San Marino. Questione Leiton sparita dal radar del governo

In questi giorni l’attenzione sul sistema bancario è altissima e tuttavia continua a sparire dal radar del governo che si è detto dispiaciuto per il ‘fallimento’ del progetto di fusione tra Bsm e Carisp, la questione Leiton legata a Banca Cis. La speranza è così quella che in questa sessione consiliare non si continui a voler tenere le saracinesche giù sullo stato dell’arte del rimborso del prestito obbligazionario che fa capo proprio a Leiton e che quindi dalla segreteria alle finanze giunga la risposta all’interrogazione dei consiglieri di Dim i quali ancora ieri non l’avevano ricevuta in forma scritta così come richiesta. La vicenda, volendo ripercorrerla brevemente, è legata al prestito obbligazionario di 13,5 milioni di euro concesso da Cassa di Risparmio alla Leiton Holding che a sua volta controlla Banca Partner e quest’ultima, a cascata, Banca Cis spa. L’interrogazione mira a far luce sulla scadenza di tale prestito e a conoscere se, nel caso in cui -come risulta anche dall’ordinanza del giudice Morsiani – la scadenza sia da fissare allo scorso 30 giugno, il debitore sia stato messo in mora. E’ evidente che per le condizioni in cui versa Cassa di Risparmio la possibilità che il prestito venga (o sia stato) rimborsato è una questione di vitale importanza. Tuttavia l’ordinanza del giudice Morsiani ha fatto emergere come il direttore di Cassa Mancini sia stato raggiunto da varie missive per dare la possibilità al debitore di spostare in avanti la scadenza del debito. Visto il suo diniego e la conferma di come il debito scadesse lo scorso 30 giugno l’ordinanza dà conto che proprio il direttore di Banca Centrale Moretti nell’interesse di Leiton e in pregiudizio degli interessi di Cassa di Risparmio, abbia interferito con le procedure di valutazione e decisionali di competenza del Consiglio di amministrazione di Cassa della Repubblica di San Marino, esercitando indebite pressioni tramite il Presidente Avv. Fabio Zanotti sul Direttore Generale Mancini al fine di consentire la proroga di tre anni della scadenza del debito emesso da Leiton. Una vicenda dai contorni davvero inquietanti se si considera che è già sfociata nel licenziamento del direttore Moretti con decisione presa all’unanimità dopo l’arrivo del Presidente Tomasetti, decisione maldigerita dall’ex segretario Celli che poco dopo ha rassegnato anche le proprie dimissioni. Deve dunque essere fatta ora la necessaria chiarezza, né sarebbero accettabili ulteriori rinvii. “Dovessero non risponderci – ha detto il capogruppo di Rete Gian Matteo Zeppa – daremo battaglia. Il primo rinvio di una risposta è stato chiesto dal segretario Zanotti quando aveva l’interim delle finanze, un’ulteriore proroga è poi stata domandata da Eva Guidi che in ufficio di presidenza ha ufficiosamente fatto sapere che avrebbe risposto al più tardi il 27 e dunque oggi”.

Repubblica Sm