San Marino. PSD: la coerenza delle battaglie, la serietà dei risultati

[CONFERENZA STAMPA –  SULLA LEGGE CONTRO I MALTRATTAMENTI E L’INDIVIDUAZIONE DEL KILLER DEI CANI]

https://www.sanmarinortv.sm/news/comunicati-c9/psd-su-protezione-degli-animali-e-responsabilita-dei-proprietari-a266641

https://giornalesm.com/san-marino-una-sfida-allo-stato-il-ritorno-del-killer-dei-cani-dopo-lapprovazione-della-legge-che-inasprisce-le-pene-di-marco-severini/

Il 31 ottobre 2024, come Partito dei Socialisti e dei Democratici, ci siamo impegnati pubblicamente, in conferenza stampa, a presentare una proposta di modifica del codice penale per rafforzare la tutela degli animali. Non è stata una reazione istintiva al grave episodio di maltrattamento accaduto pochi giorni prima – pur rimanendo quello un fatto grave e simbolico – ma una scelta meditata, culturale ancor prima che giuridica: alzare l’asticella del rispetto per la vita, anche quella animale, che è misura concreta della civiltà di uno Stato moderno.

Sin da subito abbiamo trovato un prezioso alleato nell’APAS, che ha offerto un contributo importante soprattutto sul piano della costruzione normativa. Ed è stata determinante la disponibilità del Segretario di Stato per la Giustizia, Stefano Canti, che ha lavorato con serietà per assicurare un raccordo costante in maggioranza e con il Tribunale. Nel corpo della maggioranza ci sono state sensibilità attente e consapevoli, che hanno creduto nella proposta e l’hanno fatta propria. Non tutte però. Alleanza Riformista, si è distinta come la componente più ostile, quasi imbarazzata dall’idea stessa che si potesse aggiornare il codice penale a tutela della vita animale. Una resistenza preconcetta, ideologica, persino disturbante.

L’opposizione, da parte sua, ha preferito arroccarsi su un pregiudizio di natura squisitamente politica. Non si è trattato di merito, né di metodo: semplicemente, l’opposizione, ad esclusione di RETE, ha scelto di contrapporsi per il gusto di farlo. Un atteggiamento miope, in cui l’ostilità verso il PSD ha superato perfino il senso comune e l’intelligenza istituzionale. E così, in Aula abbiamo assistito a tentativi di svilire la nostra iniziativa, anche con toni sprezzanti e talvolta offensivi. C’è stato chi ha detto che “il testo era scritto male”, chi ha cercato cavilli procedurali, chi ha ridicolizzato il dibattito sostenendo che “non si potevano più uccidere le lumache”. Frasi volgari, fuori luogo, buone solo a offuscare il valore di una proposta che oggi, alla luce dei fatti, dimostra la sua piena legittimità.

Un fatto clamoroso, una coincidenza troppo evidente

Poi è successo qualcosa che ha messo a nudo, in modo brutale, l’importanza di quella iniziativa. Nei giorni immediatamente precedenti alla seconda lettura del progetto di legge, si è materializzato di nuovo l’incubo del cosiddetto “killer dei cani”. Un nuovo avvelenamento, un nuovo cane morto, un’ulteriore barbarie. Dopo anni di silenzio, quell’orrore che aveva segnato la nostra comunità per oltre un decennio è tornato a farsi vedere, proprio mentre il Consiglio Grande e generale si preparava a dare un forte segnale di cambiamento.

E nel giorno stesso dell’approvazione in seconda lettura della legge, le forze dell’ordine sono riuscite ad arrivare all’individuazione di un sospettato. Per la prima volta dopo quindici anni. 

Coincidenza? È difficile crederlo. Impossibile, quasi. Forse l’autore dei delitti ha voluto lanciare una sfida allo Stato. Forse le forze di polizia sono state motivate anche da quell’indirizzo politico finalmente chiaro. Non possiamo dirlo con certezza, ma il fatto che proprio quel giorno sia stato finalmente individuato il responsabile, ci dice molto. Un segnale inquietante, che però ha trovato finalmente una risposta. E ci rafforza nella convinzione che la politica, se prende posizione con serietà, produce risultati.

Il PSD rivendica i suoi meriti con onestà e rispetto

Oggi, però, assistiamo a un altro paradosso: le stesse forze politiche che hanno ostacolato il disegno di legge si affrettano a congratularsi con la Gendarmeria e la Polizia Civile per l’arresto, sostenendo che “la legge già c’era” e che “la nuova normativa non ha avuto meriti particolari”. È una narrazione a dir poco disonesta. Senza quel nuovo quadro normativo, senza quell’aria nuova che si è respirata in Consiglio, questa svolta non ci sarebbe stata. 

Il PSD non intende svilire in alcun modo l’azione delle forze dell’ordine – anzi, le ringraziamo per il lavoro svolto con attenzione e professionalità – ma non possiamo neppure far passare l’idea che si tratti solo di un caso. Il nome del sospettato, secondo molte voci, circolava da anni. Eppure è solo ora, dopo l’approvazione della legge, che si è arrivati a un fermo. Questo solleva interrogativi che non devono essere ignorati, pur trattati con il massimo rispetto per il lavoro svolto da Gendarmeria e Polizia Civile, che devono continuare a sentirsi sostenute.

La richiesta di misure adeguate

A questo punto, però, non basta aver individuato il sospettato. Non possiamo permetterci che la vicenda si spenga come una fiammata mediatica. Parliamo di gravi indizi di colpevolezza: immagini dalle telecamere, veleno trovato in casa. Davanti a tutto questo, è doveroso che il PSD chieda – con il massimo rispetto verso la magistratura – che venga valutata con serietà la possibilità di una misura cautelare. Perché qui non è solo una questione di giustizia: è anche un segnale politico, culturale, istituzionale. È il modo in cui uno Stato fa capire che certi crimini non possono essere tollerati, anche quando riguardano animali, anche se a compierli è una persona anziana e presumibilmente disturbata.

Applicare la legge con rigore, anche se non è retroattiva

Sappiamo bene che l’uomo fermato sarà giudicato secondo la vecchia normativa, perché quella nuova non può essere appliacata in maniera retroattiva. Ma proprio per questo è fondamentale che la magistratura, nel pieno delle sue prerogative, consideri tutte le aggravanti possibili: la reiterazione del reato, la crudeltà dei metodi, l’evidente pericolo di recidiva. La legge deve poter esprimere il massimo della sua forza, anche in un caso come questo. Non per vendetta, ma per giustizia. E per proteggere la comunità.

Conclusione: l’incubo non è finito finché non è davvero finito

In questi giorni, molti hanno detto che “l’incubo è finito”. Noi, con il senso di responsabilità che contraddistingue il PSD, vogliamo essere più cauti. L’incubo sarà finito davvero solo quando la società intera, politica compresa, avrà fatto i conti con ciò che è accaduto. Solo quando la giustizia avrà completato il suo corso con fermezza.

Oggi siamo un passo più vicini a quella certezza. E ci siamo arrivati anche grazie a una legge che il PSD ha voluto, difeso e approvato. Senza piegarsi alle battute, alle insinuazioni o alle polemiche. Con serietà. E con il rispetto che si deve alla vita, anche quella degli animali.

Partito dei Socialisti e dei Democratici