Nel primo procedimento di fronte al Giudice Adriano Saldarelli, 34 imputati per una maxi-frode con auto, e anche moto, nuove spacciate per usate e in ragione di ciò vendute da San Marino in Italia con una notevole riduzione dell’Iva.
Nel primo procedimento di fronte al Giudice Adriano Saldarelli, 34 imputati per una maxi-frode con auto, e anche moto, nuove spacciate per usate e in ragione di ciò vendute da San Marino in Italia con una notevole riduzione dell’Iva. Al centro del meccanismo quattro imputati principali; gli altri 30 hanno invece accettato di intestarsi fittiziamente i veicoli, in cambio di 100/200 euro o addirittura gratis. In apertura di udienza il giudice Saldarelli ha ammesso la costituzione parte civile dell’Eccellentissima Camera, che chiede un risarcimento per danno d’immagine. Una donna imputata è deceduta mentre 28 difese hanno già trovato un accordo con la Procura Fiscale per patteggiare pene di alcuni mesi con la sospensione condizionale. Il processo è stato aggiornato all’11 settembre. Il giudice ha chiarito che per i quattro principali imputati saranno necessari patteggiamenti con pene più severe – rispetto ai prestanome – congrue al ruolo avuto nell’organizzazione. Invitati a valutare il patteggiamento anche i pochi imputati che non lo hanno ancora richiesto.
All’orizzonte dunque una possibile chiusura del processo con patteggiamento per tutti gli imputati, oppure per quasi tutti e il rito ordinario per gli altri. Nel secondo processo di giornata, assoluzione piena – con formula “perché il fatto non sussiste” – per Franco Botteghi e Fabiola Comanducci, commercialisti e coniugi, e per Gebal Sufian, titolare effettivo della “Terra Verde Limited”. L’accusa ipotizzava un tentato riciclaggio: Sufian, nel marzo 2018, voleva trasferire 200mila euro dalla Deutsche Bank a una banca sammarinese per acquisire una società sul Titano. Secondo la Procura del Fisco, i fondi avevano origine illecita – alla luce di una precedente condanna di Sufian – e tutti e tre gli imputati dovevano essere condannati. Il giudice Saldarelli ha tuttavia accolto le tesi difensive: nessun conto è mai stato aperto a San Marino – anche per il rifiuto di due istituti – e i Botteghi-Comanducci non avrebbero avuto alcun ruolo operativo. Da qui l’assoluzione con formula piena: il fatto, ha stabilito il giudice, non sussiste. San Marino Rtv