‘io non sono latitante sto a San Marino ed ho da temere” ha detto.

D’Addario ha poi criticato il fatto che i quattro audio registrati durante la sua deposizione in Commissione d’Inchiesta siano stati pubblicati su GiornaleSM (Pubblicazione legittima in quanto erano già stati resi pubblici nel processo Conto Mazzini), ritenendolo a suo dire deplorevole in quanto la commissione era segreta. Inoltre, ha affermato che alcuni membri della commissione hanno avuto dei litigi tra di loro. Ha anche sottolineato che il partito RF era molto vicino a Banca Cis, ma non ha mai detto che un commissario abbia litigato con Guidi.

Marco Severini

 

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